Penuria componenti, per aziende svizzere scatta il lavoro ridotto
(Keystone-ATS) La carenza di componenti elettronici che ha colpito l’industria automobilistica mondiale si fa sentire anche tra le numerose aziende svizzere che riforniscono i costruttori del ramo.
Alcune hanno già reagito introducendo il lavoro ridotto per i loro dipendenti, altre ci stanno pensando, rivela un giro d’orizzonte effettuato dall’agenzia Awp.
In un recente studio la società di consulenza americana Alix Partners ha stimato a 210 miliardi di dollari (192 miliardi di franchi) le perdite di ricavi per il settore automobilistico a causa delle difficoltà di fornitura di chip e altri sensori elettronici. La produzione di veicoli dovrebbe diminuire di 9-10 milioni di unità, secondo altre stime. Ad esempio Renault – è notizia di oggi – prevede di produrre 500’000 veicoli in meno nel 2021.
Questa evoluzione globale non può non avere effetto sull’industria svizzera, che è anche specializzata nelle forniture per il ramo in questione. Ad esempio l’impresa sangallese SFS, attiva soprattutto negli elementi di fissaggio per l’edilizia, ha generato quasi un quarto del suo fatturato di 960 milioni di franchi nel primo semestre 2021 con il settore automobilistico. “La carenza di microprocessori non ci riguarda direttamente, ma concerne i nostri clienti”, spiega all’Awp un portavoce della dita di Heerbrugg. La clientela ha ridotto gli ordini e SFS si è vista costretta a mettere il personale del comparto auto in disoccupazione parziale.
Anche la Feintool di Lyss (BE), che fabbrica componenti ad alta precisione, e la Autoneum, un produttore di Winterthur (ZH) di materiali isolanti termici e acustici, hanno dovuto introdurre il lavoro ridotto. “I dipendenti dell’unità di Sevelen a San Gallo sono in orario ridotto da ottobre”, spiega un addetto stampa di Autoneum. Poiché non tutti i clienti del gruppo sono ugualmente colpiti dalla carenza di semiconduttori la società sta ricorrendo anche ad altre misure mirate, come la limitazione dei lavoratori interinali e la riduzione degli arretrati di ferie e di straordinari.
Feintool fa notare che sulla scia della produzione just-in-time (cioè senza lunghi passaggi nei magazzini) in auge nell’industria automobilistica le riduzioni degli ordinativi dei clienti stanno avvenendo con un preavviso molto breve, limitando così la visibilità sullo sviluppo degli affari dei prossimi mesi. L’azienda ha introdotto misure di lavoro ridotto nel terzo trimestre in alcuni stabilimenti svizzeri e tedeschi. Non tutto però va male: “altri segmenti, come la produzione di prototipi di veicoli elettrici, stanno mostrando un ottimo utilizzo della capacità”, indica una portavoce.
Un altro fornitore svizzero dell’industria automobilistica, la Georg Fischer (GF) di Sciaffusa, sta considerando l’introduzione di una riduzione delle ore di lavoro. L’azienda, che ha un fatturato annuo di circa 3,2 miliardi di franchi, ha ridotto negli ultimi anni la sua dipendenza dal settore dei veicoli, ma quest’ultimo contribuisce ancora a circa un quarto dei ricavi. A soffrire è in particolare GF Casting, la divisione che produce componenti in lega metallica, soprattutto per i motori.
Un addetto alla comunicazione di GF sottolinea l’attuale volatilità degli ordini, sia nell’Unione Europea che in Cina e negli Stati Uniti. Secondo il portavoce, “non è possibile in questo momento fornire informazioni affidabili sul prosieguo dell’attività”.
In Romandia Lem ha raggiunto un fatturato di oltre 300 milioni di franchi durante l’esercizio 2020/21, di cui 75 milioni di franchi provenienti dalle forniture per il comparto automobilistico. In quest’ultima attività lo specialista ginevrino dei sensori di corrente produce elementi destinati in particolare alla gestione delle batterie, come pure all’elettronica del motore. La produzione è diminuita, ma al momento non si pensa ancora alla disoccupazione parziale.
La Adval Tech di Berna, invece, sta ancora considerando questa soluzione: il calo della domanda ha infatti colpito sensibilmente l’impresa, che produce componenti in metallo e plastica per freni, sedili, sterzo, airbag e specchietti.
Per quanto riguarda l’evoluzione futura la maggior parte degli interlocutori ritiene che la crisi non sia ancora superata: è opinione condivisa che occorrerà aspettare sino alla fine del prossimo anno o addirittura fino al 2023 per vedere un vero cambiamento nella catena di approvvigionamento.