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Il futuro del passaporto biometrico ancora incerto

Il passaporto biometrico non gode per ora di un ampio sostegno Keystone

L'esito della votazione del 17 maggio sull'introduzione del passaporto biometrico è ancora in forse. Meno di cinque svizzeri su 10 appoggiano la proposta. L'articolo costituzionale sulla medicina complementare gode invece di un ampio sostegno.

La proposta del governo di rendere obbligatorio anche nella Confederazione il passaporto biometrico non ha per ora convinto la maggioranza dei cittadini svizzeri.

Dal primo sondaggio effettuato dall’istituto gfs.bern per conto della SRG SSR ideé suisse e pubblicato mercoledì, emerge che il 47% delle persone intervistate è favorevole, contro il 39% di contrari. Il 14% è invece ancora indeciso.

“L’esito della votazione è ancora aperto”, osserva il direttore dell’isituto Claude Longchamp. Tanto più che il vento sembra essere favorevole ai sostenitori del referendum: “Attualmente si constata che argomenti come lo Stato ficcanaso e le paure legate alla violazione della sfera privata fanno breccia”, prosegue Longchamp.

Banca dati

Questi passaporti, che contengono un microchip in cui sono registrati i dati anagrafici del titolare, un’immagine del viso e le sue impronte digitali, sono utilizzati da un numero crescente di paesi. In Svizzera è possibile optare per questo documento d’identità dal 2006.

Gli Stati che hanno aderito all’accordo di Schengen, tra cui la Confederazione, si sono impegnati a non più rilasciare passaporti convenzionali a partire dal 1° marzo 2010.

Ad aver scatenato la controversia in Svizzera non è però stato il passaporto biometrico quanto tale, ma piuttosto la creazione di una banca dati centralizzata, gestita dalla polizia federale, in cui dovrebbero essere memorizzati tutti i dati. Nella Camera bassa del parlamento, il progetto è stato approvato per soli 94 voti contro 81.

Per i promotori del referendum, la Svizzera va ben oltre gli standard stabiliti dall’Unione Europea. Secondo loro, basterebbe memorizzare i dati sul microchip.

Il ‘no’ trova consensi soprattutto tra chi si riconosce nell’Unione democratica di centro (UDC, destra nazional-conservatrice), con una percentuale del 53%, nei Verdi (56%) e nei socialisti (41%).

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Assi nella manica

“I fautori del ‘sì’ – afferma Longchamp – non devono farsi impressionare troppo dal clima attuale”. Per il direttore dell’istituto gfs.bern, chi sostiene il progetto del governo ha ancora due assi nella manica, che finora sono stati utilizzati poco, ossia mettere l’accento “sulla possibilità di viaggiare in tutta libertà e, da non sottovalutare, sulla sicurezza contro le falsificazioni di questi passaporti”.

Il 63% delle persone intervistate ritiene infatti che il nuovo passaporto sia più sicuro e il 47% pensa che, in caso di rifiuto, la libertà di viaggiare degli svizzeri sarà minore.

Se sull’esito della votazione per l’introduzione del passaporto biometrico ci sono ancora dei dubbi, i giochi sembrano invece fatti per la medicina complementare.

Sì massiccio alla medicina complementare

Il 67% degli intervistati si dice infatti favorevole all’articolo che sancisce nella Costituzione il principio secondo cui “nell’ambito delle loro competenze, la Confederazione e i cantoni provvedono alla considerazione della medicina complementare”.

Solo il 15% delle persone che andranno a votare il 17 maggio ha affermato di voler inserire un ‘no’ nell’urna. Trattandosi di un articolo costituzionale, per entrare in vigore deve raccogliere la doppia maggioranza di popolo e cantoni. L’esito sembra comunque scontato: “Fino al giorno della votazione non vi è mai nulla di deciso, ma ci sono tutte le premesse per un sì”, afferma Claude Longchamp.

Sostenuto dal Consiglio federale e da tutti i partiti di governo, eccezion fatta per l’UDC, il controprogetto convince soprattutto l’elettorato dei Verdi (82% di sì) e dei socialisti (78%).

Quasi due persone intervistate su due (il 47% per la precisione) sono inoltre dell’avviso che le medicine alternative come l’omeopatia o la fitoterapia debbano essere reintegrate nel catalogo delle prestazioni rimborsate dall’assicurazione malattia obbligatoria.

Poca passione

I due temi in votazione il prossimo 17 maggio suscitano comunque poca passione. Le persone che si dicono intenzionate a votare sono solo il 35%, mentre normalmente la percentuale si aggira attorno al 40%.

“I dibattiti attuali riguardano il segreto bancario, i nostri rapporti con la Germania e con l’estero. In questo momento, sono questi i grandi cantieri. Visto il contesto politico generale, questa votazione è un avvenimento quasi secondario”, conclude Claude Longchamp.

swissinfo, Daniele Mariani

Articolo costituzionale “Un futuro per la medicina complementare?”: 67% di sì, 15% di no, 18% di indecisi.
Introduzione dei dati biometrici nel passaporto svizzero e nei documenti di viaggio per stranieri: 47% di sì, 39% di no, 14% di indecisi.
Il sondaggio è stato effettuato dal 30 marzo al 4 aprile 2009 dall’istituto gfs.bern.
Sono state intervistate 1’211 persone delle tre regioni linguistiche.
Il margine d’errore è del +/- 2,9%.

Il 17 maggio prossimo, i cittadini svizzeri dovranno pronunciarsi su due oggetti.

Il primo riguarda la medicina complementare. Si tratta di un controprogetto del parlamento a un’iniziativa nel frattempo ritirata. L’articolo prevede che Confederazione e cantoni prendano meglio in considerazione la medicina complementare. Trattandosi di un articolo costituzionale, è necessaria la doppia maggioranza di popolo e cantoni.

Il secondo oggetto riguarda l’introduzione dei nuovi passaporti biometrici. La revisione della legge sui documenti di identità è combattuta con un referendum.

Il testo sottoposto al voto prevede di rendere obbligatorio il passaporto biometrico, che contiene un microchip sul quale sono registrati dati anagrafici, immagine del viso e impronte digitali del titolare.

Trattandosi di un referendum facoltativo, è sufficiente in questo caso la maggioranza popolare.

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