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Spagna: Sánchez lancia piano anti-corruzione elaborato con l’OCSE

Keystone-SDA

Il governo spagnolo propone al Congresso di approvare un "piano statale di lotta contro la corruzione", con "15 importanti misure", elaborato "insieme all'OCSE" (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa): lo ha detto il premier Pedro Sánchez.

(Keystone-ATS) Riferendo in aula sull’inchiesta che coinvolge ex esponenti del suo Partito socialista, il capo del governo ha affermato che “l’obiettivo è situarci all’avanguardia in Europa su questo argomento”.

Tra le misure proposte, Sánchez ha indicato l’attivazione di “un’agenzia di integrità pubblica, indipendente”, per contrastare pratiche corrotte, più “controlli sui partiti politici” e la richiesta di “sistemi di ‘compliance’ anti-corruzione alle aziende che puntano a contratti con l’amministrazione pubblica”. Il leader iberico ha anche annunciato “maggior protezione” in favore di chi denuncia e l’attivazione di “canali di denuncia” da parte di amministrazioni pubbliche e aziende.

Inoltre, ha spiegato di puntare a “rafforzare il sistema giudiziario” per la lotta contro la corruzione, con la “creazione di sezioni specializzate” nei tribunali e l’attribuzione di “carattere preferenziale” alle cause in cui sono coinvolte cariche pubbliche per contrastare le “dilazioni indebite” che si verificano talvolta in questi tipi di inchieste. Verrà anche rafforzata la Procura anti-corruzione, ha aggiunto.

Sánchez ha poi sostenuto che per contrastare efficacemente questo fenomeno non vanno solo puniti “i corrotti”, ma anche “i corruttori”, ovvero coloro che pagano tangenti, “aziende e imprenditori che sono soliti eludere l’azione della giustizia”: a tal fine verranno indurite le pene per reati contro l’amministrazione pubblica, saranno estesi i termini per la prescrizione in questi casi, si imporranno multe salate “calcolate sulle entrate annuali” e sarà stilata una “black-list” delle imprese corruttrici per evitare che possano ottenere nuovi appalti pubblici.

Come ultimo punto, il premier spagnolo ha affermato che è necessario “generare una vera cultura dell’integrità”, con campagne di sensibilizzazione e più formazione “in integrità e prevenzione” per i dipendenti pubblici. “Questo è un piano ambizioso, onesto e realista”, ha sostenuto Sánchez, aggiungendo che insieme all’OCSE è stato “concordato un sistema di supervisione” per verificare che venga attuato.

Sánchez era chiamato oggi a riferire al Congresso dei deputati sul caso di presunta corruzione che ha scosso l’ambiente nelle ultime settimane e messo in difficoltà il governo: un’inchiesta su un possibile giro di tangenti in cambio dell’assegnazione di appalti pubblici, in cui sono indagati due ex stretti collaboratori del primo ministro, Santos Cerdán (ex segretario organizzativo del Partito socialista) e José Luis Ábalos (e ministro dei trasporti).

“Vengo qui con una sensazione di profonda delusione prima di tutto verso me stesso e soprattutto verso coloro di cui non avrei mai dovuto fidarmi. Ma anche con la sicurezza di essere un politico pulito e con l’orgoglio di chi guida un partito esemplare”, ha affermato il premier nel suo intervento.

“Ho valutato la possibilità di dimettermi e convocare elezioni, nelle prime fasi di questa crisi mi sembrava la soluzione più semplice. Ma dopo aver riflettuto e parlato con molte persone, ho capito che arrendersi non è mai un’opzione”, ha ancora affermato Sánchez. “Per questo, dico ai cittadini e a voi deputati che non mi arrendo e che continueremo”, ha aggiunto.

Nel corso dell’intervento, il leader iberico ha dato dettagli di come conobbe i due socialisti indagati e di come decise di affidare loro ruoli di massima responsabilità nel PSOE (segretario organizzativo nel caso prima di Ábalos e poi di Cerdán) e nel governo nel caso di Ábalos (ministro dei trasporti tra il 2018 e il 2021).

“È evidente che ho sbagliato a fidarmi di loro”, ha detto, sostenendo però di “non conoscere le presunte attività corrotte” che il giudice attribuisce loro in via ipotetica prima che tale tesi venisse alla luce pubblicamente. “Ancora una volta chiedo scusa ai cittadini, e lo faccio dalla sede della sovranità popolare”, ha detto Sánchez.

L’appuntamento odierno è stato descritto come cruciale dagli analisti perché sono attese prese di posizione sulla tenuta del governo da parte degli alleati parlamentari che lo sostengono, una maggioranza variegata di cui fanno parte formazioni di sinistra radicale e territoriali, tra queste i catalanisti di Junts e gli indipendentisti baschi di Eh Bildu.

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