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Chuck Yeager, 70 anni fa il primo ‘pilota supersonico’

Chuck Yeager in una foto del 1948 Keystone/AP NY USAF/STR sda-ats

(Keystone-ATS) È difficile immaginare oggi l’eccitazione e l’entusiasmo che settant’anni fa accompagnarono il primo volo supersonico della storia dell’aviazione, avvenuto il 14 ottobre 1947.

E se non ci fosse stato il film “Uomini veri” del 1983, ben pochi oggi ricorderebbero il nome del pilota che compì quell’impresa eccezionale: Chuck Yeager.

Da molti considerato come uno degli ultimi eroi, ha avuto una vita intensa che lo ha visto volare in missioni di combattimento dalla Seconda guerra mondiale fino al Vietnam, dove ha compiuto ben 127 missioni sui bombardieri B-57. Tra i suoi exploit di guerra, il pluridecorato Charles Elwood “Chuck” Yeager, oggi 94enne, annovera l’abbattimento di 11,5 aerei (uno a metà con un altro pilota), tra cui 5 caccia Bf-109 in una sola missione (‘Asso in un giorno’) e uno dei primi di un aereo a reazione, il Me-262.

In compenso è stato costretto a lanciarsi tre volte col paracadute (nel ’44 fu abbattuto in Francia ma riuscì a fuggire in Spagna). L’ultimo di questi lanci, da un F-104 nel 1963 mentre tentava di stabilire l’ennesimo record, questa volta di altezza, è quello raccontato con molta veridicità nel film “Uomini veri”, per il quale lui fece da consulente tecnico, come aveva già fatto per altri film.

Bravo ma anche fortunato, Yeager ha pilotato ben 180 tipi diversi di aerei e il suo ultimo volo su un aereo da combattimento lo ha fatto da navigatore su un F-15E, appena 5 anni fa, a 89 anni. Quello che rimane il suo volo più famoso fu il risultato della sua intensa attività di collaudatore per l’Air Force, che nel 1946 prese il controllo diretto dei test con l’aerorazzo Bell X-1. Il fenomeno fisico che si avverte all’approssimarsi di Mach 1.0 è chiamato compressibilità e veniva avvertito dai piloti come una sorta di muro invisibile.

Il Bell X-1, soprannominato “proiettile con le ali” per la forma aerodinamica, bruciava tutto il carburante in 4 minuti e doveva atterrare come un aliante. Era lungo poco più di 9 metri e veniva lanciato ad alta quota da un bombardiere B-29 modificato, sistema che causò non pochi incidenti. Quando i piloti militari sostituirono quelli civili, che chiedevano 150 mila dollari di premio per continuare, i collaudi erano già costati una vita. Ma anche altri erano morti nella ‘corsa’ e il Regno Unito aveva rinunciato dopo che l’aereo sperimentale inglese era ‘imploso’ in volo, uccidendo il pilota.

Dopo diversi tentativi, anche al cardiopalma, Yeager al comando del X-1 ‘Glamorous Glennis (dal nome di sua moglie), e con due costole fratturate il giorno prima, infranse il ‘muro’ il 14 ottobre 1947 raggiungendo 1.299 km/h (Mach 1,06) in volo livellato.

Una volta trapelata alla stampa l’impresa segreta, Yeager divenne quasi una star, con tanto di copertina di Time. Il Congresso gli conferirà poi anche una speciale medaglia d’argento con il suo volto. Ma non per questo smise di fare record, o di tentarli, facendo anche da ‘gregario’ alla sua amica Jackie Cochran quando questa nel 1953 ottenne il record supersonico femminile.

Yeager non poté stabilire il record del doppio della velocità del suono, fatto dal pilota dell’Us Navy Scott Crossfield a novembre ’53, ma riuscì a migliorarlo a inizio dicembre, volando a Mach 2,44 su un X-1A, guastando non casualmente i festeggiamenti della Marina. In rientro, però, l’X-1A stallò, precipitando 16 mila metri in 51 secondi e Yeager riprese il controllo solo molto vicino al suolo.

Yeager, in possesso del solo diploma delle superiori, non ha mai potuto partecipare alle selezioni per gli astronauti, come metteva in risalto il film. Ma in compenso è stato il primo e unico direttore della scuola spaziale militare degli astronauti dell’Air Force e alcuni suoi allievi hanno volato con la NASA.

In pensione dal 1975 come Brigadiere generale, ha fatto il suo ultimo volo da pilota nel 1997, ai comandi dell’F-15D “Glamorous Glennis III”, sempre nell’anniversario della sua impresa.

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