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Elezioni 2003: destra ancora in testa

swissinfo.ch

L’Unione democratica di centro rimane in testa ai sondaggi, a poco più di una settimana dalle elezioni federali. Ma si riduce la forbice tra UDC e socialisti.

Il settimo barometro elettorale dell’istituto GfS analizza anche le ragioni della scelta elettorale. Per più di un terzo degli elettori, determinanti sono le persone.

I sondaggi in vista delle elezioni federali assomigliano sempre più a un mantra. Da mesi le inchieste fra gli elettori ribadiscono lo stesso concetto: “L’UDC è in testa. L’UDC vincerà le elezioni.”

La tendenza è confermata, una volta di più, dal settimo e ultimo “barometro elettorale SRG SSR”, realizzato dall’istituto di ricerche, politica e stato GfS di Berna.

Rispetto all’ultimo barometro, il partito di Ueli Maurer e Cristoph Blocher registra però una leggera flessione e complessivamente la sinistra rosso-verde guadagna terreno rispetto al fronte borghese.

Si riduce la forbice UDC-PS

Se si fosse votato alla fine di settembre per il rinnovo del Consiglio nazionale, l’UDC avrebbe raccolto circa il 25% delle preferenze (25,3%, per l’esattezza). I democratici di centro rimangono perciò in testa, ma perdono lo 0,7% rispetto ai sondaggi di luglio e di settembre.

Il secondo partito rimane quello socialista (PS), con il 23,1% dei voti, in leggera crescita rispetto all’inizio di settembre. Allora la maggiore formazione politica della sinistra era attestata al 22,4%. In luglio era però al 23,4%.

Cresce anche il Partito ecologista svizzero (PES), che raggiunge il 6,1%, rispetto al 6% del barometro di settembre e del 5,1% di luglio.

Relativamente stabili i due partiti di centro, Partito liberale radicale (PLR) e Partito popolare democratico (PPD). Il 19,5% delle persone interpellate e intenzionate a votare scelgono il PLR (-0,2% rispetto a settembre), il 14,5% il PPD (-0,2%).

Nel complesso dunque il fronte rosso-verde tende, rispetto all’ultimo barometro, a guadagnare terreno nei confronti dei partiti borghesi. Un recupero che si può forse spiegare con la forte presenza di temi sociali – come il futuro delle pensioni – nell’attuale dibattito politico.

Trend consolidati

Giunti all’ultimo barometro prima delle elezioni, è ormai possibile osservare anche le tendenze di lungo periodo tra ottobre 2002 e ottobre 2003. In tutti e sette i sondaggi l’UDC risulta in crescita rispetto alle elezioni del 1999, crescita che oscilla tra il 2,1% e il 3,5%.

Quanto al PS, la formazione presieduta da Christiane Brunner ha registrato in una sola occasione una leggerissima flessione rispetto alle ultime elezioni federali. Per il resto i suoi risultati appaiono al di sopra di quelli del 1999, con una punta dell’1,7%.

Il PLR sembra andare verso una piccola perdita di consensi rispetto al 1999. Nei sondaggi questa perdita appare tuttavia generalmente inferiore all’1%. In un’occasione il partito ha anzi ottenuto un risultato migliore a quello delle ultime elezioni e in un’altra lo ha uguagliato.

I pronostici per il PPD sono rimasti invece sempre al di sotto dei risultati effettivi del 1999, con un’oscillazione fra il meno 0,5% e il meno 1,9%.

I motivi di una scelta

Il settimo barometro elettorale ha rivolto la sua attenzione anche ai motivi che spingono le elettrici e gli elettori a scegliere un partito piuttosto che un altro.

Dal sondaggio risulta che un po’ più di un terzo del campione (35%) sceglie quale partito votare in riferimento alle persone che lo rappresentano (sia dirigenti nazionali, sia candidati).

Un buon quarto (26%) intende scegliere il partito sulla scorta delle risposte che questo dà ai problemi attuali. Il 20% rientra invece nella categoria degli elettori per motivi ideologici, che votano un partito in base alla sua visione complessiva del mondo.

Il 9% degli elettori si orienterebbe infine allo stile di un partito e il 5% voterebbe in modo che determinati gruppi sociali siano rappresentati in parlamento.

Il primato della persona risulta più diffuso tra gli elettori di centro, quello dei problemi d’attualità tra gli elettori di sinistra e di destra.

L’ultimo sondaggio non corrisponde alle elezioni

A conclusione dell’ultimo barometro prima del 19 ottobre, il GfS mette in guardia dal confondere un sondaggio con un’elezione. L’esperienza insegna che dalle urne possono scaturire risultati diversi da quelli pronosticati.

In questo senso vanno considerati tre fattori. Il primo attiene alla ripartizione dei seggi. Il sondaggio indica la forza elettorale complessiva dei partiti, ma la ripartizione dei seggi nei cantoni può mutare di molto il quadro dei rapporti di forza tra le formazioni politiche.

Il secondo fattore è dato dalla percentuale di indecisi, che alla fine di settembre rappresentava ancora il 13% di quanti sono intenzionati ad andare a votare.

In terzo luogo, nell’ultima settimana di campagna alcuni partiti possono essere in grado di mobilitare i propri elettori in maniera superiore alla media e rovesciare i pronostici. Nel 1999 con un colpo di coda in reazione alle accuse di antisemitismo rivolte a Cristoph Blocher, l’UDC aveva guadagnato il 2,5% rispetto all’ultimo sondaggio.

swissinfo, Andrea Tognina

Il settimo sondaggio dell’istituto GfS è stato realizzato tra il 15 e il 30 settembre 2003.

Sono state intervistate per telefono oltre 2000 persone in tutta la Svizzera, rispettando il peso delle principali regioni linguistiche.

Circa la metà degli interpellati ha dichiarato di voler partecipare alle elezioni. I dati sulla forza elettorale dei partiti si riferiscono solo a questo gruppo.

Secondo gli esperti del GfS, il margine d’errore del sondaggio rispetto al risultato di partiti con preferenze attorno al 20% è di +/- 2,7%.

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