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Quell’amicizia militare che lega da tempo Svizzera e Finlandia

Banda militare
La banda dell'esercito finlandese in Svizzera, al festival musicale di bande militari Basel Tattoo, nel 2012. Keystone / Georgios Kefalas

Dalla Seconda guerra mondiale, Finlandia e Svizzera sono legate da un progetto militare: lo scambio di ufficiali. In vista delle elezioni presidenziali finlandesi, Andreas Suppiger, dell'Associazione finno-svizzera degli ufficiali (AFSU), racconta in un'intervista la commemorazione dell'eroe nazionale del Paese nordico Carl Gustaf Mannerheim, l'idea di difesa nei due Paesi e cosa potrebbe cambiare con l'adesione della Finlandia alla NATO.

Oltre 70 anni fa, il presidente finlandese ed eroe di guerra Carl Gustaf Mannerheim diede il via a una tradizione che prosegue tuttora: lo scambio di ufficiali.

Su iniziativa di Mannerheim, che trascorse i suoi ultimi anni di vita sul Lago Lemano, nel 1949 un ufficiale finlandese si recò per la prima volta in Svizzera per un programma di scambio.

Le dimensioni dei due piccoli Paesi in termini di popolazione, la fiducia nell’esercito di milizia e la neutralità hanno rappresentato dei punti in comune per molto tempo.

Sia la Svizzera che la Finlandia erano neutrali durante la Guerra fredda ma, mentre la Svizzera ha sempre e svolto solo esercitazioni di combattimento in patria e all’estero, il successo della Finlandia nella guerra d’inverno contro l’Unione Sovietica nel 1939/1940 ha fornito al Paese un punto di riferimento.

Nel 2011, la rivista specializzata in ambito militare “Allgemeine schweizerische Militärzeitschrift” ha celebrato l'”amicizia finno-svizzeraCollegamento esterno” scrivendo a che punto la Finlandia è diventata un modello e un mito per alcune persone in Svizzera, prima e durante la Guerra fredda. “Per le persone di oggi – si legge – le emozioni e le speranze che l’eroica resistenza dei finlandesi nella guerra d’inverno ha suscitato in Svizzera” sono difficili da comprendere.

Vecchia foto, persona al centro cammina
Carl Gustaf Emil Mannerheim nel febbraio del 1947 alla stazione di Losanna. Keystone / Regamey

Lo scambio di ufficiali è un aspetto di questa amicizia che continua ancora oggi.

Anche l’adesione alla NATO, con la quale la Finlandia ha rinunciato alla sua neutralità, non dovrebbe cambiare questo rapporto, afferma in un’intervista Andreas Suppiger, presidente dell’Associazione finno-svizzera degli ufficiali (AFSU).

SWI swissinfo.ch: Chi sente parlare per la prima volta dell’Associazione finno-svizzera degli ufficiali, la trova una cosa curiosa. Lei come vi è entrato?

Andreas Suppiger: Nel 2010, per lavoro ho accompagnato un commilitone finlandese in Svizzera. Era un ufficiale che stava svolgendo uno scambio nell’ambito della borsa Mannerheim. Ogni anno invitiamo un ufficiale finlandese in Svizzera per fargli conoscere il nostro esercito svizzero. In cambio, due ufficiali elvetici possono visitare la Finlandia ogni anno.

Sono venuto a conoscenza dell’associazione solo grazie a questo commilitone finlandese. Prima di allora, a dire il vero, non ne sapevo nulla, così come non sapevo nulla del maresciallo Mannerheim.In seguito, ho chiesto di diventare membro dell’AFSU e mi è stato permesso di visitare le forze di difesa finlandesi nell’ambito del programma.

Come è stata la sua esperienza in Finlandia?

Ciò che ho apprezzato di più sono stati gli scambi informali con i commilitoni finlandesi di pari grado sulle sfide del lavoro. Ho avuto modo di conoscere più da vicino le forze di difesa del Paese. Essendo di nazionalità svizzera, ero interessato anche alla marina – ha un che di esotico per chi viene da un Paese senza sbocchi sul mare. Ho potuto partecipare a riunioni presso il quartier generale di Helsinki, visitare l’accademia militare di Santahamina e viaggiare in gran parte della Finlandia.

Il programma della borsa è leggermente diverso ogni anno, a seconda degli interessi personali. I temi che i borsisti perseguono toccano le similitudini nella formazione e nell’organizzazione militari.

uomo in uniforme guarda nell obiettivo
Andreas Suppiger, 48 anni, è presidente dell’Associazione finno-svizzera degli ufficiali. È ufficiale di professione e capogruppo per i comparti di bachelor all’Accademia militare presso il Politecnico di Zurigo. zur Verfügung gestellt

Quali sono le somiglianze?

La somiglianza sta nel sistema di milizia. In Finlandia, come in Svizzera, il servizio militare è obbligatorio. In questo sistema, i militari di carriera hanno il compito di formare i quadri della milizia alla guida e all’istruzione delle loro truppe.

Cosa accomuna le società di Svizzera e Finlandia in termini di difesa?

L’idea di difesa è presente nei due Paesi. L’obbligo generalizzato di prestare servizio è percepibile/riconoscibile in tutta la società. In Svizzera, lo si vede nelle associazioni al di fuori del servizio militare, ad esempio nei club di tiro. In Finlandia, gli ufficiali si incontrano regolarmente, spesso il fine settimana, per delle formazioni continue volontarie e godono di un grande sostegno da parte della popolazione civile. Nelle basi militari si impegnano anche volontari e volontarie civili.

Volontari e volontarie civili nelle caserme?

Sì. Per esempio, il movimento femminile Lotta, che gestisce un chiosco sulla piazza d’armi e fornisce ai soldati del cibo e degli articoli d’igiene a prezzi vantaggiosi. In Finlandia, il sostegno all’esercito è elevato.

L’obbligo di prestare servizio è ancor più radicato che in Svizzera – anche se, durante le ultime votazioni riguardanti l’esercito nella Confederazione, è emerso un buon livello di sostegno da parte della popolazione elvetica. È comunque comprensibile che sia più marcato in Finlandia, poiché il Paese deve garantire la sicurezza sulla lunga frontiera con la Russia, che da poco è la nuova frontiera esterna della NATO.

In che modo l’adesione alla NATO modificherà il rapporto della Finlandia con la Svizzera?

Al momento dobbiamo ancora acquisire esperienza su come la Finlandia evolverà in quanto membro della NATO. Finora, gli scambi sono stati molto aperti. Siamo curiosi di scoprire in che modo la situazione si svilupperà: potremo continuare a discutere in modo altrettanto aperto o la NATO imporrà delle restrizioni alla Finlandia? Non abbiamo ancora dati empirici in proposito, ma la Finlandia si mostra sempre interessata.

Penso che lo scambio resti rilevante per la Svizzera. L’agenda politica prevede uno scambio più intenso con la NATO e la Svizzera partecipa al Partenariato per la pace come Paese non membro. Ciò ci permette di tastare il polso della situazione grazie ai nostri commilitoni finlandesi e di acquisire esperienza.

Bandiere
La bandiera della NATO davanti alla sede del Ministero della difesa finlandese, aprile 2023. Lehtikuva

Durante la Guerra fredda, l’opinione pubblica svizzera considerava la Finlandia un punto di riferimento come Stato neutrale che si è difeso con successo contro l’Unione sovietica. Questo aspetto è stato messo forse in secondo piano negli ultimi trent’anni, ma è ora nuovamente di attualità con la guerra di aggressione russa nei confronti dell’Ucraina. Tuttavia, con l’adesione alla NATO, la neutralità non è più un punto in comune.

In futuro, dovremo capire quali sono i temi di cui potremo discutere. Spero che l’atteggiamento aperto continuerà. Come ho detto, in quanto Svizzera, possiamo ottenere molto da parte finlandese.

La Finlandia ora aumenterà il budget per la difesa fino a raggiungere il 2% del prodotto interno lordo, come esige la NATO. È appassionante. Come faranno? Qual è il sostegno della popolazione? Come viene giustificato? Anche in Svizzera aumentiamo il budget della difesa, anche se non nella stessa misura. Avremo forse l’opportunità di discutere del modo in cui spiegarlo alla popolazione.

Per noi, è sempre impressionante vedere come i commilitoni finlandesi utilizzano il loro budget, come trovano soluzioni pragmatiche nella formazione e come traggono il meglio da ciò che hanno a disposizione.

Il loro budget era finora inferiore a quello dell’esercito svizzero e sono comunque riusciti a far funzionare una marina con esso. Nella formazione, non è sempre necessario puntare al prodotto di alta gamma, come è il caso in Svizzera. Possiamo anche adottare approcci più semplici.

Perché Carl Gustaf Mannerheim ha iniziato a invitare ufficiali finlandesi in Svizzera nel 1949?

Si trattava di permettere a ufficiali finlandesi di seguire formazioni dell’esercito svizzero. Dal 1970, ufficiali elvetici effettuano una visita annuale in Finlandia. All’inizio, era organizzato dall’Associazione svizzera degli amici della Finlandia (ASAF). Dal 1989, è sotto il patrocino dell’AFSU, fondata all’epoca.

Carl Gustaf Mannerheim fu presidente della Repubblica finlandese dal 1944 al 1946. Già a partire dal 1943, si recò per dei soggiorni di cura in Svizzera a Lugano, Losanna e Montreux. Trascorse gli ultimi anni della sua vita sul lago Lemano. Lì, scrisse le sue memorie e istituì la prima borsa destinata a familiarizzare gli ufficiali finlandesi con l’esercito svizzero.

Mannerheim è considerato un simbolo dell’unità nazionale in Finlandia perché riuscì a organizzare con successo la resistenza contro l’esercito sovietico nel 1939/1940. Dal 1941 al 1944, la Finlandia ha combattuto a fianco della Germania nazista sotto la guida di Mannerheim nella cosiddetta “Guerra di continuazione” contro l’Unione sovietica. Secondo il Dizionario storico della Svizzera, Mannerheim “influenzò in maniera decisiva l’immagine della Finlandia in Svizzera”.

Immer Anfang Juni feiern wir das Gedenken beim Mannerheim-Denkmal in Montreux-Territet. Insgesamt nehmen etwa 250 Leute an dem Gedenken teil. Neben unseren Mitgliedern kommen die Leute vom SVFF, Vertreter aus der Armeeführung, von den Botschaften und das Stadtpräsidium von Montreux. Regelmässig reisen auch Finninnen und Finnen extra für die Gedenkfeier nach Montreux.

Wir gedenken den Verdiensten von Marschall Mannerheim und versuchen dabei auch, eine Brücke zur Schweiz zu schlagen: zum Wehrgedanken, zu einer kleinen Nation mit einer eher kleinen Armee, die sich aber in einem Notfall verteidigen könnte.

memoriale
Corone di fiori vengono deposte durante la commemorazione dei cent’anni dalla nascita di Carl Gustaf Mannerheim, il 10 giugno 1967. Keystone / Str

La volontà dell’AFSU era di mantenere viva la memoria del maresciallo Mannerheim, che in Finlandia è considerato un eroe nazionale. Mannerheim aveva grande stima per la Svizzera e la sua popolazione. Ha passato l’ultimo periodo della sua vita alla clinica di Valmont, vicino a Montreux. Il fatto che il maresciallo abbia potuto trascorrere degli anni felici in Svizzera è un aspetto molto apprezzato in Finlandia.

All’inizio di giugno, celebriamo sempre una commemorazione presso il monumento a Mannerheim di Montreux-Territet. Circa 250 persone vi partecipano. Oltre ai nostri membri, ci sono persone dell’ASAF, rappresentanti dei vertici dell’esercito, delle ambasciate e del municipio di Montreux. Anche dalla Finlandia arrivano persone apposta per la commemorazione.

Celebriamo i successi del maresciallo Mannerheim e tentiamo al contempo di costruire un ponte verso la Svizzera, verso l’idea di difesa, verso un piccolo Paese con un esercito piuttosto piccolo, ma che potrebbe difendersi in caso di emergenza.

Un altro comandante dell’esercito finlandese negli anni Quaranta aveva un legame con la Svizzera: Karl Lennart Oesch era uno svizzero all’estero di seconda generazione fino alla sua entrata nelle forze armate della Finlandia. La sua associazione commemora anche questa figura?

Durante le nostre celebrazioni parliamo sempre del legame con Karl Lennart Oesch, che aveva radici nel canton Berna. Per molto tempo è restato nell’ombra nella storiografia finlandese, ma notiamo come la sua storia viene sempre più rivisitata nel Paese.

Karl Lennart Oesch era figlio di emigranti svizzeri che gestivano un caseificio in Finlandia. Oesch combatté come volontario per il Reich tedesco nella Prima guerra mondiale e successivamente fece carriera nell’esercito finlandese. Rinunciò alla nazionalità svizzera quando divenne un soldato professionista finlandese.

Durante la Guerra d’inverno (1939-1940) e la Guerra di continuazione (1941-1944), fu luogotenente generale e fu considerato un genio militare.

Dopo l’armistizio con l’Unione Sovietica, Karl Lennart Oesch fu imprigionato come criminale di guerra su insistenza di Stalin. Solo nel 2008 l’ambasciata svizzera ha riabilitato Oesch organizzando una conferenza a Helsinki. Per tutta la vita, parlando della sua identità, Oesch ha affermato: “Sarò anche nato in Finlandia, ma le mie origini mi rendono chiaramente svizzero”.

Da due anni abbiamo anche un discendente della famiglia Oesch all’AFSU. Abbiamo anche discusso se chiamare i borsisti svizzeri in Finlandia borsisti Oesch. Tuttavia, per motivi di tradizione abbiamo deciso di non farlo.

A cura di David Eugster

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