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Come la magistratura svizzera potrebbe far tremare Juan Carlos

un uomo bacia la mano di una donna
Nel 2011, Juan Carlos ha incontrato l'allora presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey durante un ricevimento ufficiale in Svizzera. Keystone / Lukas Lehmann

Le accuse di corruzione nei confronti dell'ex re di Spagna Juan Carlos hanno condotto all’apertura di indagini anche in Svizzera. L’inchiesta elvetica è utile anche per la Spagna; tra le sue conseguenze c’è la riapertura di un caso contro un'ex amante di Juan Carlos.

Nel 2008, l’ex re spagnolo Juan Carlos avrebbe ricevuto 100 milioni di dollari dall’allora re dell’Arabia Saudita, Abdullah bin Abdulaziz. Secondo i media, c’è il sospetto che questa donazione sia stata in realtà una tangente in relazione alla costruzione di un collegamento ferroviario ad alta velocità tra Medina e La Mecca. Nel 2011, il contratto è stato aggiudicato a un consorzio spagnolo, dopo una presunta mediazione di Juan Carlos.

I 100 milioni sono stati inizialmente versati senza detrazioni fiscali su un conto della banca privata Mirabaud di Ginevra a nome della Fondazione Lucum, con sede a Panama. Secondo il quotidiano Tribune de Genève, il principale beneficiario di questa fondazione era il re Juan Carlos.

Si presume che nel 2012 Juan Carlos abbia dato una parte del denaro – 65 milioni di euro – alla sua allora amante Corinna Larsen. Il denaro è stato trasferito su un conto alle Bahamas di un’altra banca privata ginevrina.

donna
Corinna Larsen nel 2015. AFP

Sempre secondo la Tribune de GenèveCollegamento esterno, il primo procuratore ginevrino Yves Bertossa sta indagando dal 2018 su Corinna Larsen e su altre due persone coinvolte, ovvero un gestore patrimoniale e un avvocato in Svizzera, che dirigeva la fondazione, in seguito al sospetto di riciclaggio di denaro. Anche le autorità giudiziarie spagnole stanno indagando. Bertossa non ha voluto rilasciare commenti sulle indagini a swissinfo.ch.

Per tutte le persone menzionate vale la presunzione di innocenza.

Juan Carlos può essere condannato?

Juan Carlos è stato re di Spagna fino al giugno 2014. Dopo essere stato coinvolto in una serie di scandali ha abdicato a favore del figlio Felipe. Secondo la Costituzione spagnola, la “persona del Re è inviolabile e non è soggetta a responsabilità”. Ciò significa che il re in carica gode dell’immunità ed è “intoccabile”.

“Il principio di ‘inviolabilità’ è inteso come un divieto di avviare procedimenti penali, civili, amministrativi o relativi al diritto del lavoro nei confronti del [attuale] re”, spiega Miguel Presno Linera, professore di diritto costituzionale all’Università di Oviedo. Nel 2019, la Corte costituzionale si è spinta oltre, affermando che il re è esente da “qualsiasi tipo di censura” o da critiche severe da parte di un’altra istituzione come ad esempio il Parlamento.

“Il principio di ‘inviolabilità’ è inteso come un divieto di avviare procedimenti penali, civili, amministrativi o relativi al diritto del lavoro nei confronti del [attuale] re”.

Miguel Presno Linera, professore di diritto costituzionale

“In base a un’interpretazione così ampia – e a mio parere ingiustificata – sarebbe vietato ritenere il re responsabile di qualsiasi azione commessa in vesti ufficiali o private”, afferma Presno Linera.

Anche l’avvocato Ignasi Guardans, professore emerito di diritto internazionale privato in Spagna ed ex membro dei parlamenti spagnolo ed europeo, afferma che “l’opinione prevalente tra gli avvocati in Spagna è che Juan Carlos non possa essere perseguito per i reati commessi prima del giugno 2014, ma solo per quelli dopo la sua abdicazione”.

In Spagna è in corso un grande dibattito sul significato giuridico e la legittimità di questa inviolabilità. Alcuni giuristi ritengono che si debba fare una distinzione tra le azioni durante l’incarico e quelle in veste di privato. Ad esempio, cosa succederebbe se il re dovesse uccidere sua moglie?

Stando a un comunicatoCollegamento esterno, il procuratore della Corte Suprema sta indagando su reati successivi al giugno 2014: “A differenza di reati quali l’incendio doloso o l’omicidio, l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro sporco non sono atti che vengono commessi in tempi brevi, ma si prolungano nel tempo”, osserva Guardans. Il reato potrebbe quindi essere iniziato prima del 2014 ed essersi perpetrato fino a dopo l’abdicazione.

Pertanto, è da vedere se il procuratore formulerà un’accusa nei confronti di Juan Carlos presso la Corte Suprema, l’unica sede in cui può essere accusato. Secondo i media spagnoli, la decisione cadrà alla fine di agosto o all’inizio di settembre. La Corte Suprema dovrà poi decidere se accogliere o meno l’atto d’imputazione.

L’inviolabilità di Juan Carlos vale anche in Svizzera?

“Secondo i principi del diritto internazionale, l’immunità garantita dalla propria Costituzione si applica anche all’estero. La Svizzera deve rispettare ciò che stipula la Costituzione spagnola sull’inviolabilità del re”, spiega Ignasi Guardans.

Secondo il professore di diritto Frank Meyer dell’Università di Zurigo, l’ordinamento spagnolo sull’inviolabilità non ha invece alcun effetto diretto in Svizzera. Juan Carlos poteva comunque godere di “immunità funzionale” fintanto che era re. “Ma questa immunità concerne azioni eseguite per lo Stato in qualità di pubblico ufficiale, quindi se ha agito come un privato essa non si applica”.

Ma questo non è ancora chiaro. Prima di tutto, occorre chiarire quali sono le azioni e i periodi di tempo in cui sarebbero avvenute. “Per atti di riciclaggio di denaro successivi, tale immunità non si applicherebbe”.

Come può la Svizzera aiutare la Spagna?

“Il 19 febbraio 2020, l’Ufficio federale di giustizia (UFG) ha ricevuto una richiesta di assistenza giudiziaria in materia”, conferma Sonja Margelist dell’UFG. “Il ministero pubblico della Repubblica del Cantone di Ginevra è stato delegato per la sua esecuzione il 9 marzo 2020”.

La Procura ginevrina non ha voluto rilasciare dichiarazioni a swissinfo.ch. Ma secondo la stampa spagnola, la Svizzera ha già inviato parte dei documenti richiesti il 1° luglio 2020. Stando a El PaísCollegamento esterno, in questi documenti c’è scritto che 65 milioni sono stati trasferiti dal conto svizzero della fondazione a Panama a Corinna Larsen.

Grazie a una richiesta di assistenza amministrativa che il ministero pubblico ginevrino ha rivolto alla Spagna, sono emersi molti dettagli, tanto che la Spagna ha persino riaperto il procedimento contro Corinna Larsen, inizialmente sospeso per mancanza di prove.

Il materiale dalla Svizzera è quindi molto utile per la Spagna. “I documenti giudiziari dalla Svizzera entreranno a far parte del processo in Spagna”, dice Guardans. “Tutto ciò che porta la firma di Bertossa è certo. Tutte le informazioni sul conto, le deposizioni, ecc. confluiscono direttamente nel processo”. In altre parole, il materiale proveniente dalla Svizzera è considerato una prova.

Come può la Spagna aiutare Bertossa?

Anche Ginevra ha presentato una richiesta di assistenza giudiziaria alla Spagna. Secondo il giornale online PúblicoCollegamento esterno, esiste una sorta di “patto” tra la Svizzera e la Spagna: i ministeri pubblici dei due Paesi hanno accettato di dividersi l’indagine. La procura spagnola sta indagando su Juan Carlos e sugli imprenditori che potrebbero aver avuto a che fare con i pagamenti provenienti dall’Arabia Saudita. Dal canto suo, la procura di Ginevra sta indagando sulle altre parti coinvolte, ovvero Larsen, il gestore patrimoniale e l’avvocato di Juan Carlos a Ginevra.

Prossimamente, la Spagna interrogherà Corinna Larsen e quanto scaturirà potrebbe essere rilevante anche per la Svizzera.

Traduzione dal tedesco: Luigi Jorio

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