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Patrick Hässig: dalla radio a Palazzo federale, passando per l’ospedale

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"C'è un certo vuoto. Solo pochi politici si fanno carico delle preoccupazioni del settore delle cure". Patrick Hässig vuole fare campagna a Berna per la piena attuazione dell'iniziativa sulle cure infermieristiche. Thomas Kern / swissinfo.ch

Pur impegnato nel duro lavoro quotidiano in ospedale, Hässig si è avventurato in politica. Da quest'autunno, l'infermiere ed ex conduttore radiofonico rappresenta il Partito verde liberale in Consiglio nazionale. Un ritratto.

“Da quando ho iniziato a lavorare come infermiere, mi sono posto il problema di impegnarmi attivamente in politica”, dice Patrick Hässig. È seduto nella caffetteria dell’ospedale di Zurigo dove ha preso la decisione di entrare in politica. È qui che Hässig ha completato la sua formazione, ha lavorato per i primi anni come infermiere specializzato e ha sperimentato di persona la vita quotidiana in ospedale e le condizioni di lavoro del personale paramedico.

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In autunno, il 45enne è stato eletto in Consiglio nazionale (camera del popolo) nei ranghi del Partito verde liberale (PVL, centro-destra ecologista). Per poter assumere il nuovo impegno, ha ridotto il suo carico di lavoro in ospedale. Ora vuole lasciare un segno nella politica sanitaria di Berna.

L’attuazione rapida e completa dell’iniziativa sulle cure, approvata dall’elettorato svizzero nel novembre 2021, è a suo avviso fondamentale. “C’è un certo vuoto. Solo pochi politici si fanno carico delle preoccupazioni del settore delle cure”.

Hässig vuole inoltre affrontare altri due grandi problemi della politica sanitaria: i premi elevati delle assicurazioni malattia e i costi della sanità. La sua proposta: gli ospedali per trattamenti ambulatoriali, cioè senza pernottamento, dovrebbero sostituire alcuni istituti che offrono degenze prolungate. “Questo ci permetterà di risparmiare sui costi e di introdurre un sistema a due turni, che alleggerirà il carico sul personale”.

Lo scorso ottobre, 56 nuove e nuovi parlamentari sono stati eletti all’Assemblea federale. L’UDC, Il Centro e il Partito socialista (PS), ossia le tre formazioni che hanno guadagnato più consensi in queste elezioni federali, contano il maggior numero di volti nuovi in Parlamento.

Al contrario i Verdi, grandi perdenti della tornata elettorale del 2023, non sono riusciti a portare nuova linfa a Berna. In questa serie di articoli, SWI swissinfo.ch traccia un ritratto di nove parlamentari che muovono i primi passi nel legislativo federale.

Molti in Svizzera conoscono soprattutto la voce del nuovo consigliere nazionale Patrick Hässig. Il “più famoso infermiere del Paese”, come lo hanno definito alcuni media, ha lavorato a lungo come conduttore radiofonico. Per molti anni è stato la voce mattutina delle emittenti private Radio 24 e Radio Energy.

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Sgurdo attento su Zurigo. Patrick Hässig ha trascorso qui la maggior parte della sua vita. Thomas Kern / swissinfo.ch

Sei anni fa ne ha avuto abbastanza. All’età di 38 anni, Patrick Hässig ha sostituito il microfono con uno stetoscopio e ha iniziato la formazione di infermiere. Il risultato di una crisi di mezza età? Hässig ride. “Alcune persone comprano una Harley Davidson e si lasciano crescere i capelli, io ho iniziato un nuovo lavoro. Credo che le persone abbiano bisogno di cambiamenti nella loro vita”.

Hässig non si ritiene una persona capace di fare lo stesso lavoro per quarant’anni. Le sue radici locali sono però molto salde: lo “zurighese in tutto e per tutto”, come si autodefinisce, ha trascorso un solo anno della sua vita fuori dalla sua città natale.

Carriera politica a tappe forzate

Nel 2022 viene eletto nel Parlamento cittadino, all’inizio del 2023 entra nel Parlamento cantonale, alla fine del 2023 accede al Consiglio nazionale: la carriera politica dello zurighese procede a gonfie vele. Alle elezioni dell’autunno 2023, Hässig è il primo subentrante nella lista del PVL. Poiché la sua collega di partito Tiana Moser è eletta al Consiglio degli Stati, Hässig eredita il seggio al Consiglio nazionale.

“Alcune persone comprano una Harley Davidson e si lasciano crescere i capelli, io ho iniziato un nuovo lavoro.”

Patrick Hässig, Consigliere nazionale PVL

La fama di Hässig come conduttore radiofonico ha contribuito a far decollare la sua carriera? “Il passato radiofonico e il nome ‘Hässig’ sono stati di aiuto”, dice. Ma a livello locale ritiene che sia stato decisivo il forte legame con Zurigo. Un altro fattore importante è stata a suo avviso la situazione del personale infermieristico, che dalla pandemia preoccupa ampi settori della società svizzera.

Dopo la rapida ascesa politica, Patrick Hässig si muove senza fretta nel Parlamento federale. Il suo motto è “warte, luege, lose, laufe” (aspettare, osservare, ascoltare, camminare) – il ritornello che i bambini della Svizzera tedesca usano per memorizzare il comportamento corretto sulle strisce pedonali.  “La sessione invernale è stata la fase dell’attesa, nel frattempo è arrivata l’osservazione, nella sessione primaverile continuerò ad ascoltare e forse comincerò già a camminare, prima di allungare il passo nella sessione estiva”.

Da professionista della comunicazione, sa ammettere apertamente le sue insicurezze. Il suo primo giorno da consigliere nazionale, lo scorso dicembre, gli ha “fatto mancare la terra da sotto i piedi”, dice: “È una carica di grande responsabilità, ho un grande rispetto per questo compito”. Anche il volume dei discorsi gli è parso inusuale. “Bisogna quasi leggere il labiale per capire cosa dice la persona sul podio”.

Come già nel Parlamento cittadino e cantonale, anche in Consiglio nazionale Hässig è membro della commissione per la politica di sicurezza. Uno dei temi che intende affrontare in questa commissione è la parità di trattamento tra servizio militare e civile. Invece di un servizio civile alternativo, Hässig vuole la possibilità di scegliere liberamente tra servizio militare e servizio civile e l’introduzione dell’obbligo di servizio per le donne.

Per Hässig è giunto il momento che anche le donne si arruolino nell’esercito o facciano il servizio civile. “Soprattutto ora che fortunatamente stiamo facendo progressi con la parità di diritti a tutti i livelli”. Sul piano internazionale, Hässig vorrebbe “una maggiore solidarietà difensiva con i Paesi vicini, per non rimanere soli quando all’orizzonte si palesano delle minacce”.

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Interpellato per un commento sulla figura di Hässig, l’UDC Stephan Iten, suo collega nella commissione del parlamento della città di Zurigo, ne ricorda prima di tutto le prese di posizione conservatrici sulle questioni relative alla sicurezza e alla polizia. “Sul tema dei trasporti, emerge invece la sua tendenza a sinistra”, aggiunge Iten.

In ogni caso l’ex collega attesta a Hässig la conoscenza dei dossier e il coraggio di fare domande quando le cose non sono chiare. “Si informa prima di prendere una decisione”. Ma per Iten, Hässig rimane un oratore esperto più che un politico, “un chiacchierone”, ma non in senso negativo. “È una persona che sa parlare bene. Si percepisce il suo talento come conduttore radiofonico”.

Nel parlamento cantonale, Hässig ha lavorato, tra gli altri, con Mandy Abou Shoak. La politica del PS considera Hässig “un politico impegnato, ma pragmatico”, particolarmente interessato a questioni di politica sanitaria. Grazie alla sua esperienza radiofonica, Hässig ha un’abilità retorica superiore a quella di molti parlamentari cantonali, osserva Shoak.

Favorevole al voto a 16 anni

Nella sessione primaverile in corso, Hässig è salito per la prima volta sul podio, per parlare del voto a 16 anni. “Penso che sarebbe fantastico se potessimo coinvolgere più precocemente i giovani e convincerli del valore del nostro sistema di democrazia diretta”.

Hässig stesso ha avuto il suo primo contatto con la politica federale prima dei 16 anni. “A 14 anni ero affascinato dalle elezioni del Consiglio federale e sapevo nominare tutti i consiglieri federali in carica”, ricorda. Hässig era particolarmente colpito dalle apparizioni viste in TV dei consiglieri federali e dei parlamentari sul podio. “Il modo in cui comunicano, la retorica”.

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Patrick Hässig seguiva con passione le elezioni del Consiglio federale da adolescente. Ora è lui stesso a fare politica sotto la cupola di Palazzo federale. Thomas Kern / swissinfo.ch

La sua professione di infermiere ha senza dubbio plasmato il contenuto della sua politica, ma dalla capacità comunicativa e dalla sua attitudine traspare ancora l’animatore radiofonico.

Gli svizzeri all’estero come prospettiva esterna

Per il politico del PVL, le persone di nazionalità svizzera che vivono all’estero hanno una funzione speciale: fornire una visione critica esterna sulla “bolla svizzera”. “Chi emigra osserva la politica del proprio Paese di residenza e di origine in modo più critico e fa paragoni”.

“Se la protezione dei dati fosse garantita, introdurrei l’e-voting anche domani”.

Patrick Hässig, Consigliere nazionale PVL

Hässig è un sostenitore del voto elettronico: “Se la protezione dei dati fosse garantita, lo introdurrei anche domani”. Per far sì che gli svizzeri e le svizzere all’estero “possano beneficiarne senza troppi ostacoli”, ma anche perché spera che aumenti l’affluenza alle urne in patria.

Gli piacerebbe vedere almeno il 60% dell’elettorato partecipare al voto. È un’affluenza che non si è mai vista alle elezioni in Svizzera negli ultimi 50 anni, ma raggiunta più volte in occasione di votazioni particolarmente combattute. Nell’atmosfera incandescente della pandemia di coronavirus, l’iniziativa per le cure e il referendum sulla legge sul covid, messe in votazione lo sesso giorno, hanno ottenuto un’affluenza di oltre il 65%.

Le preoccupazioni del personale sanitario non solo hanno portato Hässig in politica, ma hanno anche indotto quasi due terzi dell’elettorato svizzero a votare. All’epoca, il 61% dichi ha votato si è espresso a favore dell’iniziativa per le cure. Il tema più caro a Hässig è molto sentito anche dalla popolazione svizzera.

A cura di Benjamin von Wyl

Traduzione: Andrea Tognina

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