In aumento il numero dei disoccupati svizzeri in novembre, SECO

(Keystone-ATS) Il numero dei disoccupati è aumentato in novembre in Svizzera, con un tasso del 3,3%, in progressione di 0,1 punti nel confronto con ottobre ma stabile se comparato con lo stesso mese del 2015.
Ticino e Grigioni presentano per contro una crescita mensile a fronte di un calo annuo.
Stando ai dati diffusi stamani dalla Segreteria di Stato dell’economia (Seco) alla fine di novembre erano iscritti 149’228 senza lavoro presso gli uffici regionali di collocamento (URC), ossia 4’697 in più rispetto a 30 giorni prima e 1’085 più che novembre dell’anno scorso.
In Ticino i disoccupati erano 6’085 (+388 su ottobre, -341 sull’anno prima), nei Grigioni 2’100 (+233 e -192). I tassi sono rispettivamente del 3,6% (contro 3,4% e 3,8% dei corrispondenti mesi di confronto) e dell’1,9% (1,7% e 2,1%).
Come noto da giugno la Seco calcola i tassi di disoccupazione con un nuovo metodo, ciò che ha migliorato sensibilmente il quadro offerto dal Ticino, che ora appare avere un mercato del lavoro migliore di diversi cantoni – come Zurigo (3,7% in novembre ) – cui in passato è sempre stato secondo.
Quote di senza lavoro più elevate che a sud delle Alpi si registrano – oltre che a Zurigo – a Neuchâtel (5,9%), Ginevra (5,4%), Vaud (4,7%), Giura (4,6%), Vallese (3,8%) e Basilea Città (3,9%). I tassi sono invece contenuti a Obvaldo (0,9%), Uri (1,1%), Nidvaldo (1,1%), Appenzello Interno (1,2%), Appenzello Esterno (1,7%), Svitto (1,8%) e Lucerna (1,9%). Gli altri cantoni si inseriscono tra questi due poli.
Tornando ai dati nazionali, va rilevato come il tasso del 3,3% sia il più elevato da aprile: in giugno e luglio era stato toccato il minimo annuale (3,1%), mentre in gennaio e febbraio la quota era del 3,6%. La disoccupazione annuale potrebbe quindi arrivare a essere la più elevata dal 2010, quando si era attestata al 3,5%. L’anno scorso si era fermata al 3,2%.
Fra i giovani la disoccupazione in novembre era del 3,4% (-0,1 punti mensile, -0,2 annuo), mentre i disoccupati di 15-24 anni erano 18’921. Fra i lavoratori ultra 50enni il tasso è del 2,9% (+0,2 sia mensile sia annuo) e il fenomeno interessa 38’182 persone.
Leggendo i dati in base alla nazionalità, gli svizzeri presentano una quota di senza lavoro del 2,4%, gli stranieri del 6,0%. Fra questi ultimi le differenze sono notevoli: fermo restando che nessuna comunità può vantare valori inferiori a quelli relativi ai cittadini elvetici, lo scarto è ancora ridotto per tedeschi (3,7%), ma si fa già più consistente per gli italiani (5,2%) e i francesi (6,1%). Raggiunge i dieci punti percentuali la disoccupazione di kosovari (10,2%) e slovacchi (10,0%) e supera l’11% per gli africani (11,0%), che la Seco presenta nel loro insieme. La quota per i 28 paesi dell’Ue (5,3%) è oltre il doppio di quella per gli svizzeri.
La Seco ha pubblicato anche gli ultimi dati disponibili relativi al lavoro ridotto, che in settembre ha interessato 5’059 persone (+13,3% in confronto ad agosto) e 505 aziende (+13,7%), per un totale di 285’774 ore perse (+12,5%). A titolo di confronto, nel settembre 2015 erano state registrate 277’926 ore perse, ripartite su 4’809 persone in 502 aziende. A settembre si riferisce anche l’ultima informazione riguardo alle persone che hanno esaurito il loro diritto alle prestazioni dell’assicurazione contro la disoccupazione: erano 3144.