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Altri 700 milioni per sostenere l’economia

Keystone

Per rispondere alla crisi finanziaria, il governo svizzero vuole iniettare altri 700 milioni di franchi nell'economia. Mercoledì ha approvato un secondo programma per rilanciare la congiuntura.

In novembre, il governo aveva deciso di anticipare spese già previste per 341 milioni di franchi, una misura che il parlamento aveva approvato senza grandi modifiche. Dall’inizio dell’anno sono state inoltre liberate le riserve di crisi, che ammontano a poco più di 550 milioni di franchi.

A fronte di un ulteriore peggioramento della congiuntura mondiale, il governo propone ora al parlamento spese supplementari per 700 milioni di franchi. Con la seconda correzione apportata al preventivo per il 2009, dovrebbero essere innescati investimenti per un miliardo di franchi, ha affermato mercoledì davanti alla stampa la ministra dell’economia Doris Leuthard.

Infrastrutture e politica regionale

Le misure sono state ideate in modo da sortire i loro effetti nell’anno in corso, ha sottolineato la ministra. Circa 390 milioni sono destinati a progetti nell’ambito delle infrastrutture stradali e ferroviarie, 100 milioni alla politica regionale, 80 milioni al settore dell’ambiente e l’energia, 50 milioni alla ricerca e 40 milioni al risanamento di edifici della Confederazione.

Fa parte del pacchetto anche un prolungamento temporaneo delle indennità per lavoro ridotto da 12 a 18 mesi, una misura chiesta da più parti e che dovrebbe evitare che aziende confrontate con una riduzione delle ordinazioni procedano a licenziamenti.

Sono inoltre previste modifiche nell’ambito dell’Assicurazione contro i rischi di esportazione, al fine di ridurre i costi e gli ostacoli burocratici, e della legge che promuove la costruzione di abitazioni, oltre a misure fiscali nell’ambito della progressione a freddo e dell’imposizione delle famiglie (cfr. colonna a destra).

Progetti concreti che creano lavoro

«Per noi è importante avere progetti che creano lavoro e che possono essere realizzati rapidamente», ha detto Doris Leuthard a swissinfo. «Vogliamo anche che tutte le regioni della Svizzera possano approfittare delle misure. È importante anche dal punto di vista psicologico che le persone vedano dei progressi nel settore delle costruzioni».

Nella conferenza stampa le ha fatto eco il ministro delle finanze e presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz, che ha rilevato come la crisi vada superata prima di tutto «nella testa della gente». «I soldi non bastano a superare la crisi, se le persone, gli imprenditori, non cominciano a pensare che all’indomani ci sarà ancora lavoro», ha osservato Merz.

«Non abbiamo voluto annunciare un grande pacchetto di misure congiunturali come hanno fatto altri stati», ha precisato la ministra dell’economia a swissinfo. «Abbiamo deciso di procedere gradualmente». In giugno il governo valuterà, in base all’evolvere della situazione congiunturale, se avviare una terza fase di misure, che avrebbe però effetto solo a partire dal 2010.

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Scetticismo a sinistra e a destra

La ministra dell’economia ha anche voluto anticipare le critiche di coloro che accusano il governo di non fare abbastanza per lottare contro la crisi. «Se si sommano il volume di investimenti innescati dalle nostre misure, le riduzioni fiscali annunciate, i soldi versati dall’assicurazione contro la disoccupazione e gli investimenti dei cantoni, arriviamo all’1,5% del prodotto interno lordo. Una quota assolutamente paragonabile a quella di altri paesi europei».

In effetti, le critiche da sinistra alle misure annunciate dal governo non si sono fatte attendere. Socialisti, verdi e sindacati ritengono che la seconda fase del piano di sostegno congiunturale del Consiglio federale sia insufficiente e priva di obiettivi chiari. Va ricordato che i sindacati chiedevano investimenti pubblici per 5 miliardi di franchi.

L’annuncio del governo è stato invece accolto con favore dai partiti di centro destra. I liberali-radicali hanno sottolineato in particolare l’importanza della compensazione della progressione a freddo, mentre i popolari democratici si sono detti convinti che un terzo pacchetto di misure non sarà necessario. Fra i partiti borghesi, solo l’Unione democratica di centro si è espressa contro le misure previste, pronunciandosi a favore di ulteriori riduzioni fiscali.

swissinfo e agenzie

Oltre a proporre nuovi investimenti per stimolare la congiuntura, il governo ha annunciato anche alcune misure fiscali. Tra queste c’è la compensazione della cosiddetta «progressione a freddo», fenomeno che colpisce il contribuente che «scivola» in un’aliquota fiscale più alta solo perché il suo salario è stato adattato al rincaro.

Già nel 2010 ci dovrebbe essere una compensazione straordinaria. Secondo le intenzioni del governo, negli anni successivi, la compensazione scatterà non appena il tasso d’inflazione accumulato raggiungerà il 3% e non più il 7% come finora.

Il governo propone inoltre riduzioni fiscali per famiglie con bambini. Tra le possibilità evocate dal governo, c’è un aumento delle deduzioni dall’imposta federale diretta a 8800 franchi l’anno per bambino e l’introduzione di una deduzione 12’000 franchi per la custodia dei figli da parte di terzi.

La crisi economica e i provvedimenti adottati dalle Confederazione si riflettono sull’equilibrio del bilancio. Per rispettare le esigenze del freno all’indebitamento, si dovranno ridurre in futuro le spese. Il governo ha così annunciato mercoledì tagli per circa 600 milioni di franchi nel 2010.

La politica finanziaria della Confederazione è giunta a una svolta, ha ammonito il governo, alludendo alla riapparizione dei deficit. Quest’ultimi sono dovuti alle difficoltà congiunturali che frutteranno minori entrate fiscali e ad oneri supplementari legati al dispositivo di stabilizzazione congiunturale.

Per evitare d’essere preso in contropiede dalle conseguenze delle nuove previsioni economiche, il governo ha già sin d’ora adottato le direttive concernenti il preventivo 2010 e il piano finanziario 2011-2013. In questa prospettiva, i dipartimenti sono stati invitati a riesaminare i settori in cui è ancora lecito risparmiare.

L’attuazione dei tagli che verranno decisi dipenderà essenzialmente dall’evoluzione congiunturale dei prossimi anni. Il governo non esclude tuttavia, in caso di ulteriore peggioramento della congiuntura, che nel 2010 i limiti previsti dal freno all’indebitamento debbano essere innalzati.

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