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Conserviamo il nostro patrimonio alberghiero

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I grandi hotel svizzeri della "Belle Epoque" rischiano di cadere a pezzi. Come salvaguardare il nostro patrimonio storico?

L’ufficio per la conservazione dei monumenti storici propone la creazione di un archivio nazionale.

Roland Flückiger, dell’ufficio per la conservazione dei monumenti storici a Berna, si sta battendo da anni per valorizzare gli hotel e ristoranti storici del nostro paese. In particolare, quelli costruiti durante il periodo della “Belle Epoque”, alla fine dell’800.

Flückiger è presidente del comitato che ogni anno assegna un premio agli hotel e ai ristoranti nazionali di importanza storica. Questa rivalutazione del patrimonio alberghiero nazionale è sostenuta dalla sezione svizzera del Consiglio Internazionale dei Monumenti e Siti (ICOMOS).

Il conservatore svizzero ripercorre in due libri il boom turistico che ha vissuto il nostro paese, a cavallo tra il 19esimo ed il 20esimo secolo. A quel periodo, infatti, risale la costruzione della maggior parte dei grandi hotel o “Palaces”.

Molti di questi grandi hotel, delle vere e proprie pietre miliari dell’architettura svizzera, sono stati ben conservati. Tuttavia, Flückiger teme che il restauro dei vecchi hotel non sia sufficiente per salvaguardare il patrimonio alberghiero svizzero.

swissinfo: L’industria alberghiera riconosce il valore storico dei vecchi hotel. Quale dev’essere il prossimo passo?

Roland Flückiger: Bisogna creare un archivio dove raccogliere tutti i dati storici. In questo modo, potremo trasmettere alle generazioni future l’importanza del ruolo svolto dal turismo in Svizzera.

Purtroppo un posto del genere non esiste ancora. In Svizzera troviamo ogni tipo di museo, dalle esposizioni di carillon ai musei per bambini. Ma non c’è nulla, neanche un archivio, dedicato agli hotel ed al turismo in generale.

swissinfo: Però la Svizzera si è impegnata a conservare parecchi dei suoi hotel storici…

R. F.: Purtroppo molti di questi hotel stanno scomparendo dalla nostra memoria. Tanti albergatori appartenenti alla nuova generazione hanno infatti tendenza, quando riordinano i loro documenti, a gettare via i dati del passato.

Tante preziose informazioni vecchie di un secolo sono così perse per sempre. Ci sono esempi di rinomati hotel, dei quali i giovani gestori non conoscono neanche la storia e l’evoluzione. Sono assunti solo per organizzare il normale svolgersi delle attività e per garantire i profitti.

swissinfo: Che valore rappresenta il patrimonio alberghiero svizzero?

R. F.: Molti hotel sono stati costruiti durante il 19esimo secolo, quando la Svizzera era una delle destinazioni turistiche più apprezzate. Alcuni di essi sono tutt’ora in buono stato, grazie soprattutto al fatto che la Svizzera è stata risparmiata dalle distruzioni causate dalle guerre che si sono susseguite.

swissinfo: A quell’epoca, ci sono state opposizioni alla costruzione di grandi hotel? Pensiamo soprattutto alle regioni montane…

R. F.: Le proteste sono cominciate attorno al 1905, quando la Società per la protezione della patria (Heimatschutz Svizzera) ha stabilito delle direttive per evitare la degradazione del paesaggio, appunto con la costruzione di grandi hotel. L’opposizione era diretta anche contro le ferrovie di montagna. Durante quel periodo ci sono infatti stati molti progetti, tra cui un piano per costruire una ferrovia che raggiungesse la cima del Cervino.

swissinfo: Nel suo ultimo libro “Hotel Palaces”, lei si lamenta del fatto che gli hotel costruiti durante la “Belle Epoque” sono stati trascurati e che oggi stanno praticamente cadendo in rovina, in modo quasi irriconoscibile. Che cosa ha portato alla rib

R. F.: Attorno agli anni ’80, era stato avanzato un progetto per costruire, sul lago di Brienz, un enorme hotel in stile chalet svizzero al posto del Giessbach Hotel. Un gruppo di cittadini si era opposto ed ha potuto così salvare il grand hotel. Uno dei momenti più importanti è stato quando, a metà degli anni ’90, siamo riusciti a sensibilizzare l’Associazione alberghiera svizzera del valore storico del nostro settore alberghiero.

swissinfo: Spesso si dice che restaurare un vecchio palazzo costi di più che costruirne uno nuovo. Come reagiscono i conservatori davanti a queste considerazioni?

R. F.: Questa è una visione delle cose che sta lentamente cambiando. Ho letto recentemente uno studio svoltosi in Germania, secondo il quale un restauro è circa del 5% meno caro della costruzione di un edificio nuovo.

swissinfo: Lei è stato il primo a sollevare il discorso sulla salvaguardia del nostro patrimonio alberghiero. Si tratta di una crociata personale?

R. F.: All’inizio mi sembrava di essere il solo a lottare per questa causa. Mi sentivo quasi ridicolo. Adesso, invece, ricevo numerosi segnali di sostegno. Sono stato ad esempio invitato a presentare i risultati del mio lavoro presso il Consiglio d’Europa. E sono stato ben ricevuto. Mi sembra che la buona volontà non manchi. Sono sicuro che presto si aggiungeranno altri sostenitori.

swissinfo, intervista di Dale Bechtel
(traduzione dall’inglese: Luigi Jorio, swissinfo)

La costruzione della maggior parte dei Grandhotel e Palaces risale al periodo a cavallo tra il 19° e il 20° secolo.

Ogni anno, la sezione svizzera del Consiglio Internazionale dei Monumenti e Siti attribuisce un premio agli hotel e ristoranti di valore storico.

Il premio per il 2004 è stato attribuito al Grandhotel Giessbach di Brienz, nel canton Berna.

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