
Gaza: uccisione Arrigoni, secondo salafiti cellula impazzita
(Keystone-ATS) Fonti di uno dei gruppi ultraintegralisti salafiti della Striscia di Gaza hanno ammesso oggi, parlando con l’ANSA, la responsabilità di una loro cellula “fuori controllo” nel rapimento e nella feroce uccisione dell’attivista italiano Vittorio Arrigoni, consumatisi giovedì nell’enclave palestinese.
Le fonti, che parlavano a nome di ‘al-Tawhid wal-Jihad’ – una della fazioni salafite più note di Gaza, ispirate agli slogan di Al Qaida – hanno negato che l’azione sia stata ordinata dai vertici del gruppo. “È stata una iniziativa incomprensibile, compiuta da una cellula impazzita, fuori controllo, e che contrasta con l’insegnamento dell’Islam e i nostri interessi”, hanno detto le fonti, confermando che le milizie di Hamas hanno arrestato finora “almeno tre militanti” salafiti nell’ambito delle indagini sull’assassinio di Arrigoni. E che stanno continuando a eseguire controlli e retate a tappeto.
Parlando del caso Arrigoni, alcuni esponenti di Hamas (che ha il governo di fatto sulla Striscia) non hanno mancato di richiamarsi nelle ultime ore alla retorica anti-israeliana, accusando gli assassini di “fare il gioco del nemico sionista”.
In termini concreti, però, la pista dei gruppi salafiti -che contestano lo stesso Hamas da posizioni ancor più radicali- è stata indicata chiaramente a più riprese dietro il delitto, anche se la linea ufficiale ridimensiona il loro peso a quello di “degenerati” ed “elementi isolati”.