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TPF: Tigri tamil “organizzazione criminale”, requisitoria

L'ingresso del Tribunale penale federale KEYSTONE/TI-PRESS/SAMUEL GOLAY sda-ats

(Keystone-ATS) Le Tigri tamil dello Sri Lanka erano una organizzazione criminale a carattere terroristico: questa la tesi su cui anche oggi ha insistito la procuratrice federale Juliette Noto, nel processo che vede imputati a Bellinzona 13 presunti loro fiancheggiatori in Svizzera.

Davanti alla Corte penale del Tribunale penale federale, la procuratrice ha rammentato la definizione dell’organizzazione criminale in Svizzera, ossia un gruppo strutturato, concepito per durare, che obbedisce a regole e a una ripartizione dei compiti, sottoposto al segreto e mirante a scopi criminali.

Queste caratteristiche – ha sostenuto – “sono chiaramente adempiute” nel caso del movimento delle Tigri di liberazione dell’Eelam tamil (LTTE) e delle sue succursali all’estero come il World Tamil Coordinating Comitee (WTCC), la cui presunta attività illecita di raccolta di fondi tra la comunità tamil a beneficio delle Tigri è al centro del processo in corso.

“Dovete giudicare una organizzazione che finanziava un movimento che conduceva sì una guerra convenzionale, ma che commetteva anche attentati, sequestri e ogni sorta di atti contro la popolazione civile”, ha detto la procuratrice rivolgendosi ai giudici.

Juliette Noto ha evocato nella lunga requisitoria il reclutamento di bambini-soldato e l’assassinio di personalità politiche – tra cui l’ex primo ministro indiano Rajiv Gandhi (nel 1991) e il presidente dello Sri Lanka Ranasinghe Premadasa (nel 1993) – come pure di suoi oppositori. “Si trattava di azioni criminali violente che non sono giustificabili, e non di atti politici”, ha sottolineato. La procuratrice ha poi citato diverse testimonianze riguardo alla paura che incutevano le Tigri anche tra la comunità tamil in Svizzera.

Tornando ai 13 imputati, Juliette Noto ha affermato che, nonostante il loro silenzio, erano tutti al corrente delle attività delle Tigri: “Erano implicati, informati, anzi ambasciatori della causa. Non hanno neppure espresso rammarico riguardo alle vittime civili”.

A suo avviso, nemmeno l’impiego dei fondi raccolti in Svizzera lasciava adito a dubbi: “Se no, perché un tale segreto” sulla loro destinazione? Per Juliette Noto non c’erano ambiguità al riguardo, si sapeva che i soldi dovevano finanziare gli sforzi di guerra dell’LTTE.

Le accuse contro gli imputati – 12 tamil e un tedesco – vanno dal sostegno o partecipazione a un’organizzazione criminale alla truffa, dall’estorsione alla falsità in documenti, fino al riciclaggio di denaro. Secondo l’accusa, le attività illecite – durate una decina di anni, tra il 1999 e la sconfitta della guerriglia tamil nel maggio 2009 – avrebbero consentito di raccogliere, tra la comunità tamil in esilio, circa 15 milioni di franchi tramite un sistema sofisticato di crediti al consumo.

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