Consiglio federale: più rigore nei pensionamenti dei funzionari
(Keystone-ATS) In ossequio al rigore finanziario, particolari categorie di personale dell’Amministrazione federale non godranno più di condizioni di pensionamento particolarmente favorevoli. I militari di professione e i collaboratori del Corpo delle guardie di confine (Cgcf), per esempio, dovranno aspettare i 60 anni prima di percepire l’AVS, al posto del prepensionamento attuale a 58 anni. Il Consiglio federale ha comunque previsto soluzioni transitorie e aiuti.
Per il governo, è necessario mantenere soluzioni specifiche per determinate funzioni dell’Amministrazione federale. Tuttavia, gli attuali “privilegi” sono costosi. Il Consiglio federale ha dunque deciso di imprimere un giro di vite dal quale si attende risparmi per 55 milioni di franchi annui a partire dal 2018. Si dovranno dapprima sborsare 237 milioni a titolo di “spese uniche d’adattamento” che, grazie alle minori uscite annue, saranno integralmente compensati entro il 2025.
Come i militi professionisti, anche le guardie di frontiera dovranno pazientare due anni in più prima di godersi il “meritato riposo”. Certi dipendenti del Cgcf dovranno addirittura attendere i 63 anni prima di andare in pensione. Il personale addetto al servizio di volo dell’Ufficio federale dell’aviazione civile (UFAC) dovrà dire “bye bye” all’attuale pensionamento a 62 e dovrà accontentarsi del regime dei 65 anni, come la maggior parte degli impiegati svizzeri.
Altra categoria colpita: i collaboratori del Dipartimento federale degli affari esteri sottoposti all’obbligo del trasferimento. Le condizioni per l’ottenimento del pensionamento anticipato diverranno più difficili; i contributi supplementari verranno concessi solo per i luoghi d’impiego all’estero con condizioni di vita molto difficili.