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Photo Elysée: Man Ray fra ritratti e sperimentazione

(Keystone-ATS) Il museo Photo Elysée, parte del quartiere culturale di Losanna Plateforme 10, consacra un’esposizione alla fotografia surrealista di Man Ray. La mostra riunisce 188 fotografie provenienti da una collezione privata.

Quando si evoca il surrealismo e la fotografia “il nome di Man Ray appare inevitabilmente”, ha spiegato oggi davanti ai media la direttrice del museo Nathalie Herschdorfer. Con “Man Ray liberare la fotografia”, anche Photo Elysée vuole partecipare alle celebrazioni del centenario del movimento creato nel 1924 da André Breton. Il Museo cantonale di design e arti contemporanee applicate (mudac), situato nello stesso stabile, ha dato il via ai festeggiamenti a marzo. Mentre il Museo cantonale di Belle Arti (MCBA) seguirà ad aprile.

New York poi Parigi

Man Ray (1890-1976), all’anagrafe Emmanuel Radnitzsky, realizza le sue prime fotografie a New York negli anni 1910. Ma è nei due decenni seguenti, quando vive a Parigi, che abbandona l’idea di far carriera nella pittura e si dedica alla fotografia, un media che gli permetterà di andare al di là della rappresentazione della realtà.

L’esposizione, aperta da domani e fino al 4 agosto, si sofferma sugli anni 1920-30, nei quali Man Ray, vicino a Marcel Duchamp, frequenta la scena artistica parigina. Vi incontra Salvador Dalí, Paul Eluard, Georges Braque, Jean Cocteau e Tristan Tzara, e li fotografa nel suo studio. Quando conosce lo stilista Paul Poiret, inizia a scattare foto di moda. “In poco tempo guadagna parecchio”, osserva Herschdorfer.

Messa in scena

L’esposizione ripercorre le relazioni di Man Ray con le sue muse, che mette in scena. “L’amore, la sessualità sono temi che sono stati ampiamente descritti dai surrealisti”, ricorda la direttrice. Sulle pareti si susseguono così Lee Miller, Meret Oppenheim e Kiki de Montparnasse, la donna con le effe di violino dipinte sulla schiena nuda, uno scatto venduto per la cifra record di 12 milioni di dollari.

L’artista sperimenta ed esplora numerose tecniche quale la stampa a contatto che consiste nel posare un negativo direttamente sulla carta fotosensibile.

L’esposizione, realizzata a partire da una collezione privata anonima, mostrata finora sono in Asia, presenta alcune foto emblematiche di Man Ray. Certe stampe risalgono agli anni Venti o Trenta – spesso di piccolo formato – mentre altre sono state rielaborate dall’artista in un secondo momento, pratica che è proseguita anche dopo la sua morte. Circa l’80% delle foto in mostra sono state realizzate durante la sua vita, ha precisato il museo.

Cindy Sherman e Marclay

Seguendo il fil rouge del “ritratto”, Photo Elysée dedica in parallelo anche una mostra alla fotografa americana Cindy Sherman e ai suoi volti ricomposti.

Mentre l’artista multimediale svizzero-statunitense Christian Marclay e gli studenti della Scuola cantonale d’arte di Losanna (ECAL) esplorano gli scatti del Photomaton (cabina fotografica) del museo. Un progetto di ricerca sui “dati” completerà il programma.

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