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Berlino: autista polacco colpito alla testa ore prima

La motrice del camion usata da Anis Amri per l'attentato a Berlino dello scorso 20 dicembre. KEYSTONE/EPA DPA/RAINER JENSEN sda-ats

(Keystone-ATS) L’autopsia effettuata sul corpo dell’autista polacco cui apparteneva il tir della strage di Berlino avrebbe rivelato che Lukasz Urban è stato ucciso ore prima dell’attentato e quindi non ha potuto cercare di evitarlo.

Lo ha scritto la Bild, secondo cui i medici legali hanno stabilito che il colpo di pistola alla testa che ha ucciso Urban “è stato esploso tra le 16.30 e le 17.30”. Dunque, fra le due e le tre ore e mezzo prima che l’attentatore tunisino Anis Amri alle 20 si lanciasse a tutta velocità contro la folla sulla Breitscheidplatz.

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Urban, ha aggiunto la Bild sempre riferendosi all’autopsia, ha perduto molto sangue ed è possibile che sia rimasto in vita ancora un po’ di tempo. È anche possibile che “fosse vivo al momento dell’attentato”, “ma è escluso che sia “stato in grado di agire con consapevolezza” e quindi “di aggrapparsi al volante”.

Cade così l’alone di eroismo attorno al 37enne polacco. Non ha dunque lottato fino all’ultimo, Lukasz Urban, come gli investigatori avevano pensato dopo la prima ricostruzione della dinamica dell’attentato, corroborata anche dalle ferite da taglio sul suo corpo. Urban non ha potuto quindi cercare di evitare che il tir imboccasse il viale tra le casette di legno del mercatino e non ne ha deviato il percorso, aggrappandosi più volte al volante e costringendo il mezzo a quella improvvisa virata sulla sinistra che ne ha arrestato la corsa. Insomma, Urban è stata solo la prima della tragica lista di vittime della strage del mercatino di Natale a Berlino.

Se l’indiscrezione della Bild venisse confermata, sarà difficile che all’autista polacco possa venir riconosciuta la croce federale al merito, l’onorificenza richiesta da 37’000 tedeschi firmatari di un’apposita petizione online e che nei prossimi giorni verrà consegnata al presidente Joachim Gauck.

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