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Gioia dopo l’amarezza: la 13esima pensione AVS secondo la Quinta Svizzera

Salvadanaio
La 13esima pensione AVS è un'entrata gradita da molti svizzeri e svizzere all'estero. KEYSTONE

Dopo la domenica di votazione sulle pensioni, svizzere e svizzeri all'estero non nascondono la propria gioia per i risultati, in particolare per la tredicesima rendita AVS. Tuttavia, ci sono anche alcune voci critiche.

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“Il giorno più felice dell’anno”, “perfetto”, “ben fatto” e “abbiamo vinto” sono solo alcune delle reazioni che abbiamo ricevuto dalla diaspora svizzera all’indomani della doppia votazione sulle pensioni. Oltre il 58% del popolo svizzero ha votato a favore della proposta dei sindacati di concedere una 13esima alle persone pensionate. Tra gli svizzeri e le svizzere all’estero, la percentuale supera il 65%.

>> La nostra analisi del voto della Quinta svizzera

Riflesso di un’esigenza

La maggioranza della diaspora elvetica considera questa iniziativa un passo avanti e un risultato che riflette un’esigenza. “Tutto aumenta. Non è giusto che le persone che hanno contribuito al boom economico del loro Paese debbano preoccuparsi del proprio futuro finanziario”, afferma Jean-Claude Grivel. Secondo Raymond Lehman, il responso delle urne è “finalmente un gesto a favore delle persone pensionate, che sono state duramente colpite dall’inflazione e dall’aumento degli affitti”.

L’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE) e la sua direttrice Ariane Rustichelli condividono l’analisi secondo cui il forte sostegno della diaspora “si spiega soprattutto con il fatto che sempre più persone si trasferiscono all’estero quando raggiungono l’età della pensione per poter vivere dignitosamente”, in quanto le loro pensioni non consentono di stare al passo con il costo della vita in Svizzera. Secondo gli ultimi dati dell’OSE del 2022, la rendita media mensile AVS per le persone pensionate svizzere all’estero era di 1’209 franchi.

Una Svizzera più sociale e unita

Reto Andreas Hälg, che è andato in pensione anticipata in Spagna, parla di una “svolta verso un approccio più sociale in una Svizzera bloccata nelle sue certezze liberali”. A lui si sono uniti molti altri, come Jacques Bernasconi, che si è detto “completamente soddisfatto” del risultato, ma ha ammesso di essere “sorpreso dal voto dei connazionali”.

Dalla Francia, Didier Schmidt ha votato a favore della 13esima pensione AVS e si è rallegrato dell’unità del popolo svizzero: “Non capita spesso di vedere una Svizzera unita (beh, quasi) e questo è bello da vedere”.

Per molti svizzeri all’estero, il voto ha dato vita a uno spirito di solidarietà che va accolto con favore. “È bene che la Svizzera pensi di tanto in tanto alle persone e a coloro che, ora in pensione, hanno contribuito alla buona salute del Paese”, afferma Gabriele Geyer. Bernard Grossenbacher ritiene che dovremmo “ringraziare soprattutto i giovani che hanno votato ‘sì’, perché faranno dei sacrifici”.

I “no”, però, si fanno sentire

Tuttavia, più di un terzo della diaspora svizzera ha votato contro la proposta di 13esima pensione AVS.  A sostegno di questa scelta ci sono diversi argomenti, come il rischio di “squilibrare le finanze dell’AVS”, dice Hervé Tiphaine, o il timore che  la rendita supplementare vada di pari passo con l’aumento dell’età pensionabile, rileva  Carlo Fusaro.

Alfred Mauron afferma che ci sarebbe dovuta essere una controproposta all’iniziativa e che “i partiti non hanno fatto il loro lavoro seriamente”. Avrebbe voluto una 13esima rendita per le persone che vivono solo grazie all’AVS. “Il finanziamento sarebbe stato più gestibile”. Come in Svizzera, il fatto che bisognerà cercare altre fonti di finanziamento per il fondo AVS sta causando polemiche anche tra la diaspora. .

Al pari di Armand Guggiari, c’è chi vede il voto come favorevole alle persone pensionate, ma egoista nei confronti delle giovani generazioni. Paule Donat-Magnin, ad esempio, si preoccupa della situazione per “la prossima generazione, che dovrà compensare”. Denis Mougenot sostiene che il “patto” non è stato rispettato da coloro che hanno votato: “Chiedono di salvare capra e cavoli, cioè introdurre una 13esima che però non è compensata dall’aumento dell’età pensionabile”.

Questa opinione è visibilmente condivisa dal 34,2% della diaspora svizzera che ha votato in misura maggiore rispetto al resto del popolo a favore della seconda iniziativa in votazione domenica, ovvero l’innalzamento dell’età pensionabile da 65 a 66 anni, per poi indicizzarla alla speranza di vita. “Possiamo supporre che sostenere la 13esima AVS e lavorare più a lungo fino a 66 anni fosse, per alcuni, la soluzione per finanziare questa rendita supplementare”, afferma Ariane Rustichelli.

Amarezza per la campagna

Al di là dell’esito del voto, molte svizzere e svizzeri all’estero ricordano con amarezza le ultime settimane di una campagna elettorale in cui sono stati presi di mira, in particolare dall’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice).

>> Leggi anche: Le persone pensionate svizzere all’estero che vivono lussuosamente sono l’eccezione

“L’UDC ha cercato di negare le esigenze finanziarie di cittadine e cittadini svizzeri all’estero. Dimentica che molti emigrano perché le loro pensioni non permetterebbero di sopravvivere in Svizzera”, sottolinea Jean-Pierre Garbade, dalle Filippine

Un’altra pillola che non è andata giù alla diaspora svizzera è stata la lettera inviata alle famiglie firmata da diversi ex consiglieri federali, che esortava la popolazione a rifiutare una 13esima AVS. Henri Keller ha definito “disgustoso” il fatto che “personalità politiche facoltose abbiano cercato di spaventare la gente per influenzare il voto”. Sebbene altri svizzeri e svizzere all’estero abbiano preso la notizia con più filosofia, resta il fatto che l’azione è stata piuttosto controproducente, a giudicare dalle reazioni raccolte all’estero.

A cura di Samuel Jaberg

Traduzione: Zeno Zoccatelli

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