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Voto 28 settembre, in vantaggio due volte i sì

Keystone-SDA

Sia l'imposta cantonale sulle case di vacanza sia la legge sull'identità elettronica hanno buone probabilità di essere approvate alle urne il 28 settembre. È quanto emerge dal primo sondaggio sulle prossime votazioni federali pubblicato oggi da 20 Minuti e Tamedia.

(Keystone-ATS) Il sondaggio è stato realizzato dall’istituto di ricerca Leewas interrogando oltre 21’000 cittadini fra il 6 e il 7 agosto. Secondo gli autori, i risultati vanno per ora presi con le pinze: entrambi i progetti presentavano una percentuale relativamente elevata di indecisi e di risposte non ancora definitive (“piuttosto sì” o “piuttosto no”). Inoltre, in molti non erano ancora in chiaro sui contenuti. Il margine d’errore per i risultati è di 1,3 punti.

Fatte queste premesse, va detto che il progetto del Parlamento dello scorso dicembre di abolire il valore locativo e introdurre in cambio un’imposta speciale sulle residenze secondarie ad uso personale, che i cantoni sarebbero liberi o meno di riscuotere, incassa un sostegno consistente. Se si votasse oggi, il relativo decreto federale sarebbe approvato dal 65% degli aventi diritto, mentre i no si fermerebbero al 30%.

Più equilibrata la situazione per la cosiddetta legge federale sul mezzo d’identificazione elettronico e altri mezzi di autenticazione elettronici (Legge sull’Id-e), contro la quale è stato lanciato un referendum. Gratuita e facoltativa, essa consente ad esempio di richiedere su Internet un estratto del casellario giudiziario, una patente di guida o di dimostrare la propria età al momento dell’acquisto di alcolici. In questo caso, a favore è il 56% del campione sollecitato. Il 40% si dice invece scettico.

Sostegno da campagne

Entrando nei dettagli, la nuova imposta sulle case secondarie e il contemporaneo addio al valore locativo convincono i sostenitori di tutti i principali partiti. Vi sono invece divari fra città e campagna: nelle aree urbane, dove gli inquilini sono in maggioranza, il disegno ha ricevuto il 54% di voti favorevoli, tasso che sale al 70% in quelle rurali. In queste ultime infatti vivono più proprietari immobiliari, che trarrebbero benefici dalla novità.

A livello regionale, in Romandia i sì sono al 53%, nella Svizzera tedesca superano i due terzi e in quella italiana si issano fino al 72%. Non vi sono invece differenze fra i sessi.

L’argomento secondo cui il valore locativo costituisce una tassazione ingiusta di un reddito fittizio è quello che spinge di più gli elettori a propendere dalla parte del decreto, che, va ricordato, è soggetto a referendum obbligatorio in quanto introduce una modifica costituzionale. Al contrario, gli oppositori ritengono ad esempio che il cambiamento aumenterebbe il vantaggio fiscale dei proprietari rispetto agli inquilini.

Solo UDC contro

Per quel che concerne la legge sull’Id-e, gli unici a opporsi (36% di sì) sono i sostenitori dell’UDC. Chi vota PLR, Centro, Verdi liberali, PS e Verdi è invece bendisposto nei confronti della nuova norma, che ha tra i suoi obiettivi quelli di semplificare gli acquisti online o alcuni contatti con le autorità.

Netto in questo caso il fossato fra uomini e donne: i primi approvano la legge con il 64%, le seconde sono divise (48% di sì). Non sono invece state osservate differenze significative per quanto riguarda le regioni linguistiche o il luogo di residenza.

Chi vorrebbe l’identità elettronica avanza soprattutto tre motivazioni: il risparmio di tempo e la semplificazione delle procedure, il rafforzamento della competitività globale della Svizzera come emittente e la garanzia della sicurezza e della protezione dei dati. Dall’altro lato della barricata, i dubbiosi sottolineano che l’infrastruttura sarebbe un bersaglio allettante per attacchi informatici e furti di dati e temono la creazione di profili comportamentali.

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