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CF: accordo sui dazi con USA, approvato mandato negoziale

bandiera usa accanto a bandiera svizzera
Keystone-SDA

La Confederazione muove un altro passo per ottenere una riduzione dei dazi doganali imposti dagli Stati Uniti. Il Consiglio federale ha approvato oggi il progetto di accordo commerciale con Washington e lo ha sottoposto alle commissioni della politica estera.

(Keystone-ATS) L’obiettivo principale dei prossimi negoziati sarà quello di consolidare le agevolazioni doganali sui prodotti importati dalla Svizzera oltreoceano stabilite nella dichiarazione d’intenti (giuridicamente non vincolante) annunciate da Berna lo scorso 14 novembre. Sulla base di tale accordo, si legge oggi in una nota governativa, i prodotti elvetici immessi nel mercato a stelle e strisce beneficeranno di una significativa riduzione dei balzelli doganali e l’aliquota passerebbe dal 39% ad una forfettaria del 15%. Un allentamento sulla falsa riga di quanto accordato da Washington a Bruxelles, che ha suscitato sollievo tra aziende e associazioni economiche elvetiche.

Oggi in conferenza stampa a Berna, il ministro Ignazio Cassis – sollecitato sul tema da un giornalista – ha dichiarato che “la tariffa del 15% entrerà in vigore ancora questo mese, anche se il Consiglio federale non è al corrente di una data precisa, ed è in attesa di novità, che dovrebbero arrivare nei prossimi giorni”.

Ad inizio settima, in un’intervista concessa alla Neue Zürcher Zeitung (NZZ), la direttrice della Segreteria di Stato dell’economia (SECO) Helene Budliger Artieda aveva dal canto suo affermato che l’abbassamento dei dazi “è previsto per la prima metà di dicembre”.

Stando alle dichiarazioni odierne, il testo sancisce inoltre che gli Stati Uniti e la Svizzera avvieranno entro breve dei negoziati per un accordo commerciale invece giuridicamente vincolante sui temi in esso elencati. Il prossimo passo consisterà ora nella consultazione delle commissioni della politica estera delle due Camere federali nonché della Conferenza dei governi cantonali, spiega l’Esecutivo.

Ad ogni modo, Berna non punta unicamente a normalizzare la vertenza commerciale, ma intende anche a migliorare ulteriormente l’accesso delle proprie imprese al mercato statunitense, preservando al contempo il margine di manovra della politica estera ed economica nazionale. Qualsiasi risultato negoziale dovrà restare in linea con gli obblighi costituzionali e internazionali della Svizzera, compresi gli Accordi bilaterali con l’Unione europea e le misure di stabilizzazione delle relazioni con Bruxelles.

Nel dettaglio, i colloqui mireranno a tradurre in un accordo vincolante gli impegni preliminari presi a novembre. Per quanto riguarda la circolazione delle merci, il Consiglio federale si dice pronto a esaminare ulteriori concessioni doganali sui prodotti statunitensi, purché Washington sia disposto a offrire contropartite equivalenti. Eventuali aperture dovranno comunque rimanere compatibili con la politica agricola svizzera, precisa il comunicato. Le parti valuteranno inoltre in quali settori sia possibile eliminare procedure burocratiche superflue, prescrizioni tecniche ridondanti o restrizioni che frenano gli scambi.

Una componente centrale sarà anche il commercio digitale, spiega il Governo. In linea con la sua posizione nell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e con gli impegni già assunti in altri accordi di libero scambio, la Svizzera intende continuare a rinunciare ai dazi sulle trasmissioni elettroniche e a non introdurre una Digital Services Tax. Sul fronte della sicurezza economica, invece, i negoziatori approfondiranno la cooperazione esistente in materia di investimenti, controlli sulle esportazioni e sanzioni, aprendo eventualmente il confronto sul funzionamento delle catene del valore. A ogni passo, sovranità e neutralità del Paese resteranno intatte, assicura il Consiglio federale.

Fra gli altri temi da negoziare figurano la cooperazione in materia di appalti pubblici, la proprietà intellettuale, lo sviluppo sostenibile e la promozione di programmi di formazione professionale.

Le aziende svizzere attive negli USA hanno già annunciato di voler investire almeno 200 miliardi di dollari nel Paese nei prossimi cinque anni. Si tratta tuttavia – tiene a precisare l’Esecutivo – di un preannuncio che non riguarda il settore pubblico perché proviene dagli ambienti economici.

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