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Gli operai dell’edilizia di nuovo in sciopero

Il centro di Zurigo è stato invaso da operai armati di fischietti, striscioni e bandiere dai colori dei sindacati. Keystone

Circa 2'500 lavoratori hanno incrociato le braccia giovedì a Zurigo e Basilea, bloccando circa 250 cantieri, per protestare contro il vuoto contrattuale nel settore.

Lo sciopero avviene a pochi giorni da una cruciale riunione tra sindacati e padronato.

La protesta, indetta dai sindacati Unia e Syna, è cominciata giovedì mattina verso le 6.00: sollecitati dai sindacalisti, i lavoratori dell’edilizia hanno iniziato a radunarsi e a dirigersi verso i punti di riunione.

Armati di fischietto, striscioni e bandiere con i colori dei sindacati, oltre 1500 persone della città sulla Limmat si sono date appuntamento presso la tenda eretta sull’Helvetiaplatz, non distante dal grande cantiere della stazione centrale.

A Basilea gli operai di una settantina di cantieri si sono riuniti in mattinata nei pressi dello stadio San Giacomo da dove, verso mezzogiorno, sono partiti con un corteo di bus verso Zurigo.

Nella città renana le pressioni esercitate dai datori di lavoro sono state molto forti: vi sono dipendenti che hanno avuto timore di ripercussioni e non hanno quindi partecipato alla protesta. In un cantiere la situazione è degenerata al punto da costringere la polizia a bloccare la circolazione nell’intero quartiere, mentre in un altro cantiere di Pratteln (Basilea Campagna) è scoppiata una rissa.

Corteo di protesta a Zurigo

Alle 14 a Zurigo è iniziata la parte principale della manifestazione. All’interno della grande tenda di Helvetiaplatz ha preso la parola Paul Rechsteiner, presidente dell’Unione sindacale svizzera (USS), che ha ringraziato i presenti e i sindacati Unia e Syna per l’impegno dell’organizzazione della giornata.

“Non combattete solo per i salari e per le condizioni di lavoro sui cantieri – ha affermato – ma difendete anche salari e condizioni di lavoro di tutti i dipendenti della Svizzera. Per questo dovete assolutamente vincere questa lotta”. In seguito è partito il corteo di protesta, al quale hanno partecipato circa 2000 persone.

La giornata di azione si è conclusa con un lancio di migliaia di palloncini rossi recanti la scritta “solo con il CNM (contratto nazionale mantello) si va di nuovo avanti nell’edilizia”.

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Contratto collettivo di lavoro

Questo contenuto è stato pubblicato al Il contratto collettivo di lavoro (CCL) è un accordo tra datori di lavoro o associazioni di datori di lavoro di un determinato settore e associazioni di lavoratori. Queste convenzioni contengono disposizioni sulla stipulazione, il contenuto e la fine del contratto di lavoro individuale, nonché prescrizioni sui diritti e gli obblighi delle parti contraenti e sull’applicazione…

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Reazioni divergenti

Secondo la Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC) l’azione di giovedì non ha avuto ripercussioni gravi sulle attività dei cantieri. “Al contrario di quanto sostengono i sindacati – ha affermato il direttore dell’organizzazione padronale Daniel Lehmann – questa protesta non può essere considerata un vero e proprio sciopero”.

A suo parere, non è vero che l’astensione dal lavoro ha bloccato circa 250 cantieri tra Zurigo e Basilea. Numerosi manifestanti sono arrivati anche da altri cantoni: “Sappiamo che a Zurigo sono giunti molti bus da altre località”, ha affermato.

Toni diametralmente opposti presso i sindacati: Hansueli Scheidegger, responsabile di Unia per il settore edile, si è detto molto soddisfatto e positivamente sorpreso dalla mobilitazione dei lavoratori. A suo modo di vedere, a Zurigo non vi erano praticamente cantieri in grado di proseguire i lavori. Scheidegger ha tuttavia ammesso che diverse imprese di costruzione hanno giocato d’anticipo, lasciando liberi gli operai durante la giornata al fine di indebolire l’effetto dello sciopero.

Contratto collettivo di lavoro

I sindacati sollecitano il rinnovo del contratto nazionale mantello dell’edilizia, che interessa oltre 80’000 lavoratori.

Il settore principale della costruzione dal 1. ottobre è privo di contratto nazionale, dopo che la Società svizzera impresari costruttori (SSIC) lo ha disdetto lo scorso 23 maggio.

Per il momento i partner sociali non sono riusciti a trovare un accordo con i datori di lavoro sulla proroga del contratto collettivo. Il rinnovo della convenzione collettiva di lavoro si urta a due principali ostacoli. Il padronato vorrebbe maggiore flessibilità per evitare la disoccupazione invernale e desidera introdurre almeno in parte il salario al merito.

Serie di proteste

Lo sciopero è stato indetto pochi giorni prima di un’importante riunione, prevista per lunedì, fra i rappresentanti del padronato e quelli dei sindacati.

L’agitazione era cominciata con uno sciopero di 24 ore lo scorso 13 ottobre sui cantieri della Nuova trasversale ferroviaria alpina di Amsteg (Uri), Sedrun (Grigioni), Bodio e Faido (Ticino). In quella occasione alcune centinaia di operai avevano incrociato le braccia contro il deterioramento delle loro condizioni di lavoro. Due giorni più tardi altri scioperi sono stati indetti nei cantoni di Berna, Ginevra e Neuchâtel.

swissinfo e agenzie

Il Contratto collettivo di lavoro nazionale (CCL) per i circa 80’000 dipendenti attivi nel settore edile non è più in vigore dal 1° ottobre, dopo che la Società svizzera degli impresari costruttori lo ha rescisso in maggio.

I partner sociali non riescono a trovare un accordo. Il padronato vorrebbe più flessibilità per evitare la disoccupazione invernale. Auspica inoltre la parziale introduzione di una rimunerazione al merito.

Dal canto loro, UNIA e Syna, i due principali sindacati implicati, si oppongono a un deterioramento delle condizioni di lavoro, condizioni già molto difficili per i dipendenti del settore della costruzione.

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