
Bielorussia: vince Lukashenko, rivolte di piazza
(Keystone-ATS) MOSCA – Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha vinto le elezioni presidenziali al primo turno, con il 79,7% dei voti, secondo i risultati ufficiali sul cento per cento degli scrutini. La sua elezione è stata segnata da rivolte di piazza, arresti e accuse di brogli da parte dell’opposizione.
Dopo la diffusione dei primi risultati, in nottata, com’era già accaduto dopo le ultime presidenziali del 2006, migliaia, forse oltre diecimila manifestanti, che fin dalla serata si erano radunati a Minsk, hanno cercato di dare l’assalto al palazzo dove hanno sede governo, parlamento e commissione elettorale, mandando in frantumi porte e finestre, prima di venire respinti da una carica della polizia antisommossa schierata a difesa dell’edificio.
Fonti giornalistiche hanno constatato centinaia di arresti fra i manifestanti. Diversi i feriti, fra i quali uno dei candidati dell’opposizione, il poeta Vladimir Nekliaev, finito all’ospedale con una commozione cerebrale. Per l’opposizione Lukashenko non avrebbe raggiunto il 50% necessario per essere eletto al primo turno.
I dati sono “falsificati”, è il leit motive che ripetuto ieri sera nella manifestazione di Minsk dove stanno sventolano bandiere nazionaliste “bianche e rosse” e quelle dell’Ue. Ma anche manifesti inneggianti alla ‘Libertà e a “nuove elezioni senza Lukashenko”. Lo “stacco” tra Lukashenko ed il secondo, in termini di voti, è abissale.
La Bielorussia sia avvia così verso altri 4 anni di Lukashenko, il “padre-padrone” che ormai da 16 anni (era il 1994 quando fu eletto la prima volta) siede alla presidenza, guidando il paese con il pugno di ferro, controllando i media, azzittendo l’opposizione, usando i servizi segreti (a Minsk si chiamano ancora Kgb) in una nazione con un’economia congelata ai tempi dell’Urss e la pena di morte ancora in vigore. E che ha fatto in modo di cambiare anche la legge che prevedeva un massimo di due mandati consecutivi.
Ora la palla passa anche agli osservatori elettorali dell’Osce e la loro valutazione, attesa per domani, sullo svolgimento delle elezioni. Un parere che darà anche un’idea su come si muoverà l’Unione Europea dopo il prudente disgelo mostrato negli ultimi verso Minsk.