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I socialisti dicono sì all’Europa ma non all’euro

I delegati del PS hanno approvato all'unanimità la nuova piattaforma europea Keystone

Il partito socialista svizzero ha adottato sabato la seconda parte del proprio programma di adesione all'Unione europea, incentrato sugli aspetti economici.

I delegati socialisti e quelli del partito ecologista raccomandano di accettare gli articoli costituzionali sulla formazione, sottoposti al voto del popolo il prossimo 21 maggio.

Riuniti sabato in assemblea a Näfels, nel canton Glarona, i delegati del partito socialista svizzero (PS) hanno ribadito la loro apertura verso l’Europa. A tal proposito hanno approvato all’unanimità la seconda parte del loro programma europeo, nella quale analizzano le conseguenze economiche e sociali di un’eventuale adesione all’Unione europea (UE).

La prima parte della piattaforma – consacrata agli effetti politici ed istituzionali dell’entrata della Svizzera nell’UE – era dal canto suo già stata accettata lo scorso mese di novembre.

Vantaggi di un’adesione

Secondo il consigliere nazionale giurassiano Jean-Claude Rennwald, che ha illustrato il programma ai delegati, l’adesione all’UE sarebbe vantaggiosa per i salariati svizzeri, dato che l’Europa rappresenta «il modello democratico e sociale più avanzato del pianeta». Gli svizzeri sarebbero meglio protetti dai licenziamenti e potrebbero beneficiare di congedi parentali.

Anche per l’economia i vantaggi sarebbero notevoli. I consumatori approfitterebbero di prezzi più bassi e l’evasione fiscale, pur permanendo il segreto bancario, potrebbe essere combattuta con efficacia.

In materia di politica estera, secondo il partito, le proposte di apertura sottoposte in questi anni a votazione sono state approvate quando sono state sostenute congiuntamente dalla sinistra, dalla destra «classica» e dagli ambienti economici. La sinistra, se vuole ottenere l’adesione, dovrà quindi respingere l’avvio di una terza tornata di negoziati bilaterali con Bruxelles.

No all’euro…almeno per il momento

Il dibattito sull’euro è stato dal canto suo più animato. A tal proposito, la direzione del PS esige che «non si costringa la Svizzera – almeno per il momento – ad adottare la moneta europea».

La fazione basilese del partito socialista si è battuta per l’entrata della Confederazione nella zona euro, ma i delegati hanno rifiutato la proposta per 104 voti contro 44.

Oltre che sull’Europa, i socialisti si sono inoltre espressi sui nuovi articoli costituzionali sulla formazione, sottoposti al voto popolare il prossimo 21 maggio. L’accettazione all’unanimità di queste disposizioni non è una sorpresa: il PS si batte infatti da anni per l’armonizzazione dei sistemi scolastici in Svizzera.

Assemblea anche per i Verdi

Anche per il partito ecologista svizzero sabato era giorno di assemblea. I suoi delegati, riunitisi a Berna, hanno come i socialisti deciso di raccomandare di votare sì ai nuovi articoli sulla formazione.

Il dibattito dei Verdi era però soprattutto improntato sulla politica ambientale elvetica. Nel caso in cui la Camera del popolo (Consiglio nazionale), che si riunirà a partire da lunedì, dovesse decidere di rinunciare alla tassa sul CO2, il partito ecologista ha deciso che lancerà un’iniziativa climatica. I suoi delegati hanno già sin d’ora chiesto al proprio comitato direttivo di prepararne il testo.

Infine, i Verdi hanno escluso l’ipotesi di entrare a far parte del Consiglio federale. Non vogliono infatti ritrovarsi in governo al fianco di Christoph Blocher, membro del partito della destra populista UDC (Unione democratica di centro), ed avere così «le mani legate come accade ai socialisti», ha affermato la presidentessa degli ecologisti svizzeri, Ruth Genner.

swissinfo e agenzie

Sabato a Näfels (canton Glarona), i 180 delegati del PS hanno approvato all’unanimità la nuova piattaforma europea.

Si sono opposti alla privatizzazione di Swisscom e a una politica repressiva in ambito d’asilo.

Hanno previsto il lancio di un referendum contro la Legge sull’imposizione delle partecipazioni dei collaboratori, nel caso in cui le Camere dovessero approvarla.

Hanno inoltre approvato una risoluzione che prevede l’insegnamento di una seconda lingua nazionale prima dell’introduzione dell’inglese nelle scuole.

Dal canto loro, i Verdi si sono riuniti a Berna. Hanno deciso il lancio di un’iniziativa climatica nel caso in cui il parlamento dovesse rinunciare alla tassa sul CO2.

PS e partito ecologista raccomandano di votare sì ai nuovi articoli costituzionali sulla formazione, sottoposti allo scrutinio popolare il prossimo 21 maggio.

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