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L’aeroporto di Zurigo davanti ai giudici tedeschi

Le regioni tedesche sorvolate dagli aerei di Swiss si lamentano per i rumori eccessivi prodotti dai velivoli Keystone

Le società elvetiche Swiss e Unique hanno inoltrato ricorso contro le restrizioni di volo imposte dalla Germania all'aeroporto di Zurigo-Kloten.

Ma, per il momento, il Tribunale amministrativo tedesco di Lipsia preferisce non pronunciarsi e attendere la decisione della Corte di giustizia europea su un ricorso analogo inoltrato dal governo elvetico.

Il Tribunale federale amministrativo tedesco di Lipsia ha deciso di sospendere il proprio verdetto sul conflitto aereo che oppone la Svizzera alla Germania.

«La procedura davanti al tribunale è stata aggiornata in attesa della decisione della Corte di giustizia europea su un analogo ricorso inoltrato dalla Confederazione elvetica», ha spiegato la corte.

Ricorso elvetico

Le due società elvetiche Unique (che gestisce l’aeroporto di Zurigo-Kloten) e Swiss avevano intentato un’azione giudiziaria presso il tribunale federale tedesco per protestare contro le limitazioni decise unilateralmente dalla Germania ai sorvoli del territorio tedesco di aerei diretti allo scalo elvetico.

Davanti al tribunale di Lipsia, gli avvocati delle due querelanti hanno sostenuto la tesi secondo cui l’ordinanza tedesca contestata è contraria al diritto tedesco, come pure agli accordi internazionali e al diritto europeo in materia di aviazione.

Secondo loro, le restrizioni tedesche violano l’accordo di Chicago sul traffico aereo del 1944, il quale garantisce la possibilità di sorvolare altri paesi senza restrizioni. Per i querelanti anche i decolli e gli atterraggi vanno considerati come sorvoli.

Kloten e Swiss considerano discriminanti le restrizioni imposte dalla Germania e, in base all’accordo bilaterale sul traffico aereo sottoscritto fra la Svizzera e l’UE, hanno chiesto di essere trattati al pari delle altre compagnie aeree e aeroporti europei.

Risposta tedesca

Il rappresentante della Repubblica federale tedesca si è opposto agli argomenti sollevati dalle due società elvetiche.

Secondo lui, la legislazione aerea germanica permette alle autorità competenti di fissare dei limiti alle procedure di volo nei cieli tedeschi.

L’avvocato della controparte ha inoltre sostenuto che le restrizioni decise contro la Svizzera sono moderate, visto che si applicano solo la sera tardi e durante i fine settimana. Inoltre, anche per gli orari in cui vige il divieto di sorvolo esistono delle eccezioni (ad esempio in caso di condizioni climatiche avverse), di cui la Svizzera fa ampio uso.

Il presidente del distretto di frontiera germanico di Waldshut, Bernhard Wütz, ha difeso dal canto suo gli «interessi per la sopravvivenza del turismo nella regione della Foresta nera, minacciata dal rumore degli aerei». Secondo lui, ogni Stato deve sopportare personalmente i rumori prodotti dalle proprie infrastrutture.

Decisione aggiornata

Dopo aver ascoltato per circa quattro ore gli avvocati dei querelanti e quelli della controparte tedesca, i cinque giudici del Tribunale federale amministrativo si sono ritirati in camera di consiglio, decidendo poi l’aggiornamento.

Sul principio, i giudici di Lipsia ritengono però che il diritto tedesco prevalga sugli accordi internazionali e quindi che l’ordinanza sul traffico aereo che dà alla Germania la facoltà di «fissare le procedure di volo sul proprio territorio» è legittimamente applicata.

All’annuncio della decisione, Unique ha preferito non reagire. Swiss invece si è detta al contempo «contenta e scontenta» per la sospensione del verdetto.

«Siamo delusi di constatare che i nostri argomenti non sono stati ammessi dalla corte di Lipsia. Ma felici che la giustizia tedesca riconosca la dimensione europea di questo caso e che preferisca aspettare la decisione della Corte di giustizia europea», ha detto a swissinfo Priska Spoerri, portavoce di Swiss.

swissinfo e agenzie

Swiss e Unique considerano illegali le restrizioni di volo decise dalla Germania nell’aprile del 2003.

Hanno quindi inoltrato ricorso presso il Tribunale amministrativo di prima istanza del Baden-Würtenberg, che l’ha bocciato, non giudicando le restrizioni discriminanti.

Le due società elvetiche hanno inoltrato ricorso contro questa decisione presso il Tribunale federale amministrativo di Lipsia.

I giudici tedeschi hanno aggiornato il loro verdetto in attesa della decisione della Corte di giustizia europea su un ricorso analogo inoltrato dalla Confederazione.

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