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Assicurazione di base e complementari vanno separate, medici

(Keystone-ATS) BERNA – L’attuale compenetrazione tra l’assicurazione malattia di base e quelle complementari costituisce uno dei principali fattori di malfunzionamento delle casse malattia. Ne sono convinti i medici svizzeri, che oggi a Berna hanno presentato la loro iniziativa popolare che mira a separare nettamente i due ambiti. Tale operazione “chirurgica” aumenterebbe la trasparenza dei conti degli assicuratori, con effetti positivi sui premi.
L’iniziativa presentata oggi si aggiunge a quella per l’istituzione di una cassa malattia unica lanciata ieri da un comitato composto soprattutto da partiti di sinistra e associazioni dei consumatori. Anche quest’ultimo testo mira a separare più nettamente l’assicurazione obbligatoria da quelle complementari.
“Tuttavia, l’idea di una cassa unica con le sue agenzie cantonali non piace a tutti gli operatori sanitari”, ha detto oggi davanti ai media Pierre-Alain Schneider, presidente dell’associazione dei medici ginevrini. “Questa idea raccoglie consensi in Romandia, ma buona parte del paese è scettica”, ha riconosciuto.
Per Schneider, la loro iniziativa potrebbe costituire una valida alternativa a quella della sinistra, qualora quest’ultima non dovesse raccogliere i favori dell’elettorato.
Stando al testo dell’iniziativa denominata “Per la trasparenza nell’assicurazione malattia (basta con la confusione tra assicurazione di base e assicurazioni complementari)”, in futuro le casse malattia non potranno più offrire sia l’assicurazione di base che quelle complementari, ma dovranno decidersi per una delle due attività.
I medici delle tre regioni linguistiche svizzere, sostenuti dalla Federazione dei medici svizzeri (FMH), giustificano tale richiesta col fatto che l’assicurazione malattia sociale obbligatoria e le assicurazioni complementari sono rette da sistemi giuridici completamente diversi. “Nel caso dell’assicurazione di base, l’obiettivo non è il lucro, mentre il contrario è vero per le assicurazioni complementari”, ha argomentato Jean-Pierre Pavillon, presidente della società vodese di medicina.
L’attuale miscuglio è responsabile dell’opacità dei conti delle assicurazioni malattia. Per Pavillon, la scarsa trasparenza ha gravi ripercussioni, in particolare per quanto attiene alla selezione dei rischi. “Spesso, quando un paziente vuole cambiare assicuratore di base, la cassa gli propone un modello complementare all’unico scopo di saperne di più sul suo stato di salute, per poi magari scartarlo”, ha precisato Pavillon.
“Capita – ha rincarato il presidente dell’ordine dei medici del Cantone Ticino Franco Denti – che molti assicuratori tentino di dissuadere i rispettivi assicurati a cambiare cassa minacciando di rivedere al rialzo l’assicurazione complementare”.
Con l’attuale sistema, inoltre, la protezione dei dati non può essere garantita, ha sostenuto il comitato, dal momento che le stesse persone che lavorano nell’amministrazione di una cassa trattano sia i dossier per l’assicurazione di base – dove è vietato chiedere informazioni sullo stato di salute – sia quelli per le complementari.
La confusione tra i due settori ha anche conseguenze spiacevoli a livello di flussi finanziari interni alle casse. Sovvenzionamenti incrociati e trasferimento incontrollato di oneri, prestazioni e fondi si ripercuotono negativamente sui premi, che continuano ad aumentare più dei costi reali.
Questa mancanza di chiarezza rende assai difficile il lavoro di controllo dei funzionari federali, meno di una ventina. “Ma anche se fossero centinaia – ha commentato Pavillon – la situazione non cambierebbe se non si opera una rigida separazione tra i due ambiti assicurativi”.

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