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Checco Zalone: voglio fuggire in Svizzera, è brutto essere famosi

Questo contenuto è stato pubblicato il 27 gennaio 2011 - 16:56
(Keystone-ATS)

"Questa è la mia ultima apparizione in pubblico, voglio fuggire in Svizzera come Mina e ci vedremo forse tra tre anni": Checco Zalone apre così la "lezione di cinema" che ha tenuto a Bari assieme al regista del film "Che bella giornata" Gennaro Nunziante e al produttore Pietro Valsecchi, della Tao Due. Zalone, Nunziante e Valsecchi hanno ricevuto ieri sera dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, il premio speciale "Numero 1".

"Abbiano accettato questo incontro - ha continuato Zalone - a patto che non lo chiamiamo 'lezione' perché di cinema non ne capiamo niente, altrimenti non avremmo incassato tanto". La scena ormai è sua e continua: "Abbiamo deciso di ritiraci in Svizzera perchè siamo vittime di un bersaglio mediatico esagerato, nocivo, il confine tra la simpatia del pubblico e l'inflazione dell'immagine è labile. Ho letto su un quotidiano 'c'è la guerra in Iraq comunque Checco...'".

"Sto vivendo una condizione umana difficile, come se fossi un opinion leader. Ragazzi è bruttissimo essere famosi". Valsecchi ha ricordato che è stato il figlio adolescente a fargli conoscere Zalone in televisione e poi ha parlato di un incontro a Cortina d'Ampezzo con i due pugliesi, ma la parola è poi passata nuovamente a Zalone che ha detto di non vedersi mai in tv mentre "l'approccio al grande schermo è bellissimo".

Lui e Nunziante hanno detto che il successo non ha cambiato la loro vita "una buona strategia è stata quella di restare in Puglia, lo star system è differente dalla vita che viviamo qui, non vogliamo far parte di queste fiere" e, ha aggiunto Zalone, "a Roma io preferisco Capurso".

Il discorso si è poi spostato sulle motivazioni di un prodotto cinematografico. Con "'Che bella giornata' abbiamo fatto un film d'intrattenimento non abbiamo fatto un'operazione culturale" hanno concluso. Un film funziona solo se non ci si propone d'insegnare qualcosa, funziona solo scrivere una commedia e dire divertiamoci".

"Il film 'Che bella giornata' non vuole essere rassicurante - hanno concluso - anche se ti fa passare per plausibili una serie di cose, non vogliamo smuovere le coscienze, l'unica pretesa è far ridere per un'ora e mezza, siamo giullari non spetta a noi cambiare l'Italia".

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