Muore a 25 anni Peaches, figlia di Bob Geldof
(Keystone-ATS) Era cresciuta senza la madre. O piuttosto, con la sua enorme mancanza. Peaches Geldof, prima figlia del musicista Bob Geldof e della giornalista e personaggio Tv Paula Yates, è morta oggi, a 25 anni. La polizia ha trovato il corpo senza vita nella sua casa nel Kent. Lascia due figli piccoli, avuti con il secondo marito, il musicista Tom Cohen.
“Peaches è morta. Sentiamo più che dolore”: questo il messaggio di Bob Geldof, con il quale il musicista conferma la morte della figlia. “Era la più selvaggia, la più divertente, la più intelligente e la più spiritosa e la più mattarella di tutti noi. Scrivere ‘erà mi distrugge. Bambina bellissima. Come può essere possibile che non ti rivedremo? Come può essere sopportabile?”.
Sono ancora sconosciute le cause del decesso. A quanto emerge, la polizia del Kent era stata chiamata nel pomeriggio di oggi nella abitazione dove è stato trovato il corpo. “La polizia è stata chiamata alle 13.35 del 7 aprile 2014 presso un indirizzo vicino Wrotham in seguito alla segnalazione di una donna in difficoltà”, fa sapere la polizia del Kent, spiegando che “in questa fase la morte viene trattata come improvvisa e senza spiegazioni” e che gli agenti sono al lavoro per stabilirne le circostanze.
Delle ultime ore di Peaches rimane un’immagine, che aveva postato solo ieri sera sul suo account di Instagram con il commento ‘Io e la mia mamma’: è una fotografia di sé bimba nelle braccia della madre, Paula Yates, morta nel 2000 a 41 anni per un’overdose di eroina. Il corpo senza vita fu trovato nel suo appartamento a Londra. Dopo la separazione da Bob Geldof e dopo la morte nel 1997 di quello che fu il suo secondo grande amore, il cantante degli Inxs Michael Hutchence. Peaches, che fin da giovanissima aveva trovato la sua strada come giornalista, poi dj e presentatrice tv, aveva raccontato ad Elle nel 2012 come ci erano voluti molti anni per fare ‘fare i conti’ con la morte della madre. “Ricordo il giorno in cui mia madre morì ed è ancora difficile parlarne – spiegò -. Andai a scuola il giorno dopo perchè la mentalità di mio padre era ‘stare calmi e andare avanti'” ammettendo che solo intorno ai 16 anni riuscì ad elaborare quel lutto.