Sorridete, siete filmati: le bodycam arrivano sui treni svizzeri
Da settembre, la polizia dei trasporti svizzera sarà dotata di telecamere portatili. Questi dispositivi verranno introdotti per aiutare a ridurre i conflitti e aumentare la responsabilità.
In Paesi come il Regno Unito e gli Stati Uniti le bodycam sono già da tempo parte integrante dell’equipaggiamento delle forze dell’ordine. In questi Stati, il loro uso è stato coronato da un successo più o meno moderato e sono state sollevate questioni etiche relative alla trasparenza e alla responsabilità, come ad esempio chi può vedere le riprese, come vengono archiviate e come vengono condivise.
Una società “più aggressiva”
In Italia, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha comunicato a inizio marzo l’avvio di una fase test in Emilia-Romagna, dove 30 capitreno saranno equipaggiati con una bodycam.
La novità arriverà presto anche in Svizzera. Da settembre i membri della polizia dei trasporti saranno pure loro dotati di una telecamera portatile. Nel giustificare questa misura, le Ferrovie Federali Svizzere (FFS) citano l’aumento delle aggressioni contro il proprio personale e contro chi viaggia. “Questi sviluppi sociali ci preoccupano”, ha dichiarato in un’e-mail Moritz Weisskopf, responsabile della comunicazione delle FFS.
Le bodycam sono piccole telecamere attaccate al petto di un agente di polizia o di sicurezza. Nel comunicato stampa, le FFS hanno precisato che ne saranno distribuite 100 tra i e le 200 agenti della polizia dei trasporti. Ogni squadra in servizio avrà così almeno una bodycam a disposizione.
In conformità con la legge svizzera, gli agenti devono annunciare verbalmente quando stanno filmando. La bodycam emette un suono quando inizia a registrare e una luce rossa lampeggia durante la ripresa. Secondo le FFS, i filmati vengono conservati per 100 giorni e non possono essere modificati o cancellati manualmente.
Il servizio sul tema del TG:
Lezioni dall’estero
Nel Regno Unito le bodycam sono in uso dal 2006. All’epoca furono introdotte per “accelerare la giustizia e disinnescare situazioni potenzialmente violente”, ha dichiaratoCollegamento esterno Bernard Hogan-Howe, l’allora commissario della polizia metropolitana di Londra.
Negli Stati Uniti, il dipartimento di polizia di New York è stato il primo ad adottare le bodycam nel 2013, a seguito di una sentenza che aveva stabilito che le forze dell’ordine prendevano di mira in modo sproporzionato i gruppi emarginati. Da allora, queste telecamere sono ampiamente utilizzate in tutto il Paese.
Le ricerche mostrano risultati contrastanti
Le ricerche condotte fin qui hanno mostrato una diminuzione delle lamentele da parte dei cittadini e delle cittadine quando vengono utilizzate le bodycam, stando a quanto riportato dall’Associated Press (AP).Collegamento esterno Ciò potrebbe essere dovuto alla consapevolezza che sia la cittadinanza che gli e le agenti di polizia vengono ripresi. Un altro studioCollegamento esterno del National Policing Institute statunitense ha rilevato che le bodycam aumentano la percezione che la polizia agisce in modo legittimo e corretto dal punto di vista procedurale.
Il comandante della polizia di Los Angeles Steve Lurie ha dichiarato all’AP nel giugno 2023 che le bodycam sono “lo strumento più utilizzato dai suoi agenti”.
Questo sentimento trova eco nel Regno Unito: uno studio condotto dall’Università di Cambridge su quattro forze di polizia britanniche e due statunitensi ha dimostrato che le lamentele della cittadinanza nei confronti della polizia sono diminuite del 93% in 12 mesi rispetto all’anno precedente.
Le bodycam non sono una “pallottola magica”
Attualmente in alcuni Cantoni la polizia sta già usando queste telecamere.
Ad esempio, la polizia cantonale bernese le utilizza dal 2021, mentre quella di Zurigo le ha introdotte a luglio, dopo che sono state testate nell’ambito di un progetto pilota condotto nel 2017 dall’Università di Scienze Applicate di Zurigo (ZHAW) per valutarne gli effetti. Il progetto pilota includeva la polizia municipale di Zurigo e la polizia dei trasporti.
Lo studio ha confrontato i sondaggi compilati dagli agenti durante i turni in cui veniva indossata una bodycam rispetto ai turni in cui non veniva indossata. Anche se i risultati non erano statisticamente significativi, è emersa una riduzione della violenza durante i turni in cui venivano utilizzate le bodycam. Lo studio conclude che, sebbene il test mostri indicazioni di de-escalation, non si è potuto dimostrare che ciò sia dovuto a tali dispositivi.
Il progetto pilota della ZHAW includeva anche una valutazione da parte del Ministero pubblico di Zurigo, che ha ritenuto utili le riprese per la conservazione delle prove.
Sebbene si tratti di un’evoluzione positiva, le bodycam non sono un proiettile magico, ha dichiarato Patrick Manzoni, uno dei ricercatori del progetto pilota, in un’intervistaCollegamento esterno alla radio pubblica della Svizzera tedesca SRF del 14 agosto.
“Sono un ottimo strumento e, se usate correttamente, probabilmente uno dei migliori progressi nel campo della polizia”, ha spiegato Sean Smoot, dell’Associazione dei fondi pensione pubblici dell’Illinois, un’organizzazione no-profit che rappresenta il personale di polizia e dei pompieri.
Anche in Ticino i test sull’uso delle bodycam hanno dato esito positivo. Il servizio del Quotidiano:
Le insidie delle bodycam
Le riprese delle bodycam sono state al centro di numerose controversie nei Paesi in cui sono ampiamente utilizzate.
Nel Regno Unito, molte denunce che riguardano l’uso delle bodycam sono gravi, come riporta la BBC. Le accuse concernono, tra le altre cose, la condivisione di filmati da parte degli agenti, ad esempio su app di messaggistica, nonché la segnalazione di filmati persi, cancellati o non contrassegnati come prove. Tra questi c’è il caso di una donna che ha dichiarato di essere stata violentata da un agente.
Molti di questi casi hanno fatto notizia a livello internazionale. La sparatoria nel 2022 alla scuola elementare Robb di Uvalde, in Texas, ha sconvolto il mondo e attirato l’attenzione dei media, soprattutto a causa dell’apparente cattiva gestione da parte della polizia locale, i cui agenti sono stati registrati mentre aspettavano più di 70 minuti prima di affrontare l’uomo armato.
Il filmato è stato reso pubblico solo all’inizio di agosto, due anni dopo la strage e a seguito di una causa intentata dall’AP e da altre agenzie di stampa.
La trasparenza è una strada a doppio senso, ha dichiarato Beat Gerber dell’ONG Amnesty International Svizzera alla SRF in un’intervistaCollegamento esterno del 14 agosto. Gerber sostiene che i filmati ripresi dalle bodycam dovrebbero essere messi a disposizione delle persone che li desiderano.
Anche se la Svizzera non ha lo stesso livello di criminalità di altri Paesi, ci sono stati incidenti in cui le riprese delle videocamere avrebbero potuto fare chiarezza.
Nel 2018, Mike Ben Peter, un nigeriano di 39 anni, è morto mentre veniva arrestato dopo aver opposto resistenza a un controllo antidroga a Losanna. I sei agenti di polizia coinvolti sono stati processati due volte per omicidio colposo presso il Tribunale cantonale di Vaud e sono sempre stati assolti.
+ Assolti anche in appello i sei agenti di polizia accusati di omicidio colposo
L’atto d’accusa era di sole sei pagine e non descriveva gli incidenti in modo molto dettagliato. Non era quindi chiaro quale dei sei agenti fosse accusato di cosa.
Nella seconda sentenza, i giudici hanno fatto riferimento ai rapporti medici forensi, che hanno stabilito che è impossibile affermare con certezza che Peters sia morto a causa dell’intervento della polizia e della posizione prona in cui è stato tenuto. In questa situazione, una bodycam avrebbe potuto fornire ulteriori prove?
Oltre 22’000 telecamere sui treni svizzeri
La sorveglianza non è uno strumento nuovo nelle stazioni e nei treni in Svizzera. Attualmente ci sono circa 2’400 telecamere nelle stazioni e negli edifici gestiti dalle FFS. Oltre 22’000 telecamere sono installate nelle carrozze dei treni.
In confronto, le 100 bodycam aggiuntive distribuite tra la polizia dei trasporti sembrano una goccia nel mare.
Le FFS spiegano che le bodycam non saranno utilizzate come metodo di sorveglianza, bensì come deterrente per le aggressioni e come strumento per la de-escalation.
La decisione di avviare la registrazione spetterà agli agenti e le persone filmate non potranno opporsi alle riprese. “Se la bodycam viene utilizzata in una situazione in cui è in gioco la sicurezza del personale o di chi viaggia – precisa il responsabile della comunicazione delle FFS Moritz Weisskopf – ciò prevale sul diritto alla propria immagine”.
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Così le nuove leve della polizia imparano ad agire nelle situazioni estreme
Articolo a cura di Virginie Mangin
Traduzione e adattamento di Daniele Mariani
In conformità con gli standard di JTI
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