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Italia: Berlusconi contrattacca, contro mafia fatto più di tutti

Questo contenuto è stato pubblicato il 29 novembre 2009 - 19:41
(Keystone-ATS)

OLBIA - "Se c'è un governo che più di tutti ha fatto della lotta alla mafia uno dei suoi obiettivi più netti e coerenti, questo è il mio governo". Silvio Berlusconi passa al contrattacco. E' così, dopo aver trascorso un giornata di riposo a villa la Certosa, alla vigilia della sua visita ufficiale in Bielorussia, il presidente del Consiglio italiano sferra un nuovo affondo contro il tam-tam dei giornali su un suo presunto coinvolgimento nelle indagini di mafia sugli avvenimenti del 1992-93.
Già ieri, ad Olbia per un convegno, il Cavaliere aveva provato a sgombrare il campo da ogni sospetto definendo quelle voci "accuse infamanti". Ma oggi, dopo aver letto nuovamente i giornali, i toni del Cavaliere sono diventati ancora più duri. Berlusconi difende se stesso, la sua famiglia, le aziende, l'operato del suo governo e, contemporaneamente, del Popolo della Libertà nel contrastare la criminalità organizzata.
"Se c'è una persona che per indole, sensibilità, mentalità, formazione, cultura e impegno politico - dice Berlusconi - è lontanissimo dalla mafia, quella persona sono io". Una presa di posizione, quella del presidente del Consiglio, che ha l'obiettivo di controbattere colpo su colpo ad ogni ipotesi di sospetto.
Berlusconi parla di "attacco ignobile" nei suoi confronti chiamando in causa i giornali ed in particolare il gruppo di Carlo de Benedetti contro cui, conferma, agirà legalmente. "Intendo contrastare - avverte - la campagna di stampa del gruppo "l'Espresso-la Repubblica" che chiamerò a rispondere sul piano penale e civile dei danni alla dignità della mia persona, della mia famiglia e dell'azienda Fininvest".
A smentire infine qualsiasi coinvolgimento con Cosa Nostra ci pensa anche Marcello dell'Utri che sarebbe coinvolto nelle indagini insieme il premier: "sono falsità e calunnie", dice il senatore intervenuto oggi alla trasmissione "In mezz'ora" a proposito delle confessioni del pentito di mafia Gaspare Spatuzza che lo chiama in causa, "spero che si acclari la verità su quelle che sono evidenti ed assolute falsità".

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