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Un aereo della compagnia Swiss atterra allo scalo di Zurigo Kloten.

Oggi in Svizzera

Care svizzere e cari svizzeri all'estero,

alla fine Zurigo ha dovuto rinunciare: il Böögg, il pupazzo che simboleggia l'inverno, non è stato dato alle fiamme sulla Piazza della Sechseläutern, come vuole la tradizione.

Ieri, per la prima volta nella storia, l'organizzazione dell'evento ha deciso di non accendere il rogo a causa delle forti raffiche di vento.

Il resto del programma della festa della primavera si è svolto regolarmente, con il corteo lungo le strade del centro cui hanno preso parte 3'500 rappresentanti delle varie corporazioni, 350 cavallerizzi, 50 carrozze e 30 bande musicali.

Per il pupazzo riempito di petardi si prospetta ora una sua accensione nel canton Appenzello Esterno. In realtà non si tratta della prima volta: tre anni fa, durante la pandemia, il Böögg fu ospitato nel Canton Uri.

Buona lettura.

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Un impiegato lavora sul al computer sul tavolo di casa.
KEYSTONE

Un primo passo verso l’applicazione delle intese che regolano il telelavoro della manodopera frontaliera stipulate con Italia e Francia lo ha compiuto ieri la Camera bassa.

Il progetto del Governo che attua a livello normativo i due accordi bilaterali è stato infatti approvato dal Consiglio Nazionale. Oltre a stabilire un tetto al lavoro svolto a casa dalle e dai pendolari residenti all’estero, la normativa conferma la competenza fiscale della Confederazione anche per la quota dell’attività professionale esercitata al proprio domicilio da queste collaboratrici e collaboratori.

La nuova disciplina, che risponde a un’esigenza manifestatasi in seguito alla pandemia, costituisce una deroga al principio internazionale generale, secondo cui è competente a prelevare tributi lo Stato in cui viene svolto materialmente il lavoro.

La manodopera frontaliera italiana avrà però un trattamento diverso rispetto ai colleghi francesi. L’intesa sottoscritta con Roma fissa un tetto massimo di telelavoro annuale pari al 25% mentre con la Francia la quota concordata per questa modalità di lavoro sale al 40%.

Il logo di un noto fornitore di sistemi di IA.
KEYSTONE/Copyright 2023 The Associated Press. All rights reserved

Il futuro è già tra noi ma per fortuna ce ne siamo accorti. Almeno così sembra emergere dal sondaggio condotto dal portale comparis.ch sui nuovi sistemi di intelligenza artificiale rivolti alle consumatrici e ai consumatori.

La quota di persone che hanno interagito con i nuovi strumenti tipo chatbot è salita negli ultimi tre anni dal 38% al 63% (la metà ha utilizzato almeno una volta ChatGPT o Gemini). Ma la cosa forse più sorprendente è che due interpellati/e su tre (61%) afferma di preferire le comunicazioni con i robot virtuali alle lunghe attese al telefono con i vari call center.

Percentuale che sale al 72% in merito alle richieste di informazioni riguardanti determinati contenuti su un sito web, dove anche in questo caso le macchine virtuali prevalgono sull’operatrice o sull’operatore di turno. In generale il 62% si dice soddisfatto/a di queste novità tecnologiche.

Quando invece c’è di mezzo la salute le opinioni cambiano diametralmente: solo il 15% del campione demoscopico (19% nel 2021) parlerebbe volentieri con un chatbot al posto di una o un professionista del settore per problemi psichici, il 21% per problemi fisici (25% tre anni fa) e il 26% in caso di dolori e fosse indeciso se recarsi da un medico. Nelle situazioni delicate la fiducia nei confronti dell’IA sembra scemare rapidamente, anche perché non è dimostrato che in questi ambiti la tecnologia sia in grado di sostituire l’uomo. 

Un aereo della compagnia Swiss atterra allo scalo di Zurigo Kloten.
KEYSTONE/© KEYSTONE / MICHAEL BUHOLZER

Nonostante i venti di guerra non si siano sopiti in Medio Oriente, la compagnia Swiss è tornata a volare, almeno parzialmente, nella regione. Oggi a Zurigo è decollato il primo apparecchio a destinazione di Tel Aviv.

I voli verso Beirut rimangono invece sospesi fino al 18 aprile. Dopo un’analisi approfondita, recita un comunicato, il vettore elvetico controllato da Lufthansa è giunto alla conclusione di poter garantire la sicurezza delle operazioni di volo.

Stiamo monitorando la situazione molto attentamente – indica la nota di Swiss – e apporteremo immediatamente le necessarie modifiche al nostro programma di volo”, in caso di cambiamenti del contesto politico e militare. “La sicurezza dei passeggeri e degli equipaggi è una priorità assoluta”.

La compagnia elvetica venerdì scorso aveva comunicato che avrebbe evitato lo spazio aereo iraniano, con ripercussioni orarie per le rotte asiatiche (Hong Kong, Bangkok, Singapore, Delhi e Mumbai). Domenica erano stati invece interrotti temporaneamente i collegamenti con Beirut e Tel Aviv.

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Un cane da valanga e un soccorritore si dirigono verso un elicottero della REGA.
KEYSTONE/© KEYSTONE/ VALENTIN FLAURAUD

È stato un anno impegnativo il 2023 per la REGA, il servizio di soccorso aereo, che è dovuto intervenire in media 53 volte al giorno in tutta la Confederazione, per un totale di 21’000 operazioni.

In leggera diminuzione rispetto all’anno precedente – che è stato particolarmente laborioso – le missioni effettuate con elicotteri (15’695, -3,5%), in particolare quelli diretti sul posto dove è avvenuto l’infortunio (9’282, -5,4%).

Discorso analogo per l’impiego dei jet, intervenuti 1’021 volte in missioni (-2,3%) e in altri 1’014 casi per il rimpatrio di pazienti in Svizzera (-2,9%).

A conferma della propria capillarità nella Confederazione, la REGA ha raggiunto il numero di 3,62 milioni di sostenitori e sostenitrici a fine 2023. In prospettiva la guardia aerea di soccorso rinnoverà la propria flotta con l’acquisto di 21 elicotteri dell’Airbus.

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