
Svizzera: un quarto volume ghiacciai scomparso in ultimi dieci anni

I ghiacciai svizzeri hanno perso il 3% della loro superficie nel corso dell'estate appena conclusa. Negli ultimi dieci anni è dunque scomparso un quarto del volume complessivo.
(Keystone-ATS) Già nella prima metà di luglio la poca neve accumulatasi lo scorso inverno era completamente scomparsa, per cui lo strato di ghiaccio ha iniziato a diminuire precocemente come mai prima, si legge in un comunicato odierno della Rete di monitoraggio dei ghiacciai svizzeri (GLAMOS), della Commissione Svizzera per l’osservazione della Criosfera (CSC) e dell’Accademia svizzera di scienze naturali (SCNAT).
Il successivo abbassamento delle temperature ha portato un po’ di tregua, ma “lo scioglimento ha comunque raggiunto un livello altissimo”, riferisce il direttore della GLAMOS Matthias Huss a Keystone-ATS. Soltanto nel 2003 – quando l’estate fu estremamente calda – nel 2022 e nel 2023 il volume perso è stato superiore.
Perso il volume dei laghi di Bienne e Hallwil
Per la precisione sono scomparsi 1,4 chilometri cubici di ghiaccio, sufficienti per riempire completamente i laghi di Bienne (BE) e di Hallwil (AG). Come conseguenza lo spessore del Clariden (GL), della Plaine Morte (BE) o del Silvretta (GR) è diminuito di oltre due metri. Un po’ meglio è andata ai vallesani Allalin e Findel che hanno perso “solo” un metro di profondità.
Secondo le proiezioni a fine 2025 la Svizzera avrà ancora 45,1 km3 di ghiacciai, 30 in meno rispetto al 2000. Secondo il rapporto dettagliato della GLAMOS lo scioglimento ha subito una forte accelerazione negli ultimi decenni: tra il 2000 e il 2010 è andato perso il 10% del volume di ghiaccio, tra il 2010 e il 2020 il 14%, ma dal 2015 a oggi la percentuale sale già al 24%.
Secondo Huss, “c’è ancora un piccolo margine di manovra per conservare i ghiacciai”, tuttavia entro il 2100 la quasi totalità di questi saranno scomparsi, sebbene “quelli più grandi possano ancora venire salvati”, aggiunge il ricercatore. Ciò a patto che misure di salvaguardia del clima vengano applicate su scala mondiale.
“Caso di Blatten catastrofico”
Per Huss il problema non è soltanto la modifica del panorama alpino, quanto la dipendenza dell’approvvigionamento idrico ed energetico dai ghiacciai e l’insorgere di pericoli naturali.
In particolare, a tenere occupati i glaciologi è stato quest’anno il distacco di un ghiacciaio che in maggio ha causato la frana che ha distrutto il villaggio di Blatten (VS). “Negli ultimi anni abbiamo osservato numerose instabilità, ma il caso di Blatten è catastrofico. Il costante scioglimento dei ghiacciai contribuisce alla destabilizzazione delle montagne”, conclude l’esperto.