Nuovo capo Fedpol: jihadisti prima minaccia, nuova legge necessaria
(Keystone-ATS) Attualmente sono i “viaggiatori jihadisti” la principale minaccia per la sicurezza, della Svizzera come dell’Europa intera, e i jiahdisti – come “gran parte della criminalità” – “non telefonano con i cellulari o la rete fissa. Tutto avviene su internet”. Ad affermarlo è Nicoletta della Valle, da due mesi nuovo capo dell’Ufficio federale di polizia (Fedpol). La 52enne bernese giudica per questo “centrale” che il parlamento adotti la nuova legge sulla sorveglianza della corrispondenza postale e del traffico delle telecomunicazioni (LSCPT).
Le citazioni sopra riportate sono contenute in una intervista pubblicata oggi da “20 Minuten”, più estesa nell’edizione online. Nello stesso senso la giurista si esprime anche su “24 Heures” e “Tribune de Genève”.
La Svizzera rimane “un paese sicuro”, “ma non è un’isola” avverte Nicoletta della Valle, succeduta a Jean-Luc Vez lo scorso primo agosto alla testa di Fedpol. E menziona quattro “minacce principali” nell’intervista ai due giornali romandi: il terrorismo e in particolare i ‘foreign fighters’, ossia i combattenti stranieri per lo Stato islamico (Is o Isis) e altri gruppi estremisti islamici, la cibercriminalità, il traffico di esseri umani e la criminalità organizzata.
Per far fronte a questi pericoli – afferma – “la cosa più urgente è lo scambio di informazioni” con i partner all’estero, ma altrettanto urgente è adattare la legislazione, con la revisione della LSCPT, perché criminali e terroristi “comunicano ormai via internet e in modo cifrato. E non abbiamo le basi legali per sorvegliare le comunicazioni”.
La LSCPT, già adottata dal Consiglio degli Stati nella sessione primaverile, ammette in particolare il ricorso a software spia governativi, i cosiddetti “cavalli di Troia” (trojan). Tuttavia il via libera del Consiglio nazionale non è ancora acquisito.
Nicoletta della Valle dice di capire i timori di molti cittadini per il rischio d’intrusione nella vita privata, perché “la Svizzera è stata a lungo traumatizzata dallo scandalo delle schedature” dei primi anni Novanta. Tuttavia – ha detto a “20 Minuten” – la LSCPT è soltanto “l’adeguamento del diritto all’aggiornarsi della tecnica”: “per il perseguimento penale in Svizzera sarebbe disastroso” se la revisione della legge non andasse in porto.
Nicoletta della Valle aggiunge che tutti i servizi interessati alla lotta contro il terrorismo “lavorano insieme” ma precisa ai due giornali romandi che non c’è una “cellula di coordinamento nazionale” contro la minaccia terroristica. A suo avviso, creare un simile organismo “può potenzialmente complicare il lavoro invece di semplificarlo”.