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Angelika Kauffmann, maestra di pittura e networking

autoritratto
Angelika Kauffmann, autoritratto con il busto di Minerva, ca. 1784, olio su tela, 93 x 76,5 cm. © Bündner Kunstmuseum, Chur Honorarfreie Nutzung Nur Für Pressezwecke Im Zusammenhang Mit Der Ausstellung „verrückt Nach A

Nel 18° secolo, Angelika Kauffmann era una pittrice conosciuta in Europa e una donna stimata dai maggiori uomini di cultura dell'epoca. Il museo d'arte di Düsseldorf le dedica un'ampia esposizione, evidenziando anche la sua abilità nel tessere relazioni con l'alta società.

“Verrückt nach Angelika Kauffmann” (Tutti pazzi per Angelika Kauffmann); il titolo della mostra Collegamento esternoallestita a Düsseldorf ricorda l’entusiasmo che l’artista seppe suscitare in Europa quando si trovava all’apice della sua carriera creativa. È un entusiasmo che ha contagiato anche la curatrice dell’esposizione Bettina Baumgärtel. 

Da più di tre decenni, la nota esperta studia le opere e la vita dell’artista nata a Coira e morta a Roma, dove nel Pantheon della città eterna il suo busto si trova vicino a quello dell’artista rinascimentale Raffaello. Quella della Kauffmann è stata una vita straordinaria, favorita dal talento, dall’ambizione e da un’accurata pianificazione. “Non ha lasciato nulla al caso”, racconta Bettina Baumgärtel. “Sapeva esattamente ciò che voleva”.

Angelika Kauffmann è nata nel 1741 a Coira. La madre è svizzera ed ostetrica di professione. Il padre è un pittore austriaco. Ben presto, il papà Joseph Johann Kauffmann riconosce l’enorme talento della figlia e per questo motivo mette in secondo piano la sua carriera per dedicarsi completamente alla crescita artistica di Angelika. Insieme viaggiano in Svizzera, Austria e Italia settentrionale, dove la bambina presenta le sue opere alle corti dei vari principi e regnanti. 

“Anche se ancora adolescente, le famiglie della nobilita le affidano il compito di realizzare delle pitture per loro”, spiega Bettina Baumgärtel. Per esempio, a sedici anni ritrae a Coira il figlio del nobile grigionese Anton von Salis (Soglio).

Sceglie la pittura dopo la morte della madre

La madre Cleophea Lutz muore nel 1757. All’età di sedici anni, Angelika perde così una mamma amorevole ed istruita che l’ha avvicinata al canto e allo studio delle lingue. “Al momento non si sa molto su quale sia stato l’influsso della madre sull’artista”, indica Baumgärtel. Si sa però che l’anno della morte della madre coincide con il momento in cui Angelika decide di dedicarsi unicamente alla pittura, abbandonando così la carriera di cantante. L’opera “Autoritratto tra Musica e Pittura”, in mostra a Düsseldorf e realizzata una trentina d’anni dopo questa disgrazia ricorda questa scelta.

quadro
Angelika Kauffmann, autoritratto al bivio tra musica e pittura, 1794, National Trust Collections. ©national Trust Images

Per sei anni, tra il 1760 e il 1766 padre e madre viaggiano per l’Italia dove Angelika copia le opere dei grandi maestri esposte in gallerie e palazzi. All’epoca, le donne non potevano frequentare le accademie di pittura. A Roma getta le basi della sua carriera. Nel 1763, a 22 anni soggiorna nella capitale italiana, dove ritrae i viaggiatori inglesi del grand tour. I clienti si portavano a casa le opere come testimoni del loro cosmopolitismo. In questo modo, Kauffmann si fa conoscere anche in Inghilterra.

 Anche Angelika Kauffmann si ritiene una cosmopolita. “Si sente ovunque a casa e si considera un’artista internazionale”, dice Bettina Baumgärtel. Per questo motivo non vuole essere definita una pittrice svizzera – perché nata a Coira e di madre svizzera – o austriaca – perché il padre è di Bregenz, località dove trascorre lunghi periodi e dove ha molti legami familiari – oppure italiana – Paese dove ha lavorato a lungo e dov’è morta.

fotografia di una donna davanti a un quadro
La curatrice Bettina Baumgärtel. Petra Krimphove

A Londra diventa una superstar

 Nel 1766 lascia Roma per trasferirsi a Londra, dove apre un atelier. In quegli anni, nella città sul Tamigi vive anche il compositore Georg Friedrich Händel. Un’aristocratica inglese introduce Kauffmann nella società che conta. E così diventa presto una ritrattista di successo. “Aveva uno stile particolare che cercava sempre di mettere in risalto nelle sue opere. La sua pennellata era alla moda. Kauffmann conferiva un’espressione schietta al viso con un pizzico di idealizzazione”, racconta Baumgärtel. 

Nel 1768, Kauffmann, con la pittrice Mary Moser, è l’unica donna a fare parte del gruppo fondatore della Royal Academy of Arts. In seguito, in segno di riconoscimento le viene data la possibilità di dipingere quattro grandi tele per il nuovo edificio dell’accademia. Queste opere sono presentate per la prima volta fuori dall’Inghilterra nella mostra di Düsseldorf.

Ritratto
Angelika Kauffmann, autoritratto con stilo, ca. 1768, olio su tela, 60,8 x 43,4 cm. © Privatsammlung/ Foto: Akrp, Justin Piperger Honorarfreie Nutzung Nur Für Pressezwecke Im Zusammenhang Mit Der Ausstellung

Per la curatrice dell’esposizione, Angelika Kauffmann è stata una “influencer” e una “networker”. Da una parte i due termine vogliono catturare l’attenzione di un pubblico giovane e dall’altra mettono in risalto la modernità di un’artista vissuta un secolo e mezzo fa. Infatti, Kauffmann usava strategie di marketing molto simili a quelle impiegate dalla generazione-Instagram. 

“Si attorniava di celebrità che elevavano il suo stato sociale”, spiega la curatrice. Inoltre era possibile osservarla mentre dipingeva nel suo atelier. Era un’esperienza che veniva orgogliosamente raccontata ad amici e conoscenti, aumentando così la notorietà dell’artista. Kauffman era “una superstar e un’icona di stile”. Tutti volevano essere ritratti da lei e i suoi motivi ornavano mobili, porcellane e caminetti.

“Strategia molto intelligente”

 Il fatto di non rientrare negli schemi classici le ha permesso di rimanere indipendente. “Angelika Kauffmann ha vissuto in un’epoca in cui ci si chiedeva se le donne fossero in grado di istruirsi”, ricorda Baumgärtel. A 40 anni, l’artista sposa il collega Antonio Zucchi, una decisione ponderata a lungo. Tuttavia, con il matrimonio non rinuncia alla sua indipendenza: contrariamente alle consuetudini di una società patriarcale, firma un contratto che definisce la separazione dei beni.

 Nello stesso tempo evita di presentarsi in società come una prima donna. Il suo atteggiamento è riservato, modesto. Non vuole provocare e nemmeno mettere in difficoltà i maschi, che magari potevano temere di perdere la loro posizione dominante. “È stata una strategia molto intelligente”, indica Baumgärtel.

Angelika Kauffmann rimane a Londra per 15 anni, anche se ha spesso nostalgia dell’Italia. Dopo essersi sposata, torna a Roma con il marito. Lì abita e lavora in un palazzo che si trova poco sopra Piazza di Spagna. Alle sue dipendenze lavorano una cuoca, una cameriera e due domestici. La pittrice è nota in tutta l’Europa e tante personalità del mondo culturale dell’epoca le fanno visita, per esempio Johann Wolfgang Goethe e Johann Gottfried Herder. 

Quest’ultimo la descrisse come “forse la donna più colta d’Europa”. Quando muore, la città le organizza un funerale sfarzoso in suo onore. “Da allora la sua fama è rimasta intatta”, dice Baumgärtel. E le sue opere continuano a suscitare grande ammirazione. Dopo Düsseldorf, l’esposizione si trasferirà nei locali della Royal Academy of Arts di Londra.

Biografia

Anne Maria Angelika Catharina Kauffmann nasce nel 1741 a Coira. La casa in cui è nata si trova alla Reichsgasse 57. Il padre è il ritrattista austriaco Joseph Johann Kauffmann, la madre è Cleophea Lutz.

Dal 1745 riceve lezioni di disegno e pittura dal padre, mentre la madre l’avvicina allo studio della musica e delle lingue.

Tra il 1754 e il 1757 compie il primo viaggio nell’Italia settentrionale dove si esibisce come cantante e realizza i primi ritratti.

Nel 1757, dopo la morte della madre a Milano, decide di concentrarsi sulla pittura.

Dal 1757 al 1759 vive e lavora con il padre nella foresta di Bregenz, da dove intraprende viaggi su commissione.

Dal 1760 al 1766 viaggia in Italia e dal 1763 vive e Roma. Nel 1764 realizza il ritratto del bibliotecario, storico e archeologo tedesco

Johann Joachim Winckelmann, un ritratto che le darà immediatamente grande notorietà.

Nel 1766 si trasferisce a Londra, dove rimane fino al 1781.

Nel 1781 ritorna a Roma con il marito Antonio Zucchi.

Nel 1782 apre un atelier e un circolo culturale.

Nel 1807 muore dopo lunga malattia a Roma.


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Traduzione dal tedesco: Luca Beti

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