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Iniziativa contro salari dorati con il vento in poppa

Il senatore indipendente Thomas Minder sembra avviato a un trionfo con la sua iniziativa contro le rimunerazioni faraoniche dei top manager Keystone

Si profila l'adozione dell'iniziativa popolare "contro le retribuzioni abusive" nella votazione federale del 3 marzo, secondo l'ultimo sondaggio SSR. La legge sulla pianificazione del territorio potrebbe superare di misura lo scoglio delle urne. Meno chiara è la situazione per la politica familiare.

“È il più alto tasso di sì per un’iniziativa finora registrato nei sondaggi sulle votazioni federali”, dice Claude Longchamp, direttore dell’istituto gfs.bern, che conduce le inchieste su mandato della Società di radiotelevisione svizzera SSR. La seconda indagine demoscopica sullo scrutinio popolare del 3 marzo indica il 64% di voti a favore dell’iniziativa lanciata dall’imprenditore sciaffusano Thomas Minder, che nel frattempo è stato eletto alla Camera dei cantoni. Solo il 27% si dice contrario, mentre il 9% non sa ancora come voterà.

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2a indagine demoscopica del gfs.bern

Questo contenuto è stato pubblicato al Si tratta del secondo sondaggio realizzato dall’istituto di ricerche demoscopiche, su mandato della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR, sui tre oggetti sottoposti a votazione popolare il 3 marzo. Quel giorno l’elettorato elvetico è chiamato a pronunciarsi sull’iniziativa popolare contro le retribuzioni abusive, sulla modifica della legge sulla pianificazione del territorio e sul nuovo articolo…

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L’iniziativa “contro le retribuzioni abusive” prevede in particolare che l’assemblea degli azionisti voti sulla somma delle remunerazioni del consiglio d’amministrazione, dell’organo consultivo e della direzione delle società anonime svizzere quotate in Borsa.

A quanto pare, gran parte della popolazione considera come un “problema irrisolto” gli eccessi nei bonus e, in generale, i salari elevati di certi top manager, afferma il politologo bernese. Anche alla luce degli ultimi eventi, durante e dopo il sondaggio, che hanno ulteriormente incrementato l’ostilità nei confronti di quel tipo di alti dirigenti, Longchamp conclude: “è realistico prevedere piuttosto un sì che un no nella votazione”.

Nella serie fatale, in particolare Longchamp cita il presidente dimissionario della Novartis, Daniel Vasella, che con i suoi salari da record era già considerato uno dei manager che ha portato all’iniziativa. L’annuncio della sua partenza è stato il primo evento. Poi c’è stata l’UBS che ha reso noto una perdita di 2,5 miliardi di franchi per il 2012 e, contemporaneamente, una distribuzione di bonus di 2,5 miliardi. Il terzo clamoroso evento è stata la notizia che Vasella avrebbe ricevuto una buonuscita di 72 milioni di franchi, come compenso per il suo impegno a non andare a lavorare per la concorrenza. “Questa serie è fatale”, commenta Longchamp.

Questi avvenimenti prima del voto hanno surriscaldato l’atmosfera e hanno portato a un’evoluzione “molto sfavorevole” per gli oppositori dell’iniziativa. “I dibattiti emotivi di solito aiutano solo le iniziative, non certamente le campagne di opposizione”, spiega l’esperto di ricerche demoscopiche. In secondo luogo, tramite Vasella è stato riattivato uno stereotipo: quello secondo cui “la dirigenza delle imprese internazionali è avida”. E anche questo porta acqua al mulino dei fautori dell’iniziativa.

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Iniziativa popolare

Questo contenuto è stato pubblicato al L’iniziativa popolare permette ai cittadini di proporre una modifica della Costituzione. Per essere valida, deve essere sottoscritta da almeno 100’000 aventi diritto di voto nello spazio di 18 mesi. Il Parlamento può decidere di accettare direttamente l’iniziativa. Può pure rifiutarla o preparare un controprogetto. In ogni caso viene comunque organizzato un voto popolare. Per essere…

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Base contro vertici del partito

Concretamente, l’iniziativa ha perso un punto percentuale rispetto al primo sondaggio, mentre l’opposizione è cresciuta di due punti percentuali. Significativo è il fatto che sia la proporzione di coloro che affermano di essere sicuri di votare a favore, sia di coloro che sono certi di votare contro, è progredita rispettivamente di 6 e di 4 punti percentuali.

È interessante notare che i grandi partiti di destra e centro-destra a livello nazionale raccomandano di votare no. Ma tra gli elettori, solo la maggioranza di quelli del Partito liberale radicale sembra aderire a questa direttiva. In tutti gli altri, i ricercatori del gfs.bern riscontrano una discrepanza.

“In quasi tutti i partiti borghesi, vi è una sorta di conflitto tra l’élite e la base. Le élite sono contro l’iniziativa, parte della base la pensa proprio diversamente. Esemplare in proposito è l’Unione democratica di centro, che a livello nazionale si è pronunciata per il no. Secondo il nostro sondaggio, più del 60 per cento degli elettori UDC vuole votare a favore dell’iniziativa”, indica Longchamp.

Iniziativa popolare contro le retribuzioni abusive“: Lanciata dall’imprenditore sciaffusano Thomas Minder, che nel frattempo è stato eletto alla Camera dei cantoni, l’iniziativa “contro le retribuzioni abusive” propone l’introduzione di un articolo costituzionale con una serie di disposizioni che rafforzano i diritti degli azionisti delle società svizzere quotate in borsa. Lo scopo è di evitare che i top manager si attribuiscano rimunerazioni esorbitanti, senza alcun rapporto con i risultati della loro società.

In particolare, il testo dà all’assemblea generale le competenze di eleggere ogni anno tutti i membri del consiglio d’amministrazione e di decidere la somma delle rimunerazioni di questo organo, della direzione e del comitato consultivo. Indennità anticipate, buone uscite e premi in caso di acquisto o di vendita dell’impresa sono proibiti. Pure vietati i voti per delega.

Modifica della legge sulla pianificazione del territorio: La revisione parziale è volta a ridurre la superficie delle zone edificabili sovradimensionate, per frenare la cementificazione della Svizzera. È un controprogetto indiretto all’iniziativa “per il paesaggio”, lanciata da Pro Natura. Contro la revisione è stato impugnato con successo il referendum. Se la modifica della legge è accettata, i promotori dell’iniziativa per il paesaggio accettano di ritirarla. In caso contrario, il loro testo sarà successivamente sottoposta al voto popolare.

Decreto federale sulla politica familiare: Il nuovo articolo costituzionale incarica la Confederazione e i Cantoni di promuovere la conciliabilità tra la vita familiare e l’esercizio di un’attività lucrativa o una formazione. In particolare, devono sostenere i genitori con figli a carico, accordando loro mezzi supplementari, sgravi fiscali e potenziando le strutture di custodia complementari alla famiglia.

La politica familiare in bilico

Le prospettive per un altro oggetto in votazione il 3 marzo, il nuovo articolo costituzionale sulla promozione della conciliazione tra lavoro e famiglia, sono invece molto mutate. “Non ci aspettavamo un cambiamento così estremo”, rileva la politologa Martina Imfeld.

Mentre nella prima indagine, il testo raccoglieva il 66% di consensi, contro il 23% di opposizioni, nel secondo sondaggio solo il 55% si dice a favore mentre il 35% si dichiara contrario. Per ora “i sì restano in maggioranza”, aggiunge Martina Imfeld.

I ricercatori del gfs.bern spiegano i cambiamenti con la distribuzione, a quattro milioni di nuclei familiari di tutta la Svizzera, di un foglio dell’UDC in cui il partito della destra conservatrice fa campagna contro l’articolo costituzionale in questione. L’operazione ha generato una certa incertezza fra l’elettorato. Ma l’effetto di questo marketing diretto non è stato permanente.

“Se la tendenza attuale continua, il risultato della votazione è aperto. Senza questa tendenza, un’accettazione popolare è più probabile di un rifiuto”, pronostica il gfs.bern.

Pianificazione: possibile sì alla modifica

Maggiori probabilità di successo vengono date dai ricercatori bernesi alla revisione parziale della legge sulla pianificazione del territorio. L’argomento convincente sembra essere quello di frenare la cementificazione del paese. Il 59% dice che metterà un sì nelle urne il 3 marzo (+5%), il 22% un no (+4%). Il 19% è ancora incerto.

Questo sviluppo è “tipico per una proposta delle autorità”, dice Martina Imfeld. Tuttavia, poiché il processo di formazione di opinione non è ancora concluso, tutto può ancora succedere. Gli specialisti del gfs.bern, però, anche in questo caso reputano più probabile che dalle urne esca un sì.

Per l’indagine demoscopica, l’istituto gfs.bern ha intervistato, tra l’8 e il 15 febbraio, un campione rappresentativo di 1’416 persone con diritto di voto, ripartite in tutte le regioni linguistiche della Svizzera.

Per ragioni legate alla protezione dei dati, le autorità non mettono più a disposizione le coordinate degli svizzeri residenti all’estero, che perciò non sono più presi in considerazione nei sondaggi condotti su mandato della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR in vista di votazioni federali.

Il margine di errore è di

±2,7 punti percentuali

.

(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)

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