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Ankara sfida l’Ue, non fermiamo le trivellazioni a Cipro

Il gas e il petrolio - qui una piattaforma in Scozia - sono sempre al centro dell'attenzione. KEYSTONE/EPA/DIAMOND OFFSHORE DRILLING INTERN sda-ats

(Keystone-ATS) È scontro aperto tra Turchia e Unione europea sulle trivellazioni di Ankara al largo di Cipro in cerca di idrocarburi.

Dopo settimane di avvertimenti, Bruxelles ha deciso lunedì un primo lotto di sanzioni. Misure politiche ed economiche cui la Turchia ha replicato in modo sprezzante, annunciando per tutta risposta che intensificherà le sue attività di perforazione offshore, inviando una quarta nave nel Mediterraneo orientale, la Oruc Reis, impegnata finora nel mar Nero e nell’Egeo.

“Loro stessi sanno che la messa in atto di queste decisioni è impossibile” e quindi non vanno “prese sul serio”, ha commentato il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu. Al centro dello scontro ci sono le ricchissime riserve di petrolio e gas nascoste nelle acque al largo di Cipro, Paese membro dell’Ue, che per Nicosia si trovano nella sua zona economica esclusiva, mentre Ankara rivendica di agire entro la sua piattaforma continentale.

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