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Un’esposizione che vuole fare rumore

Acque aliene, 2004-2007, opera di Ravi Agarwal, fondatore di Toxics Link Acque aliene, 2004-2007, opera di Ravi Agarwal, fondatore di Toxics Link (Kunstmuseum Berna)

Dopo il successo ottenuto con Mahjong dedicata all'arte contemporanea cinese, il Kunstmuseum di Berna propone un nuovo appuntamento con "l'arte inesplorata" di un altro importante partner commerciale della Svizzera nel continente asiatico: l'India.

La mostra “Horn Please” riunisce le opere di oltre 30 artisti indiani contemporanei e attraverso il filo rosso della narrazione si propone come riflessione sull’India in tutta la sua diversità.

La tradizione narrativa in India ha una lunga storia. Essa occupa un posto centrale in miti e leggende, nella religione, nella tradizione letteraria orale, ma anche nell’arte pittorica dove, in special modo nelle miniature, ha toccato il culmine al tempo dei Moghul tra il 16° e 18° secolo.
Come spiega a swissinfo Bernhard Fibicher, curatore della mostra, anche nella produzione artistica del 20° secolo la narrazione gioca un ruolo fondamentale: “Essa è molto importante; direi che è in assoluto uno degli elementi fondamentali nell’arte indiana contemporanea.”
“Esiste anche la pittura astratta -e tanta-, ma direi che più del 50% dell’intera produzione artistica in India è incentrata sui racconti. Questo elemento narrativo viene espresso con i media più disparati: dalla pittura ai video, ai disegni, alle installazioni.”

La narrazione nell’arte indiana degli ultimi 30 anni

L’intento della mostra bernese non è di offrire una panoramica sull’arte indiana contemporanea, ma si concentra su opere -realizzate negli ultimi 3 decenni- che possiedono tutte una forte dimensione narrativa.

“Molti degli artisti che espongono qui -sottolinea Bernhard Fibicher- hanno già presentato i loro lavori in altre importanti esposizioni d’arte contemporanea in India. Pertanto direi che sono molto rappresentativi della produzione artistica indiana. Ma abbiamo anche 5-6 nuovi nomi che non sono mai stati presentati qui in Occidente.”

Tra questi Abhishek Harza, una giovane artista di Bangalore, che ha proposto un lavoro di videoanimazione al computer e che per raccontare le sue coloratissime mini-favole si è servita solo di elementi astratti.

Una molteplicità di espressioni

Gli oltre 30 artisti presenti in mostra -che hanno vissuto la maggior parte della loro vita in India-, raccontano ognuno una propria storia e forniscono un’immagine del loro paese esprimendo un punto di vista.

Attraverso la rappresentazione di scene quotidiane o di fiction, di mitologia e di satira, di elementi autobiografici, sociali e storici, le opere esposte consentono una riflessione sui cambiamenti profondi -economici, politici, sociali- che si sono manifestati in India nel corso degli ultimi 30 anni.

Nella sua grande e coloratissima composizione intitolata “City for Sale”, Gulammohammed Sheikh mette in scena la diversità degli universi culturali presenti in un ambiente cittadino indiano. Le collisioni che si creano tra questi universi sono espressi non solo dalle immagini ma anche dai colori fortissimi e contrastanti.

Una sintesi di collisioni umane la si trova anche in “Rickshawpolis”, una tela del giovane artista di Bombay Jitish Kallat. In essa auto, bus, pedoni, camion, motociclette e animali più che scontrarsi sembrano il risultato di una rumorosa esplosione.

Pieni di racconti del Kashmir invece, sono i due bellissimi tappeti a parete di Nilima Sheikh intitolati “Firdaus 5” e “Firdaus 6”, dove ambienti e protagonisti di storie mistico-religiose acquistano un carattere onirico grazie alle combinazioni di colori scelte dall’artista.

L’impegno politico e sociale

Se il tema del racconto costituisce il filo rosso di questa mostra, un elemento trasversale, riconoscibile in buona parte delle opere esposte, è l’impegno politico e sociale degli artisti. Molti prestano la loro voce alle minoranze sociali, etniche e religiose e ne raccontano la storia. Altri tematizzano gli eccessi della globalizzazione o prendono posizioni in favore dell’ambiente.

“L’arte è diventata un mezzo importante per raccontare le nostre storie e per tematizzare le tensioni dominanti”, spiega la curatrice indiana Suman Gopinath che ha lavorato a fianco di Bernhard Fibicher.

“L’impegno sociale e politico nell’arte indiana si è manifestato soprattutto negli anni ’80 -precisa Suman Gopinath- con una mostra memorabile intitolata ‘Place for People’ presentata nel 1981 a Delhi e Bombay e di cui l’esposizione bernese presenta diverse opere.”

A ogni visitatore la sua storia

“Horn Please si trova scritto su tutti i mezzi di trasporto pubblici, camion, automobili, risciò e così via e significa ‘diventate rumorosi, rendetevi riconoscibili, dite qualcosa’. Ed è esattamente ciò che succede in questa esposizione -spiega Bernhard Fibicher.

“Gli artisti lo dimostrano, raccontano le loro storie, l’esposizione è molto rumorosa e lo stesso ci si aspetta dal visitatore. Horn Please si rivolge anche al visitatore, che è invitato a intereagire con le opere d’arte, come fa con il traffico stradale.”

Il modo ludico e narrativo con cui l’allestimento ha scelto di combinare e intrecciare le opere, rende in effetti libero il visitatore di avvicinarsi a quest’arte pulsante -specchio dell’India di oggi- invitandolo a ricostruire, a sua volta, una propria storia.


swissinfo, Paola Beltrame, Berna

“Horn Please. La narrazione nell’arte indiana contemporanea” rimarrà aperta al Kustmuseum di Berna fino al 6 gennaio 2008. Unite dal tema del racconto, le opere esposte usano differenti mezzi espressivi che vanno dalla pittura al collage, alla fotografia, al video, all’installazione alla performance.

Tra le numerose manifestazioni collaterali alla mostra si ricordano la proiezione della serie cinematografica “Bollywood & Beyond”, un workshop per bambini “Berna-India e ritorno”, incontri e conferenze, tutti in programma al Kunstmuseum.

Tra gli appuntamenti in altre sedi si ricordano il concerto con il musicista svizzero Don Li e White Space e lo spettacolo teatrale di Varun Narain. Un programma dettagliato è disponibile sul sito del museo.

India e Svizzera vantano legami forti e consolidati. L’anno prossimo verrà celebrato il 60° anniversario del Trattato d’Amicizia e d’Attività che si concluse tra i due paesi il 14 agosto 1948.

L’India, che oggi si afferma come una nuova potenza mondiale, è uno dei più importanti partner commerciali della Svizzera nel continente asiatico ed è in questa realtà che si riorientano le attività della Direzione Svizzera per lo Sviluppo e la Cooperazione, presente in India dal 1961.

Anche le relazioni culturali tra i due paesi si stanno evolvendo in maniera costante dal 2003 e continuano a consolidarsi grazie a istituzioni svizzere impegnate in India come Presenza Svizzera e Pro Helvetia.

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