Esplosioni e sangue a Kabul, vittime nelle scuole
(Keystone-ATS) Due esplosioni in rapida sequenza, probabilmente opera di due kamikaze: obiettivo, una scuola superiore e un centro di addestramento nella zona occidentale di Kabul. Il bilancio è incerto, di sicuro si tratta dell’ennesima strage.
Le fonti ufficiali talebane parlano di sei morti, fonti di stampa di almeno 25, e di un alto ma imprecisato numero di feriti.
L’attacco è avvenuto mentre i ragazzi stavano uscendo dalla scuola maschile Abdul Rahim Shahid. In alcune immagini diffuse sui social media si possono vedere diversi corpi sull’asfalto, insieme a macchie di sangue, libri bruciati e zainetti. Secondo fonti di polizia, inoltre, una granata è stata lanciata anche contro un vicino centro di lingua inglese, nella stessa zona, ferendo una persona.
“Al momento abbiamo ricevuto 11 pazienti: 10 feriti tra i 16 e i 19 anni, e un uomo di 45 anni, deceduto all’arrivo. Alcuni dei feriti sono in condizioni gravi”, ha riferito Marco Puntin, direttore di Emergency in Afghanistan.
Nessuno ha finora rivendicato l’attentato, che però sembra avere tutte le caratteristiche delle azioni del ramo locale dell’Isis, lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante – Provincia di Khorasan, che da quando i talebani hanno estromesso il governo afghano appoggiato dagli Stati Uniti, nell’agosto scorso, si è attribuito la paternità di numerose sanguinose azioni del genere.
Anche il fatto che sia stato preso di mira il quartiere popolare sciita Dasht-e-Barchi, abitato prevalentemente dalla comunità Hazara, sembra essere indicativo. Infatti, già in passato è stato obiettivo di attacchi dell’Isis, che seppure è un movimento radicale sunnita, è nemico giurato dei talebani. Non a caso, da quando hanno preso il potere, i talebani hanno regolarmente effettuato incursioni presunti nascondigli dell’Isis, che a sua volta ha rivendicato alcuni degli attacchi più sanguinosi in Afghanistan degli ultimi anni.
L’attacco di oggi è solo “l’ultimo episodio di una sequenza di esplosioni avvenute nel mese di aprile durante il quale abbiamo ricevuto continuamente feriti nel nostro ospedale di Kabul”, ha affermato ancora Puntin di Emergency, precisando che il 3 aprile scorso sono giunti nel loro ospedale 59 feriti in seguito a un’esplosione al mercato del cambio; il 6 aprile altri 11, dopo un’esplosione nei pressi di una moschea.
Secondo Puntin, “si tratta dell’ennesima dimostrazione che nonostante l’attenzione verso la situazione dell’Afghanistan sia diminuita, il Paese è tutt’altro che in pace e si trova nell’abisso di una crisi economica senza precedenti che continua a mettere in ginocchio la popolazione, e sta provocando un aumento della povertà e della criminalità”.