Polemiche e tensioni per il 1° Maggio a Zurigo

Mai si è fatto tanto, come quest'anno, affinché il 1° Maggio si svolga tranquillamente a Zurigo. Ma mai come quest'anno si sono concentrati tanti elementi di provocazione: una ex-terrorista palestinese come oratrice, un manifesto beffardo, disaccordi nella polizia, divisioni nella sinistra.
Ancora all’inizio di marzo si poteva sperare che la festa del 1° Maggio sulle rive della Limmat tornasse ad essere pacifica, senza violenze, lacrimogeni, idranti e vandalismi. Così almeno prometteva un accordo, tra il comitato organizzatore della “festa del lavoro” ed il Municipio, sullo svolgimento della manifestazione.
Ma nel frattempo, nuovi elementi di disaccordo, tra il Cantone e la Città e all’interno della sinistra, sono tornati a far temere il peggio. Il dipartimento cantonale di polizia, diretto dalla Udc Rita Fuhrer, ha criticato la scelta “poco propizia” della Città di far terminare il corteo sulla Bahnhofplatz.
In questo caso – ha detto Regine Sauter, portavoce della Fuhrer – la polizia cantonale dovrebbe presidiare la stazione centrale, “la cui protezione ha la priorità assoluta”. Ciò farebbe temere il dilagare dei dimostranti violenti nella Bahnhofstrasse ed il ritorno, come accaduto per le dimostrazioni anti-Davos, della disputa tra Città e Cantone su chi ne avrebbe la colpa. Tale disaccordo sul percorso del corteo ha scatenato nuovi attacchi politici alla municipale socialista Esther Maurer, capo del Dipartimento di polizia, ritenuta a destra “stressata e incapace”.
All’interno della sinistra le divisioni sembrano ancora peggiori. La più grave è quella sulla ex-terrorista e pirata dell’aria palestinese, Leila Khaled, invitata come oratrice ospite dal Comitato 1° Maggio, composto da circa 80 organizzazioni, quasi tutti gruppuscoli di estrema sinistra. Secondo Walter Angst, membro del Comitato, l’invito alla Kahled vuole tematizzare il conflitto mediorientale e dare voce alla sinistra palestinese. Tale scelta ha sollevato un mare di proteste.
A cominciare dal partito socialista cittadino, il cui presidente, Koni Loepfe, ha parlato di “decisione infelice”; e a livello cantonale il portavoce Willy Spieler ha aggiunto che è una “provocazione contro la sinistra e soprattutto contro le forze democratiche”. Il presidente della comunità di culto israelita di Zurigo, Werner Rom, ha detto che l’invito alla Khaled “non depone assolutamente a favore di una sensibilità positiva”, e si è chiesto se per caso il Comitato1° Maggio, che chiede la pace, non si ponga invece altre finalità.
Reazioni indignate sono venute anche dai sindacati, in particolare dal Vpod (dipendenti pubblici) e dall’Ufas (assistenti di volo). Il presidente del cartello sindacale cittadino, Klaus Rozsa, dapprima critico ma possibilista, dopo aver appreso che la Khaled viene a Zurigo reduce da una riunione a Teheran, dove organizzazioni estremiste palestinesi hanno fatto appello ad azioni suicide contro Israele, ha definito semplicemente “inaccettabile” l’invito alla ex-terrorista ed ha espresso l’auspicio che la manifestazione sindacale finisca prima chela Khaled prenda la parola.
Altro motivo di conflitto con il partito socialista è il manifesto e la copertina del giornaletto che il Comitato 1° Maggio ha stampato per l’occasione. Vi sono disegnati alcuni politici socialisti zurighesi che giocano a monopoly con Christoph Blocher, Rita Fuhrer ed Eric Honegger. Il gruppetto è sovrastato dalle figure di due giovani, chiaramente di estrema sinistra, che invitano a “lottare ovunque solidali”. Infuriato, Koni Loepfe ha deciso che né lui, né e il Ps parteciperanno alla manifestazione. Per lui, quelli del Comitato 1° Maggio sono diretti da un paio di svizzeri che vogliono sfogare i loro sogni di rivoluzionari”.
Silvano De Pietro, Zurigo

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