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Verso una migliore protezione degli animali

Il Consiglio degli Stati si china sulla protezione degli animali Keystone

Il Consiglio degli Stati si appresta a rivedere profondamente la legge sulla protezione degli animali.

I senatori devono discutere su due disegni divergenti: la proposta minima del governo e le posizioni massimaliste di un’iniziativa popolare animalista.

Su una cosa sono tutti d’accordo: la legge del 1978 va rivista. Il governo auspica una migliore formazione per chi si occupa professionalmente di animali, come i contadini; per il resto ritiene che bastino degli accorgimenti puntuali al testo vigente per soddisfare gli standard etici.

Ma alcuni gruppi animalisti vogliono una riforma che vada ben oltre queste proposte. Per raggiungere il traguardo hanno lanciato un’iniziativa popolare. Il popolo dovrà così esprimersi sul tema.

Urs-Peter Müller dell’Ufficio federale di veterinaria ritiene che un cambiamento radicale della legge vigente non sia necessario: «Non dobbiamo cambiare il livello di protezione, perché offre già molto in confronto al contesto internazionale», spiega a swissinfo.

«Gli animali svizzeri non sono differenti da quelli francesi o tedeschi, perché dunque dovrebbero godere di maggiore protezione?», aggiunge laconico.

Accuse e richieste

I critici accusano invece il governo di essere succube della lobby dei contadini – una forza politica considerevole in Svizzera – che chiaramente teme le conseguenze di un irrigidimento delle disposizioni per l’allevamento.

Le organizzazioni per la protezione degli animali – che contano oltre 500’000 membri in tutto il paese – affermano che le proposte ufficiali non sono seriamente pensate per migliorare la situazione.

«Vogliamo un livello di protezione maggiore e fissato nella legge», afferma Roman Weibel, responsabile di un gruppo per la protezione del bestiame con sede a San Gallo.

«Per esempio, nel trasporto su autocarri degli animali, chiediamo un tempo di trasferta al sotto delle sei fino a otto ore, permesse attualmente in Svizzera», continua l’animalista.

Contro la sofferenza

La Società svizzera per la protezione degli animali (PSA), la principale organizzazione a livello nazionale, ha aumentato la pressione verso la politica quando, lo scorso luglio, ha consegnato l’iniziativa popolare.

Si tratta di un primo passo per imporre un dibattito e un voto nazionale su questo tema. L’iniziativa «per una protezione moderna degli animali» vuole ancorare la protezione degli animali nella Costituzione federale.

Si vuole inoltre impedire l’importazione di prodotti animali non conformi agli auspicati standard svizzeri e imporre un divieto su tutti gli esperimenti che causano dolori estremi agli animali.

Ma il governo ha già respinto il testo dell’iniziativa, affermando che molte delle misure proposte, come il divieto di importazione, sono semplicemente inapplicabili.

Violazione

«Gli intenti dei promotori sono contrari alle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio – afferma Urs-Peter Müller – e la Svizzera ne fa parte. Non può esimersi dagli impegni senza subire delle pesanti conseguenze».

Le proposte animaliste porterebbero poi ad un divieto dell’importazione di carne kasher e halal per gli ebrei e i musulmani, poiché escluderebbero la macellazione rituale.

Da quando queste pratiche sono bandite dal territorio svizzero, la Svizzera infrange inoltre uno dei principi della Carta europea dei diritti umani. Gli esperti sono convinti che un ulteriore irrigidimento porterebbe ad un incrinazione della convivenza religiosa interna.

Una commissione di esperti federali raccomanda al parlamento di rifiutare l’iniziativa popolare. Ma al contempo fa delle proposte alternative. Così si propone di permettere gli esperimenti sugli animali, solo se non esiste un’alternativa praticabile.

Castrazione

Un ulteriore punto, la castrazione dei giovani maiali senza anestesia – attualmente legale in Svizzera – dovrebbe scomparire entro il 2009. La commissione ritiene le sue proposte alla stregua di un controprogetto indiretto all’iniziativa popolare.

Ma gli iniziativisti, così come altri gruppi che si occupano di protezione degli animali, affermano di non voler discutere di queste proposte alternative.

«Rimane un grosso problema se la nuova legge permetterà ancora delle crudeltà contro gli animali. In un paese moderno, come la Svizzera, la crudeltà non ha diritto di esistere», ribadisce Roman Weibel.

swissinfo, Isobel Leybold-Johnson
(traduzione: Daniele Papacella)

Il Consiglio degli Stati dibatte sulla revisione della legge sulla protezione degli animali del 1978.

Il governo propone di rafforzare puntualmente alcune misure, come la formazione di chi si occupa di allevamento.

Ma i gruppi per la protezione degli animali non sono d’accordo: vogliono trasporti meno estenuanti, un bando all’importazione da paesi che non applicano standard analoghi e una riduzione drastica degli esperimenti su animali.

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