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Referendum contro il «Cassis de Dijon»

L'introduzione in Svizzera del principio del « Cassis de Dijon», che agevola le importazioni di prodotti europei, non convince gli agricoltori. Un comitato guidato dal ginevrino Willy Cretegny ha lanciato martedì un referendum, che potrebbe ricevere il sostegno anche di Verdi e Udc.

Il principio del «Cassis de Dijon», adottato dall’Unione Europea nel 1979, prevede che un prodotto fabbricato e commercializzato in uno degli Stati membri può essere liberamente venduto in tutti gli altri stati comunitari, anche se dispongono di prescrizioni tecniche o qualitative diverse. Nell’ambito della revisione della legge federale sugli ostacoli tecnici al commercio, le Camere federali hanno deciso a giugno di dare il via libera a questa riforma.

Il comitato referendario ritiene tuttavia che questo progetto indebolisca le norme in vigore in Svizzera, riduca la volontà di eccellenza e sottoponga produttori, industriali e agricoltori a una pressione ancora più forte. Il «Cassis de Dijon» mette inevitabilmente a rischio sia il principio di sovranità che la coesione interna, la prosperità comune, lo sviluppo sostenibile e la diversità culturale, ha aggiunto Cretegny.

Questa legge rappresenta un enorme passo indietro, ha insistito Cretegny, e va ben oltre un semplice accordo commerciale. «Le disposizioni toccano infatti anche la salute, l’ambiente e la protezione degli animali. Senza contare che l’accesso facilitato al mercato svizzero non varrà soltanto per i prodotti europei ma anche per i prodotti tollerati in Europa».

Gli oppositori al «Cassis de Dijon» hanno tempo fino al primo ottobre per depositare le firme necessarie per la riuscita del referendum.

swissinfo.ch e agenzie

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