
SWI swissinfo.ch sotto pressione: una questione di volontà politica
Gli svizzeri e le svizzere all’estero sono spesso confrontati con dibattiti polarizzati e polarizzanti sulla loro partecipazione politica. Swissinfo crea ponti importanti con la patria, ma l’offerta è minacciata dai tagli previsti nel bilancio della Confederazione.
Chi vive all’estero dovrebbe avere un’influenza politica maggiore? Questa domanda è stata oggetto di un acceso dibattito sulla piattaforma di dialogo della SSR: “Sì, date loro più voce in capitolo. Le persone che hanno vissuto in diversi Paesi sono molto più sagge. Hanno una migliore comprensione delle diverse culture e della situazione nel mondo”. Ma anche: “Secondo me, chi lascia il Paese per più di un anno non dovrebbe più poter votare qui fino a un eventuale ritorno”.
Come svizzeri e svizzere all’estero, sapete che i vostri diritti generano polarizzazione in patria. Spesso si tratta di accuse infondate di “parassitismo”, di assistenza sociale, del crescente numero di persone che espatriano, nonché di potere politico e risultati elettorali. Lontani da casa, ma con diritto di voto: questo aspetto solleva interrogativi sul senso d’appartenenza, sulla giustizia e sulla solidarietà. In questi dibattiti emotivi, la Quinta Svizzera è sempre più al centro dell’attenzione dei media e della politica.
Il Consiglio federale vuole dimezzare l’offerta per l’estero
In questo contesto è quindi ancora più importante una copertura giornalistica costante e obiettiva, non solo sugli svizzeri e le svizzere all’estero, ma per loro. Un’informazione differenziata, contestualizzata e improntata al dialogo. Questo mandato informativo è sancito dalla legge. Fondata nel 1935 con il nome di Servizio delle onde corte e diventata in seguito Radio Svizzera Internazionale, Swissinfo è oggi una piattaforma digitale in dieci lingue, che registra circa 45 milioni di visite annuali, con picchi ancor più significativi in tempi di crisi.
Perché è importante dal punto di vista democratico? Chi vive all’estero è spesso toccato in modo diverso dalle decisioni politiche rispetto agli svizzeri e alle svizzere che risiedono in patria. Se si aboliscono le rendite per i figli, nella Confederazione chi si trova in situazioni difficili può far capo alle prestazioni complementari. All’estero no. Lì non esistono prestazioni complementari. E se la Quinta Svizzera vota diversamente, questo merita attenzione in patria.
Tuttavia, questa offerta per l’estero, collaudata e sancita dalla legge, è sottoposta a forti pressioni politiche: il Consiglio federale intende eliminare completamente i sussidi per l’offerta internazionale della SSR. Ciò significherebbe dimezzare il budget, con conseguenze per l’offerta mediatica di base destinata alla Quinta Svizzera e per la presenza e la sovranità di un Paese interconnesso a livello globale come la Confederazione.
Una coalizione composta da diverse organizzazioni, associazioni e privati si oppone alla volontà del governo di sopprimere il contributo federale al mandato della SSR per l’estero.
Senza questo sostegno, è la stessa esistenza di Swissinfo a essere minacciata, avverte la coalizioneCollegamento esterno. Quest’ultima ha lanciato una petizione Collegamento esternoper salvare Swissinfo e il mandato della SSR per l’estero.
Da parte sua, la SSR ha ribaditoCollegamento esterno di essersi “espressa chiaramente contro la soppressione di questo contributo durante la consultazione”, poiché “senza la partecipazione della Confederazione, il mandato per l’estero perderebbe la sua legittimità”. Ha inoltre precisato che “a causa della riduzione del canone radiotelevisivo a partire dal 2027, la SSR deve già attuare misure di risparmio drastiche, dalle quali non è escluso il mandato per l’estero”.
Fonte: Keystone-ATS
Realtà, non successo di ascolti
Swissinfo è uno strumento democratico per la Svizzera. Le storie di chi emigra attirano spesso l’attenzione del pubblico in patria, ma non rispondono alle esigenze informative della comunità all’estero. “Spesso hanno poco a che fare con la nostra realtà quotidiana”, mi ha confidato recentemente una svizzera all’estero. Chi segue la politica da lontano, ha bisogno di contesto, interpretazione e una visione d’insieme compatta e accessibile della Svizzera.
SWI swissinfo.ch è il media online internazionale in dieci lingue della Società svizzera di radiotelevisione SSR. Si rivolge a un pubblico internazionale interessato alla Svizzera, nonché agli svizzeri e alle svizzere all’estero. Dal 1935, offre una copertura indipendente e approfondita su temi globali, presenta prospettive diverse e promuove il dialogo interculturale.
Swissinfo fornisce tutto questo esattamente dove serve, e permette agli svizzeri e alle svizzere all’estero di esercitare i propri diritti politici in modo informato. Propone un riepilogo quotidiano delle principali notizie, occasioni di scambio e di connessione all’interno di una comunità con prospettive, preoccupazioni e bisogni specifici. Un’offerta mediatica unica nel suo genere, che non rappresenta un lusso, ma una necessità.
Un Cantone senza media?
Oggi sarebbe impensabile, dal punto di vista democratico, immaginare un Cantone privo di un’offerta mediatica. Eppure, le 830’000 persone di nazionalità elvetica che vivono all’estero costituiscono il quarto “Cantone” più grande della Confederazione. Anche se esistono possibilità tecniche con l’intelligenza artificiale, un pulsante di traduzione non trasforma un telegiornale in un’informazione comprensibile per persone che vivono all’estero da decenni o che vi sono cresciute e possiedono il passaporto rossocrociato.
Swissinfo non traduce solo linguisticamente, ma anche culturalmente e politicamente. Questa funzione di ponte viene meno se i contenuti sono tecnicamente disponibili ma non contestualizzati. E i media commerciali e privati non possono assumersi questo compito.
La Quinta Svizzera è parte integrante della diversità democratica della Svizzera. Ha bisogno di media forti come Swissinfo, la Schweizer Revue pubblicata dall’OSE e la Gazzetta Svizzera, destinata a un pubblico in Italia. Questo non solo nei momenti di indignazione pubblica, ma in modo permanente. Questi aspetti sono stati troppo poco considerati nel pacchetto di sgravio 27 del Consiglio federale. La politica ha ora l’opportunità di correggere questa rotta, già questo autunno in Parlamento.
Larissa M. Bieler è cresciuta a Bonaduz, nei Grigioni. Nel 2007 ha concluso gli studi in linguistica, management ed economia, e scienze politiche presso l’Università di Zurigo. Dopo la laurea, ha lavorato presso l’Università di Zurigo e al CNRS (Centre national de la recherche scientifique) a Parigi. Durante e dopo gli studi ha lavorato per molti anni come giornalista freelance.
Nel 2013 è stata nominata caporedattrice al Bündner Tagblatt. Nel gennaio 2016 è passata alla SSR, in qualità di caporedattrice di SWI swissinfo.ch, di cui è direttrice dal 2018. Dal 2022 fa anche parte del comitato direttivo della SSR.

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