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Una ventata di aria fresca sulle relazioni bilaterali

La presidente della Confederazione Calmy-Rey ed il nuovo ambasciatore europeo durante il ricevimento d'inizio d'anno a Berna Keystone

Il capo della nuova delegazione della Commissione europea a Berna, Michael Reiterer, vuole favorire un rilancio del dialogo sulla fiscalità.

Il rappresentante europeo, finora attivo a Tokyo, porta un po’ di freschezza in uno spinoso dossier che si trascina ormai da tempo.

„È necessario che la Commissione europea e la stessa Unione europea siano associati ad una faccia ben precisa anche in Svizzera”. Lunedì, Michael Reiterer, il nuovo rappresentante dell’UE a Berna, si è presentato così davanti ai corrispondenti svizzeri a Bruxelles.

Reiterer avrà il compito di incoraggiare le relazioni con la Confederazione a livello politico ed economico e di occuparsi degli accordi bilaterali. La nuova rappresentanza diplomatica UE nel centro della capitale federale sarà inaugurata il prossimo 15 marzo.

Il 52enne diplomatico austriaco dispone tuttavia già di un ufficio provvisorio installato nella sua nuova dimora, nella zona orientale della città.

Rilancio

Quale sostenitore della “diplomazia pubblica”, nelle ultime due settimane Reiterer ha già avuto modo di esprimere il suo punto di vista sugli affari bilaterali tra Svizzera e UE in numerose interviste rilasciate ai media nazionali.

La Svizzera ufficiale ha accolto con piacere le sue prime dichiarazioni sul contenzioso fiscale, un tema che attualmente disturba le relazioni tra Berna e Bruxelles.

Reiterer ha spiegato che la Commissaria europea alle relazioni esterne Benita Ferrero-Waldner vuole in ogni caso evitare un’escalation della vertenza. E nemmeno si deve avere l’impressione che ci si avvicini alla catastrofe, perché “così non è”. Il diplomatico nutre la speranza di trovare una base di dialogo presso le autorità elvetiche.

Egli crede tuttavia che da parte svizzera “occorra che vengano presi in considerazione” gli argomenti della Commissione Ue.

Dialogo possibile?

Nelle scorse settimane il Consiglio federale ha sottolineato all’unanimità che in merito alle pratiche fiscali elvetiche non c’è nulla da negoziare con Bruxelles. Secondo Berna, l’UE non ha semplicemente alcun diritto a co-determinare il sistema fiscale in atto nella Confederazione.

“O si riesce a trasformare i tentativi di dialogo tra sordi in un vero dialogo oppure si opta per un’altra strada”, ha commentato Reiterer. In questo senso, Bruxelles ha già individuato una possibile via alternativa.

La Commissione europea sta infatti elaborando una deliberazione che unilateralmente constata un’incompatibilità dei presunti privilegi fiscali accordati da alcuni cantoni elvetici alle aziende con l’accordo di libero scambio del 1972.

La decisione potrebbe giungere in gennaio o febbraio. In questo caso, l’approccio diplomatico di Reiterer potrebbe avere una possibilità soltanto se la Ferrero-Waldner decidesse di rinviare la risoluzione.

Un “neofita”

“Spero che potremo rilanciare le discussioni”, ha ribadito Reiterer, segnalando tuttavia che “sarebbe presuntuoso credere che tutto cambierà soltanto grazie ad una nuova faccia”.

Ciononostante, Reiterer, che ha già vissuto a Ginevra, porterà un punto di vista fresco a Berna. Il diplomatico è appena rientrato in Europa dopo un soggiorno a Tokyo, dove aveva assunto la carica di vice-responsabile della delegazione europea.

Egli non ha dunque vissuto la lunga e tortuosa fase negoziale riguardante i due pacchetti di accordi bilaterali. Nel piccolo mondo delle relazioni tra Berna e Bruxelles, ciò rappresenta già un elemento che equivale ad una ventata di aria fresca.

swissinfo, Simon Thönen e agenzie
(traduzione: swissinfo, Marzio Pescia)

La Svizzera applica un sistema fiscale federale. I cantoni ed i comuni possono definire autonomamente la loro pressione fiscale sui contribuenti.

Ne risulta una concorrenza fiscale che incita alcuni cantoni ad offrire trattamenti molto favorevoli soprattutto nei confronti delle aziende.

La disputa tra Svizzera e Unione europea concerne queste politiche fiscali: secondo Bruxelles, violano l’accordo di libero scambio concluso dalle due parti nel 1972.

La Commissione europea esercita una pressione crescente sulla Svizzera perché elimini le agevolazioni fiscali accordate alle compagnie estere che si installano sul proprio territorio.

L’UE vieta agli Stati membri di attirare gruppi stranieri con tasse inferiori a quelle cui sono soggette le compagnie nazionali. La Svizzera, che non è membro dell’UE, non ha firmato questa clausola.

Michael Reiterer guiderà la nuova delegazione della Commissione europea a Berna.
Negli ultimi 4 anni il 52enne austriaco ha lavorato a Tokyo quale vice-capo della delegazione europea in Giappone.
Dal 2005 è pure docente di politica internazionale presso l’Università di Innsbruck.
All’inizio degli anni 90, Reiterer era membro della rappresentanza austriaca all’Organizzazione mondiale del commercio (OMC – ex GATT) a Ginevra.

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