Etnicizzazione della politica: un esempio in Ticino

“L’etnicizzazione della politica rischia di irrigidire i fronti e di causare la creazione dei ghetti, invece di promuovere la partecipazione equa alla società civile”, afferma Renata Coray, co-autrice della ricerca.

Nel libro viene citato un interessante dibattito sul termine di “etnia” avvenuto il 19 giugno 1995 nel Parlamento federale durante una discussione sulla legge federale per la salvaguardia e la promozione della lingua e la cultura italiana e romancia.

L’allora consigliere agli Stati Giorgio Morniroli (Lega/TI) aveva infatti chiesto l’impiego del plurale nel titolo di quella legge, ossia che si parlasse delle lingue e culture italiane e romance.

E ha dato la seguente motivazione: “In Ticino la cultura svizzero-italiana è rappresentata non solo da una bensì da due etnie ben distinte. La prima, quella sottocenerina, di origine lombarda, la seconda, insediata nel Sopraceneri, e di provenienza piemontese.”

Tale affermazione ha provocato una reazione veemente dell’allora “ministro” della cultura Ruth Dreifuss. “Quando sento l’espressione ‘etnia’ applicata agli abitanti del Ticino, a seconda della loro ubicazione a nord o a sud del Monte Ceneri, e quando penso all’uso che se ne fa in altre regioni dell’Europa, mi vengono i brividi. Non credo che si possa, in Svizzera, fondare una politica su questa nozione di ‘etnia’. È chiaro che occorre fondarla sulla lingua e la cultura, e niente d’altro”, ha precisato Ruth Dreifuss.

swissinfo, Nenad Stojanovic