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UBS: dapprima brinda in borsa, poi vira in negativo

Keystone-SDA

UBS brinda in borsa dopo i risultati trimestrali, ma il party è finito in pochi minuti: alle 12.00 l'azione della grande banca veniva scambiata a 30,60 franchi, in calo cioè di circa l'1% rispetto a ieri.

(Keystone-ATS) Di primo mattino l’istituto ha diffuso cifre ampiamente superiori alle stime degli esperti, annunciando ulteriori progressi nell’integrazione del Credit Suisse. Chi si aspettava fuochi d’artificio in borsa è stato inizialmente accontentato: nei primi scambi l’azione ha guadagnato quasi il 4%, ma poi ha perso terreno ed è addirittura virata in negativo.

Ciò non toglie che gli analisti accolgono molto positivamente i conti. “Risultati eccellenti su tutta la linea”, scrive ad esempio la banca statunitense JPMorgan nel suo commento. Il broker Jefferies parla addirittura di una “performance stellare” nel terzo trimestre. Questa si caratterizza per uno sviluppo superiore alla media degli afflussi netti di nuovi fondi, un miglioramento dei margini nel settore dei clienti privati statunitensi e una performance eccezionale nell’investment banking.

Secondo gli specialisti della canadese RBC, che parlano di cifre solide, UBS ha potuto beneficiare di un contesto favorevole, che ha portato a un aumento dei coefficienti patrimoniali.

Anche i commentatori svizzeri esprimono giudizi positivi. La banca Vontobel parla di un “risultato forte”, sottolineando anche in questo caso gli elevati ricavi dell’investment banking e l’andamento positivo dei costi. Stando alla Banca cantonale di Zurigo i dati trimestrali hanno confermato il quadro già positivo.

Quello della banca oggi guidata da Sergio Ermotti è peraltro un titolo per investitori con i nervi d’acciaio: nel 2007, prima della crisi finanziaria, aveva raggiunto il massimo assoluto di oltre 75 franchi, prima di crollare a 8 franchi nel 2009, quando la società era stata salvata dal tracollo grazie all’intervento della Confederazione. Il corso si era poi ripreso per precipitare nuovamente a 7 franchi nel momento più buio della pandemia, nel marzo 2020.

Nel 2023 il minimo dell’anno, a 14 franchi, era stato toccato il 20 marzo, il giorno dopo l’annuncio (domenicale, viste le pressioni provenienti dall’estero) dell’acquisizione di Credit Suisse, grazie ancora una volta ad ampissime garanzie statali e con un intervento della Finma sulle obbligazioni AT1 che, agli occhi del Tribunale amministrativo federale, è da giudicare illegale. Da allora il corso è andato salendo sensibilmente. Riassumendo per gli investitori più spicci: da gennaio di quest’anno il titolo ha guadagnato il 7% e sull’arco di cinque anni il 187%.

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