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La Quinta Svizzera insorge contro i tagli

Da sinistra a destra: J.-P. Aeschlimann, R. Gysin, J.-S. Eggly, R. Wyder, membri di comitato del Consiglio degli svizzeri all'estero swissinfo.ch

Voto elettronico, sostegno alla rete consolare e alle scuole svizzere, decisa opposizione ai progetti di tagli alla «Schweizer Revue»: sono queste le principali rivendicazioni avanzate a Friburgo dai rappresentanti degli svizzeri all'estero.

In occasione del Consiglio degli svizzeri dell’estero, riunitosi venerdì nella sala del parlamento cantonale di Friburgo per la sessione estiva, il presidente dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero (Ose) Jacques-Simon Eggly ha illustrato nel suo rapporto le priorità definite dai rappresentanti della Quinta Svizzera.

Eggly ha in particolare sottolineato come un numero ancora troppo elevato di cittadini elvetici residenti fuori dai confini nazionali sia impossibilitato a esercitare i propri diritti politici, dal momento che il materiale di voto non viene recapitato in tempo utile.

Voto elettronico fondamentale

Pertanto, ha evidenziato il presidente, l’Ose rileva ancora una volta la necessità di avanzare celermente nel settore dell’e-voting: in particolare, il Consiglio invita caldamente i Cantoni ad attuare esperimenti di voto elettronico coinvolgendo i connazionali residenti all’estero.

Nel medesimo tempo, a nome del Consiglio, Eggly ha sollecitato i Cantoni a collaborare maggiormente tra loro, aumentando così la rapidità d’attuazione di tale «indispensabile» servizio.

Il presidente ha quindi salutato il progetto pilota effettuato recentemente nel cantone di Neuchâtel, che ha visto il coinvolgimento di aventi diritto di voto residenti all’estero: in quest’ottica, è stato rivolto un appello ai cantoni più grandi affinché assumano un ruolo trainante.

Eggly ha inoltre evidenziato come questa opportunità sia già stata colta da numerosi paesi europei: la sua realizzazione nella Confederazione costituisce unicamente una questione di volontà politica.

In seguito, è stato evocato il tema della rappresentanza diretta in parlamento: due interventi parlamentari in questo senso devono ancora essere trattati dall’assemblea federale. Secondo l’Ose, è opportuno creare un’apposita base giuridica, sotto forma di una legge sugli svizzeri all’estero.

Rappresentanze consolari e scuole

«La garanzia di una rete consolare sufficientemente densa e di un servizio qualitativamente elevato costituiscono una priorità», ha poi sottolineato Eggly.

In particolare, ha affermato il presidente, l’Ose ha fatto presente al Dipartimento degli affari esteri la necessità di aumentare il numero di consoli onorari, laddove si rende necessaria la chiusura di una rappresentanza professionale.

Inoltre, è stato evidenziato, i consoli onorari devono essere dotati di competenze e risorse adeguate per svolgere efficacemente la loro funzione. Secondo l’Ose, quindi, questo ruolo istituzionale deve essere maggiormente valorizzato.

Per quanto concerne le scuole svizzere all’estero, Eggly ha annunciato che esse beneficeranno di un contributo di 20 milioni di franchi per il periodo 2009-2012. Il ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz ha tuttavia comunicato che tale sussidio sarà strettamente dipendente da un’attenta analisi sulle prospettive e le necessità di tali istituti.

Preoccupazione per la «Schweizer Revue»

Tra i temi più sentiti figura la prospettata riduzione dei fondi destinati alla «Schweizer Revue», la pubblicazione cartacea multilingue per gli elvetici residenti all’estero. Il Dipartimento degli affari esteri sta infatti valutando la possibilità di decurtare di 500’000 franchi il budget destinato alla rivista, che attualmente ammonta a 1,8 milioni.

Il direttore dell’Ose, Rudolf Wyder, ha sottolineato le molteplici funzionalità della rivista: mantiene i contatti tra gli espatriati e la Svizzera; funge da piattaforma informativa per il parlamento, i partiti, l’amministrazione nei confronti della Quinta Svizzera; costituisce il mezzo di comunicazione privilegiato per centinaia di associazioni elvetiche all’estero.

Inoltre, ha aggiunto, l’informazione cartacea non costituisce un doppione dell’offerta elettronica, ma la completa. Dal canto suo, Eggly ha affermato che l’Ose è pronta a difendere con forza gli strumenti di collegamento tra la Svizzera e i suoi espatriati: «Sarebbe paradossale diminuire questi investimenti proprio quando gli elvetici residenti all’estero stanno aumentando».

«Una nuova opportunità»

L’ambasciatore Markus Börlin, responsabile delle questioni inerenti agli svizzeri dell’estero presso il Dipartimento degli affari esteri, ha illustrato la posizione della Confederazione.

In particolare, ha sottolineato, la «Schweizer Revue» genera costi importanti di stampa e spedizione: la riduzione dei fondi può essere agevolmente assorbita inviando la pubblicazione in forma elettronica e migliorandone il sito internet.

Secondo Börlin, tale sviluppo avrebbe numerosi vantaggi, oltre al risparmio: consentirebbe di avvicinare alla rivista un pubblico più giovane, dal momento che la Quinta Svizzera è formata sempre più da giovani studenti e professionisti che hanno dimestichezza con i moderni mezzi informatici.

Infine, ha aggiunto l’ambasciatore, l’invio elettronico permetterebbe di eliminare i disagi legati alla lentezza dei servizi postali e consentirebbe di fornire aggiornamenti più tempestivi, senza dover dipendere dalle scadenze redazionali di una pubblicazione cartacea.

Chi desidera ricevere la «Schweizer Revue», ha poi rilevato Börlin, potrà comunque continuare a farlo, ma dovrà farne esplicita richiesta.

Risoluzione all’unanimità

Una soluzione, quella immaginata dal Dipartimento, che non ha affatto convinto il Consiglio. Quest’ultimo ha infatti votato all’unanimità una risoluzione all’attenzione del governo e del parlamento affinché rinunci a effettuare tagli in tale ambito, pur esprimendo disponibilità a discutere eventuali nuove possibilità di risparmio.

Eggly ha ricordato a questo proposito che l’Ose ha già diminuito di 300’000 franchi il proprio budget.

In conclusione, il presidente ha ricordato che l’Ose «non vuole una guerra con il Dipartimento degli affari esteri: siamo pronti al dialogo, a patto di essere riconosciuti come un interlocutore serio».

swissinfo, Andrea Clementi, Friburgo

A fine dicembre 2007, 668’107 svizzeri vivevano all’estero.
Il 60,3% risiede nell’Unione europea: Le comunità più vaste si trovano in Francia, Germania, Italia, Gran Bretagna, Spagna e Austria.
Fuori dall’Europa, gli Svizzeri dell’estero risiedono principalmente negli USA, Canada, Australia, Argentina, Brasile, Israele e in Africa del Sud.

Pubblicata dall’OSE in tedesco, francese, inglese e spagnolo, viene distribuita gratuitamente agli svizzeri registrati all’estero. Ha una tiratura di 400’000 copie.

Nei sei numeri annuali, il periodico informa la Quinta Svizzera sugli sviluppi in corso in patria e fornisce spiegazioni su leggi, diritti e doveri che riguardano direttamente i cittadini elvetici all’estero.

Nell’ottica del tema dell’86esimo congresso degli svizzeri dell’estero – la Svizzera e gli accordi bilaterali –, l’Ose ha svolto un sondaggio presso gli svizzeri residenti nell’Unione europea.

Secondo il 67% degli interpellati, gli effetti della libera circolazione sono positivi; inoltre, la medesima percentuale ritiene che un eventuale ritiro della Confederazione dagli accordi avrebbe effetti negativi sia per la Svizzera, sia per gli espatriati residenti nell’Ue.

Il Consiglio degli svizzeri all’estero si è espresso a larga maggioranza in favore del prolungamento e dell’estensione degli accordi.

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