The Swiss voice in the world since 1935
In primo piano
Democrazia diretta in Svizzera
Proteste in piazza.

La settimana in Svizzera

Care svizzere e cari svizzeri all’estero,

Benvenuti alla nostra consueta selezione delle notizie più significative e interessanti della settimana appena trascorsa in Svizzera. 

In questi giorni, migliaia di studenti sono scesi in piazza per manifestare, in particolare contro la proposta di aumento delle tasse universitarie. Tra le altre notizie di rilievo, continua il dibattito sulla combattuta votazione sull'identità elettronica (e-ID) e la compagnia aerea Swiss si trova a dover incrementare i propri profitti. 

Un caro saluto da Berna.

Manifestazione in piazza.
Migliaia di studenti hanno protestato mercoledì davanti al Palazzo federale di Berna. Keystone / Peter Klaunzer

Questa settimana, la Svizzera è stata teatro di vaste proteste studentesche contro il previsto raddoppio delle tasse universitarie e i tagli al settore dell’istruzione. I manifestanti hanno espresso forte preoccupazione per le pari opportunità e per il futuro della Svizzera come polo di ricerca.

Mercoledì, oltre 2’000 studenti hanno manifestato a Berna e in altre città per opporsi al pacchetto di sgravi finanziari del Governo federale. Tale pacchetto comporterebbe un significativo aumento delle tasse universitarie e drastici tagli alla ricerca e alla formazione. In concomitanza, l’Associazione delle organizzazioni studentesche svizzere (VSS) ha consegnato alla Cancelleria federale una petizione che ha raccolto 37’361 firme.

Le conseguenze di queste misure di austerità sono ritenute gravi: si temono un allungamento dei tempi di studio, un incremento del lavoro studentesco, un ritardo nell’ingresso nel mondo professionale, un danno alla cooperazione internazionale e un indebolimento generale della capacità innovativa del Paese. Secondo quanto riportato dai media della SSR, sarebbero a rischio fino a 700 progetti di ricerca e circa 2’000 posti di lavoro.

Studenti e ricercatori chiedono con forza un sistema universitario finanziato in modo equo, che garantisca un accesso aperto e inclusivo. Le manifestazioni, svoltesi anche a Zurigo, Losanna e Basilea, hanno evidenziato un ampio dissenso verso misure percepite come un attacco diretto al futuro dell’istruzione e della ricerca in Svizzera.

Un automobilista esibisce una patente elettronica.
Nel Canton Neuchâtel è in corso un progetto pilota di patente elettronica. Keystone / Cyril Zingaro

Il risultato del voto di domenica sull’identità elettronica (e-ID) è stato estremamente risicato, con un’approvazione del 50,4%. Questo margine sottile riflette i profondi timori e la diffidenza diffusa verso la nuova carta d’identità digitale e le potenziali capacità di controllo da parte dello Stato.

Come analizzato dal mio collega Balz Rigendinger, l’elettorato delle aree rurali e di orientamento conservatore si è mostrato particolarmente scettico. La sua mobilitazione è stata influenzata anche dalla contemporanea votazione sull’abolizione del valore locativo. Tra queste persone prevale il timore di un’ingerenza dello Stato nella vita digitale quotidiana e una generale diffidenza verso l’adozione di nuove tecnologie sui propri smartphone.

Nonostante la proposta sia stata rivista rispetto alla versione bocciata nel 2021, garantendo che i dati rimangano sotto il controllo statale, persiste un forte scetticismo. Si teme che l’uso dell’e-ID possa diventare obbligatorio in un numero crescente di settori. A ciò si aggiunge la diffidenza verso l’intelligenza artificiale, percepita come uno strumento potente, poco trasparente e dominato da grandi aziende, alimentando paure sulla perdita di controllo e sull’uso improprio dei dati.

Circa un terzo della popolazione svizzera incontra difficoltà nell’uso delle tecnologie digitali. Sebbene l’adozione dell’e-ID sia su base volontaria, si prevede che la pressione sociale per utilizzarla aumenterà in modo significativo. Le autorità hanno ora il compito di prendere sul serio queste preoccupazioni e di promuovere attivamente l’inclusione digitale, per evitare di ampliare ulteriormente il divario tra gli utenti esperti e coloro che hanno meno familiarità con la tecnologia.

Le due torri dell'azienda farmaceutica svizzera Roche a Basilea.
Le due torri dell’azienda farmaceutica svizzera Roche dominano il paesaggio urbano di Basilea. KEYSTONE/Georgios Kefalas

L’imprevedibilità del Governo statunitense si è manifestata ancora una volta questa settimana con la minaccia di dazi sui prodotti farmaceutici: annunciati per il primo ottobre, la loro entrata in vigore è stata poi posticipata.

La settimana scorsa, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva annunciato a sorpresa l’introduzione di nuovi dazi sui prodotti farmaceutici. A partire dal primo ottobre, le importazioni negli Stati Uniti di farmaci di marca e brevettati avrebbero dovuto subire una sovrattassa del 100%, scatenando la forte reazione dell’industria farmaceutica.

Secondo quanto appreso dall’agenzia di stampa tedesca, la Deutsche Presse-Agentur, da fonti governative statunitensi, questi dazi non saranno applicati, almeno per il momento. Non sono state fornite motivazioni specifiche per questa marcia indietro.

Nel frattempo, per evitare i dazi punitivi, i due colossi farmaceutici svizzeri Roche e Novartis avevano già annunciato programmi di investimento miliardari negli Stati Uniti. Parallelamente, l’azienda americana Pfizer ha raggiunto un accordo con il Governo statunitense per l’acquisto di farmaci a prezzi più bassi, una notizia che giovedì ha provocato un forte rialzo dei titoli farmaceutici in borsa.

Un aereo sullo sfondo e sagome in scuro dell'equipaggio in primo piano
Non è ancora chiaro in che misura gli equipaggi di Swiss saranno interessati dalle misure. KEYSTONE/Laurent Gillieron

Nonostante gli ottimi risultati conseguiti, Lufthansa impone alla sua controllata Swiss un rigido programma di risparmio con l’obiettivo di aumentare in modo massiccio gli utili del gruppo. Alla compagnia aerea svizzera è richiesto di contribuire con centinaia di milioni di franchi alla crescita dei profitti, una misura che comporterà conseguenze significative per il personale e le strutture. 

Swiss dovrà partecipare all’utile del gruppo con un minimo di 160 milioni di franchi all’anno. Secondo un’analisi dettagliata del quotidiano Tages-Anzeiger, una stima meno prudente potrebbe addirittura raddoppiare questa cifra. I vertici di Lufthansa ritengono che in Swiss esista un notevole potenziale di risparmio, soprattutto a causa dei costi operativi elevati e di salari  onerosi. 

Nonostante i costi alti e la forza del franco, nel 2024 Swiss ha registrato il miglior margine di profitto all’interno del Gruppo Lufthansa, con un utile di poco inferiore ai 700 milioni di franchi. Tuttavia, l’aumento delle tariffe aeroportuali, i costi di manutenzione e i nuovi contratti collettivi di lavoro stanno esercitando una pressione crescente sui conti. Il gruppo sta quindi pianificando programmi di efficienza centralizzati e tagli di posti, in particolare in Germania, mentre le misure specifiche per la Svizzera restano ancora da definire. 

Una delle prime mosse per ridurre i costi prevede il trasferimento interno di circa 70 assistenti di volo da Swiss alla consociata Edelweiss, che ha necessità di personale. Questa operazione riflette la strategia di  Lufthansa di riorganizzare la divisione del lavoro: le filiali minori si concentreranno sulle rotte a corto raggio, mentre i marchi principali gestiranno i voli verso le destinazioni più lontane. 

La corsa dei maialini.
Il “Säulirennen” è una tradizione centrale dell’Olma di San Gallo, così come il bratwurst. Keystone / Gian Ehrenzeller

La prossima settimana

La settimana dei Premi Nobel è ormai alle porte. Da lunedì a venerdì, ogni giorno verso l’ora di pranzo, verrà annunciato un vincitore: si inizierà con Fisiologia o Medicina, per poi proseguire con Fisica, Chimica, Letteratura e infine Pace (il premio per l’Economia sarà invece assegnato il 13 ottobre). Tra i favoriti di quest’anno figurerebbero anche una scienziata e uno scienziato svizzeri.

Sempre lunedì, verrà presentata la nuova guida gastronomica Gault Millau, che svelerà i nomi degli “Chef dell’anno”.

Giovedì si apriranno le porte dell’82ª edizione dell’Olma a San Gallo. Con una durata di dieci giorni, è la più grande fiera svizzera aperta al pubblico, dedicata all’agricoltura e all’alimentazione. Un appuntamento da non perdere è la tradizionale corsa dei maialini (“Säulirennen”).

Infine, venerdì uscirà l’atteso album di debutto di Nemo, la star dell’Eurovision, intitolato “Arthouse”.

I più letti
Quinta Svizzera

I più discussi

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR