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La crisi coreana penalizza le ditte svizzere

Un soldato nordcoreano (a sinistra) osserva un soldato sudcoreano Keystone

Le aziende svizzere presenti in Corea risentono degli effetti della crisi nucleare provocata dalla Corea del Nord.

Nella Corea del Sud diminuiscono i consumi. Le società attendono momenti più opportuni per investire.

Le aziende svizzere attive nella Corea del Sud avrebbero volentieri fatto a meno di questa nuova crisi nucleare originata da Pyongyang, già sospettata di possedere una o due bombe atomiche.

Dopo la crisi finanziaria asiatica del 1997-1998, l’economia svizzera colse l’occasione del momentaneo indebolimento del “Paese del calmo mattino” per intensificare – a costi inferiori – la propria presenza.

Oggi, però, le minacce di guerra proferite dalla Corea del Nord mettono sotto pressione le cifre d’affari delle aziende svizzere.

Peggiorano gli affari per Nestlé e Novartis.

“Stiamo subendo gli effetti di questa crisi nucleare. I sudcoreani consumano meno. La differenza a livello di fatturato è notevole rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”, dichiara un responsabile di Nestlé a Seul.

“Si tratterà di un fenomeno passeggero, ma non si può negare che l’andamento attuale è al di sotto delle nostre aspettative”, aggiunge un responsabile di Novartis.

La Svizzera esporta in media prodotti per un miliardo di franchi all’anno verso la Corea. Le aziende elvetiche che forniscono macchine destinate all’industria automobilistica ed elettronica non nascondono che le ordinazioni sono in calo.

“E’ la conseguenza dell’aumento delle tensioni militari oppure del rallentamento dell’attività economica in Corea del Sud? Si tratta di due fenomeni inseparabili”, osserva il direttore di una sede commerciale di Seul che rappresenta un’azienda svizzera di macchinari.

“Questo programma di armamento nucleare nordcoreano non incoraggia certamente ad avventurarsi in attività di fusione o di acquisizione e, di conseguenza, ne risentiamo”, sostiene Lee Seung-hoon della banca d’affari UBS Warburg a Seul.

Calo degli investimenti

Nel 2002 gli investimenti diretti dall’estero sono scesi in Corea del Sud del 20%, a 9,1 miliardi di dollari.

“Quelli provenienti dall’Europa, e qui includiamo anche la Svizzera, sono precipitati del 45,7%”, ammette il portavoce del ministero sudcoreano per il commercio, l’economia e l’energia.

“Ma ciò che più crea grattacapi agli ambienti economici svizzeri è l’ipotesi di un eventuale disimpegno degli Stati Uniti dalla penisola coreana. Se gli americani dovessero ritirare le loro truppe dalla Corea del Sud, le aziende non mancherebbero di preoccuparsi della sicurezza dei loro investimenti. Ma ancora non siamo giunti a questo punto”, conclude un diplomatico svizzero a Seul.

swissinfo, Georges Baumgartner da Tokyo (traduzione: Rolando Stocker)

La ripercussioni della tensione nucleare in Corea si fanno sentire anche per le ditte elvetiche. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, Nestlé e Novartis denunciano un calo delle cifre d’affari. Il momento critico scoraggia gli investitori del mondo intero, mentre i consumi interni diminuiscono.

Nella Corea del Sud calano i consumi.
Diminuiti del 45,7% gli investimenti europei.
Nestlé e Novartis: cifre al di sotto delle aspettative.
Le esportazioni elvetiche in Corea ammontano a un miliardo di franchi all’anno.

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