
Consiglio federale: Cassis, un outsider fra i ministri ticinesi

(Keystone-ATS) Con l’elezione odierna di Ignazio Cassis in Consiglio federale in rappresentanza del PLR, il canton Ticino ritrova un “ministro” dopo 18 anni dalle dimissioni dell’allora responsabile della diplomazia elvetica, il popolare democratico Flavio Cotti.
Non che nei 18 anni trascorsi la Svizzera italiana non ci abbia provato a rientrare nella stanza dei bottoni. Tuttavia, tra candidati ufficiali o non considerati dal gruppo parlamentare, nessuno di loro ce l’ha fatta.
L’ultimo candidato ufficiale, Norman Gobbi per la Lega/UDC, è stato battuto dal vodese Guy Parmelin nel 2015. Cassis diventa così – al secondo tentativo dopo il 2010 quando ricevette 12 voti per la successione di Hans-Rudolf Merz pur non essendo candidato ufficiale – l’ottavo consigliere federale ticinese. Solo Zurigo, Vaud, Berna e Neuchâtel ne hanno avuti di più (rispettivamente 20, 15, 14, 9).
Con l’ascesa di Cassis nella stanza dei bottoni, a livello partitico siamo ora in perfetta parità: 4 PLR e 4 PPD. Finora, per quanto riguarda i “ministri” ticinesi, si sono avvicendati nel Governo federale solo esponenti di queste due formazioni.
Come indica la sua pagina web, Cassis si considera un “outsider” in politica. Fino ai 40 anni era assorbito dal suo lavoro di medico e specialista di economia sanitaria. Prima di essere eletto nel 2007 in Consiglio nazionale, l’unica carica politica occupata è stata quella di consigliere comunale del legislativo di Collina d’oro (2004-2014).
E in un certo senso, facendo un confronto con gli altri “ministri” ticinesi, Cassis è un outsider per davvero. Basti pensare che per la seconda volta entra nel Governo federale un esponente del Sottoceneri, dopo Giuseppe Lepori, e il primo in assoluto nato nel Malcantone.
Gli altri sei consiglieri federali ticinesi – Stefano Franscini (PLR), Giovan Battista Pioda (PLR), Giuseppe Motta (PPD), Enrico Celio (PPD) e Nello Celio (PLR), nonché Flavio Cotti (PPD) – erano tutti originari del Sopraceneri, e in particolare della Leventina (Franscini, Motta e i due Celio). Pioda era Locarnese, come Flavio Cotti.
Nel suo volume sui Consiglieri federali – pubblicato in italiano dall’editore Dadò di Locarno – circa origine sociale, formazione e carriera politica dei futuri “ministri”, lo storico friburghese Urs Altermatt ha evidenziato alcuni aspetti che ritornano con una certa frequenza: di formazione perlopiù giuridica, il futuro magistrato proviene solitamente da una famiglia del ceto medio alto. È stato membro del Consiglio nazionale o degli Stati dopo essersi “fatto le ossa” politicamente nel Cantone di origine a livello di legislativo o esecutivo.
Quasi tutte queste condizioni sono soddisfatte per quanto attiene ai primi sette consiglieri federali ticinesi, ma solo in parte da Ignazio Cassis.
Di famiglia modesta, quest’ultimo è medico di formazione, quasi un unicum per un “ministro” elvetico: per trovare un altro dottore in governo bisogna risalire all’Ottocento con l’elezione del PLR turgoviese Adolf Deucher (eletto nel 1883 e deceduto in carica nel 1912). Assieme a Franscini, di “modestissima” famiglia come indica il Dizionario storico della Svizzera e di professione maestro, tutti gli altri ministri ticinesi si sono laureati in diritto.