CN: “ok” a 3,525 miliardi per il traffico regionale viaggiatori
Il traffico regionale viaggiatori (TRV) riceverà 3,525 miliardi per il periodo 2026-2028, 160 milioni in più di quanto chiesto dal governo. Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale, allineandosi agli Stati. Il relativo decreto federale è così definitivamente adottato.
(Keystone-ATS) Il TRV, che comprende l’offerta di treni e autobus regionali (non a lunga percorrenza, né i trasporti urbani) e singoli collegamenti con impianti a fune e battelli, viene utilizzato da circa 2,5 milioni di persone al giorno. I circa tre miliardi e mezzo di franchi servono per indennizzare i costi d’esercizio, l’ampliamento dell’offerta, gli investimenti in veicoli elettrici, la manutenzione e l’innovazione nel settore. I ricavi da biglietti e abbonamenti attualmente coprono solo circa la metà dei costi; Confederazione e Cantoni si fanno quindi carico del restante.
Nel suo messaggio, il governo aveva chiesto 3,365 miliardi. Tale importo teneva conto di una riduzione del livello dei fondi federali destinati al trasporto regionale dal 2027 in linea con il pacchetto di sgravio del Consiglio federale. La proposta prevedeva che, a partire da quell’anno, i costi non coperti pianificati venissero ridotti del 5%.
Gli Stati avevano però aumentato tale somma di 160 milioni temendo tagli all’offerta, soprattutto nelle regioni periferiche. In prima lettura il Nazionale aveva respinto l’aumento.
Martedì gli Stati avevano però, a larga maggioranza, mantenuto la divergenza. I 160 milioni supplementari corrispondono a un terzo della differenza tra la proposta del Consiglio federale e le richieste delle aziende, era stato sottolineato in aula. Un secondo terzo potrà essere compensato da misure di efficienza e risparmi (ad esempio acquisti comuni di materiale rotabile o rinvio/ridimensionamento di progetti edilizi), mentre l’ultimo terzo dovrebbe derivare dall’aumento delle entrate legato alla maggiore frequentazione dei mezzi pubblici.
Queste argomentazioni hanno convinto oggi anche il Consiglio nazionale. La proposta di Thomas Hurter (UDC/SH) di stralciare il supplemento di 160 milioni è stata bocciata con 112 voti contro 76 e 4 astenuti.
Nel suo intervento, lo sciaffusano ha ricordato che il credito proposto dal Consiglio federale è superiore del 2,2% rispetto a quello stanziato per il periodo precedente. I Cantoni potrebbero fare uno sforzo supplementare, ha sostenuto. Queste spese supplementari andrebbero compensate altrove nei conti federali, nella ricerca o nella formazione, ha aggiunto Peter Schilliger (PLR/LU).
Questi 160 milioni permetteranno di correggere solo parzialmente la proposta del Consiglio federale: dall’adozione del credito per il periodo precedente l’inflazione ha infatti superato il 5%, ha replicato Bruno Storni (PS/TI). Anche il numero dei passeggeri è in aumento, ha detto il ticinese invitando a non compromettere il mantenimento della curva di crescita. Il supplemento, ha aggiunto la relatrice della Commissione dei trasporti Delphine Klopfenstein Broggini (Verdi/GE), non è un lusso ma corrisponde al minimo indispensabile per mantenere l’offerta attuale.
Liquidità fondo FIF
Il Consiglio nazionale ha in seguito approvato – con 118 voti contro 59 (2 astenuti) – una mozione della Commissione dei trasporti degli Stati (CTT-S) che chiede di migliorare e aumentare l’alimentazione e la liquidità del Fondo per l’infrastruttura ferroviaria (FIF).
A partire dal 2028/2029, secondo le previsioni, la liquidità del fondo potrebbe non essere sufficiente mettendo in pericolo la manutenzione e la realizzazione di progetti già decisi, ha detto Martin Candinas (Centro/GR) a nome della commissione. La popolazione cresce e anche la capacità dell’infrastruttura ferroviaria va adeguata, ha sostenuto il grigionese. Inoltre, ha aggiunto, “se si trascurano le infrastrutture presto o tardi se ne pagheranno le conseguenze”.
Il governo, scrive la CTT-S nel testo della mozione, dispone di diverse opzioni per far fronte alla situazione senza risorse fiscali aggiuntive, tra cui adeguare i rimborsi dei debiti, rinunciare alla riserva minima, introdurre nuovo indebitamento limitato, aumentare il gettito della tassa sul traffico pesante o prorogare l’aliquota IVA temporanea. L’obiettivo è assicurare che i progetti approvati possano essere realizzati nei tempi previsti e garantire la continuità degli sviluppi futuri.
Una minoranza, pur riconoscendo che in futuro il FIF dovrà affrontare una carenza di liquidità, ha chiesto la bocciatura della mozione sostenendo che occorrerebbe prima discutere del rapporto “Trasporti 2045” del Politecnico federale di Zurigo sul futuro delle infrastrutture di trasporto. Il messaggio del governo in materia è atteso per gennaio.
L’atto parlamentare è ora trasmesso al governo, che dovrà attuarlo.