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Corsi di lingua per una migliore integrazione

Dei corsi di lingua per stranieri per facilitare l'integrazione Keystone

Dal febbraio 2006, la Svizzera potrebbe costringere gli stranieri a seguire dei corsi di lingua e d'integrazione per ottenere un permesso di soggiorno.

Il governo vuole così incitare i nuovi arrivati a partecipare attivamente alla loro integrazione. Regole più restrittive riguarderanno chi giunge in Svizzera per impartire insegnamenti religiosi.

“Quando si parla di processi d’integrazione, sono tre i fattori da considerare: il lavoro, la lingua e la partecipazione a dei gruppi associativi (scuole, vita di quartiere,…)”, spiega a swissinfo Dominique Boillat, portavoce dell’Ufficio federale della migrazione.

“Se nessuno di questi elementi funziona, allora la persona si ritrova ai margini della società. E l’assenza d’integrazione crea dei fossati che possono sfociare in tensioni”.

Nel tentativo di evitare problemi del genere, il Consiglio federale propone dunque che gli stranieri che intendono stabilirsi in Svizzera dimostrino la volontà di integrarsi rispettando i principi democratici, imparando una lingua nazionale e inserendosi nel mondo del lavoro.

Questi principi sono contenuti nell’ordinanza sull’integrazione degli stranieri approvata mercoledì dal governo ed entreranno in vigore dal prossimo primo febbraio.

La nuova ordinanza, spiega un comunicato del Dipartimento federale di giustizia e polizia, introduce esplicitamente il principio di corresponsabilità dei migranti nel processo d’integrazione nella società elvetica.

Tutte le disposizioni si applicano sia agli stranieri con un permesso di soggiorno di lunga durata o di domicilio e sia alle persone accolte provvisoriamente.

Maggiore attenzione agli imam

Le modifiche prevedono poi la possibilità di letteralmente condizionare il rilascio di un permesso di soggiorno per determinati gruppi.

Ad esempio, le persone che si occupano di assistenza religiosa o di insegnamento della lingua e della cultura d’origine alle comunità straniere stabilite in Svizzera possono essere obbligate a seguire un corso di integrazione o linguistico prima di ottenere il permesso di dimora.

“Chi svolge queste funzioni deve essere considerato come un ponte tra la comunità straniera e la Svizzera”, rileva Boillat.

“Imam e professori devono quindi essere integrati molto bene. Nel caso ciò non dovesse avvenire, sarà possibile non autorizzare il loro soggiorno in quanto non rappresenterebbero dei modelli per le loro comunità”.

Queste misure saranno messe in atto dalle autorità cantonali con la coordinazione dell’Ufficio federale della migrazione.

Permesso C più accessibile

Il testo prevede pure che le autorità tengano conto del grado d’integrazione di una persona prima di rilasciare un permesso di dimora. Ciò non va considerato tuttavia soltanto in senso restrittivo.

Ad esempio, uno straniero che risulta ben integrato potrà ottenere il permesso di domicilio (permesso C) già dopo cinque anni invece dei dieci anni oggi necessari.

In procedura di consultazione, l’ordinanza è stata pesantemente criticata.

L’idea che le autorità considerino il grado di integrazione prima di rilasciare un permesso di soggiorno è piaciuta ai partiti borghesi, mentre sinistra, verdi, sindacati e datori di lavoro avevano parlato di «un’integrazione coatta».

Unione democratica di centro (UDC), Partito popolare democratico (PPD) e Partito liberale radicale (PLR) avevano invece criticato l’estensione delle nuove disposizioni anche a chi dispone di un’ammissione provvisoria.

swissinfo e agenzie

Secondo i dati dell’Ufficio federale della migrazione, la popolazione totale in Svizzera è composta da 7’388’483 persone (dicembre 2004).
Gli stranieri residenti in modo permanente sono 1’495’008 (20.2%).
La maggior parte di loro (1’089’379) sono domiciliati (permesso C), 384’910 sono titolari di un permesso di dimora (permesso B) mentre 20’719 sono dimoranti temporanei (permesso L).
La popolazione straniera totale comprende inoltre 86’839 residenti temporanei e 55’103 richiedenti d’asilo.

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