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Impiego, le prospettive migliorano nettamente in Ticino

La domanda globale spinge le imprese ad assumere personale. KEYSTONE/CHRISTIAN BEUTLER sda-ats

(Keystone-ATS) Le prospettive d’impiego migliorano leggermente in Svizzera e lo fanno ancora più nettamente in Ticino: lo segnala il barometro di Manpower, che mette in luce sensibili differenze regionali, settoriali e legate alla grandezza delle singole aziende.

A livello elvetico il 15% delle 750 imprese interrogate alla fine d’aprile nell’ambito di un sondaggio intende assumere personale nel periodo luglio-settembre 2021, il 5% punta a ridurre l’organico, il 78% non prevede cambiamenti e il 2% non è in grado di rispondere. Lo scarto fra le due prime posizioni è di +10 punti: dopo la correzione delle variazioni stagionali la “previsione netta sull’occupazione” di Manpower per il terzo trimestre 2021 risulta essere del +8%, informa in un comunicato odierno la multinazionale specializzata nelle risorse umane. Il dato è di 6 punti superiore a quello dell’ultimo rilevamento e di 16 punti migliore rispetto a quanto registrato un anno fa.

A livello regionale il Ticino – insieme alla Svizzera nord-occidentale – presenta la tendenza migliore, pari a +13%, in aumento di 18 punti rispetto a tre mesi prima e di 29 punti sull’arco dell’anno. Un indicatore del +7% è osservato nella Svizzera orientale, al cui interno si trovano anche i Grigioni. Le altre regioni sono fra +5% e +10%.

Il ramo in cui regna maggiore ottimismo è quello delle attività finanziarie e dei servizi alle imprese (+21%), mentre negativo appare ancora il comparto alberghiero e della ristorazione (-1%).

Anche la grandezza delle società svolge un ruolo importante nella propensione ad ampliare gli effettivi. Le realtà che danno prova di maggiore ottimismo sono quelle grandi: le imprese con almeno 250 occupati presentano una previsione netta dell’impiego di +17%. Le società medie (50-250 dipendenti) segnano +8%, quelle piccole (+9%), mentre più staccate sono le micro-imprese (fino a 9), che si trovano a +4%.

Agli operatori è stato anche chiesto quali siano le maggiori preoccupazioni quando hanno il personale in telelavoro. Il 20% del campione teme per la cultura d’impresa, il 17% per il benessere dei dipendenti, il 17% per la collaborazione interna, l’11% per la produttività, il 4% per l’innovazione e il 3% per altri motivi. Vi è inoltre una consistente quota del 27% che non mostra alcuna preoccupazione.

Manpower conduce la sua indagine sulla propensione ad assumere a livello mondiale e risulta essere interessante, anche in un’ottica ticinese, gettare lo sguardo al di là della frontiera. L’Italia presenta un indicatore al +7%, unico fra i paesi confinanti ad avere un valore minore alla Svizzera: Germania (+11%), Austria (+10%) e Francia (+9%) appaiono più dinamici. Allargando ancora di più la prospettiva spiccano il +25 degli Stati Uniti e il +24% di Taiwan, in una classifica che è chiusa da Hong Kong (0%).

Lanciata oltre 50 anni or sono negli Stati Uniti, l’indagine di Manpower si è estesa nel frattempo a 43 paesi e territori. Al sondaggio di aprile hanno risposto 42’000 direttori delle risorse umane o responsabili del reclutamento in seno a imprese pubbliche e private.

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